Instabilità in famiglia

Ho sempre pensato di non avere bisogno di aiuto, di poter contare sempre sulle mie gambe. Persino ora, con un monitor in mezzo, ho difficoltà ad aprirmi, perchè vorrei tenermi tutto dentro anche questa volta.

Nella mia famiglia regna l'instabilità assoluta: mia madre e mio padre sono due persone completamente diverse, non capisco perchè stiano ancora insieme. Negli anni, da quando io ho memoria, li ho sempre visti litigare, sempre con gli stessi toni esasperati, quasi la fine fosse ad un passo. Quando ero più piccolo cercavo sempre di aiutarli a riappacificarsi, facevo qualsiasi cosa per far si che si chiarissero, così si susseguivano, e si susseguono, continui alti e bassi nel loro rapporto.

Col tempo è nato un fortissimo odio nei confronti di mio padre, persona con il quale non ho mai avuto alcun dialogo. Non abbiamo mai parlato di niente che fosse veramente importante, non siamo mai andati a giocare insieme o coltivato qualche interesse comune. Lui si giustificava sempre, promettendomi che le cose sarebbero cambiate, che tutto sarebbe stato diverso una volta cresciuto. E io gli credevo, ma arrivai un giorno ad essere stufo delle sue promesse, così spesso, quando litigava con mia madre, io cercavo di fare leva su questo per far si che divorziassero, senza riuscirci.

Io con mia mamma ci sono sempre stato bene, è lui che non c'era mai, quindi il divorzio non poteva che eliminare la ragione dei problemi di mia mamma e dei miei. Si perchè col tempo ho cominciato ad incolparlo delle mie difficoltà nel relazionarmi con le ragazze, del fatto che non mi avesse mai parlato del sesso o della masturbazione, del fatto che tutti i miei amici fossero portati nello sport, mentre io, che avevo passato tutti i giorni della mia infanzia a giocare da solo seduto ad un tavolo, ero negato. Crescendo le cose sono cambiate e qualcosa si è sistemato, ma sono state tutte mie conquiste, perciò l'astio nei confronti di mio padre è rimasto.

Oggi la situazione mi è completamente sfuggita di mano, non so più cosa fare della mia vita: negli studi vado avanti senza alcuna soddisfazione, non riesco a trovare una ragazza con cui avere una relazione seria(sento il bisogno di costruire qualcosa di mio), con gli amici sono sempre distaccato, non racconto mai niente dei fatti miei, appaio sempre felice e spensierato, e forse per questo mi invidiano un po' tutti, ignorando quale sia davvero la mia vita. Cerco sempre nei miei genitori un punto di riferimento, un appiglio per rialzarmi, ma non lo trovo perchè hanno puntualmente litigato e tocca a me mettere da parte i miei problemi per aiutarli a risolvere i loro.

Spesso mi dicevo "smettila ti stai solo nascondendo", "tuo padre si spacca la schiena tutti i giorni, non puoi pretendere di più", "la vita è così, ora devi farti carico tu di queste cose, diventa adulto" e cose del genere. Fatto sta che io mi sento fin troppo adulto, già stanco di faticare ancora, e ora le forze non so dove trovarle, perchè non ottengo nessun successo.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Caro ragazzo, si sente la fatica di questo momento.
Ma è il momento di affrontare queste difficoltà. La tua idea è che tuo padre abbia delle responsabilità in questo. Ma perchè non approfittare per capire come cogliere le occasioni che la vita ti mette davanti per essere felice? Mi spiego meglio. Cosa puoi fare tu per essere felice e vivere la tua vita pur con queste difficoltà?
Ad esempio, perchè non concederti l'occasione per trovare il senso di quello che stai facendo (studi, ragazza, sport se vorrai farlo)?
Probabilmente, da ciò che dici, le relazioni in casa sono problematiche, ma tieni presente che non possiamo cambiare gli altri; i genitori sono quelli che abbiamo e rimarranno tali per sempre.
Però noi possiamo, anche senza coinvolgerli direttamente, trovare la nostra strada.
Io ti suggerirei di chiedere una consultazione di persona ad un terapeuta, magari di approccio sistemico.

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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dopo
Attivo dal 2008 al 2014
Ex utente
Studio Medicina, pratico uno sport a livello agonistico, entrambe le cose con risultati mediocri. Dello sport non mi preoccupo tanto, lo pratico per stare insieme agli altri e per tenermi in forma, ma ai miei studi tengo moltissimo e vorrei ottenere risultati migliori.
In passato ci riuscivo con semplicità, ma crescendo, attorno al IV anno delle superiori, ho cominciato a sentire il bisogno di una ragazza(e mi rendendevo conto che arrivavo enormemente in ritardo rispetto ai miei coetanei, che quella fase l'avevano passata da tempo), così la mia testa ha cominciato a riempirsi di cose che prima non c'erano, portandomi ad avere difficoltà nel concentrarmi sullo studio.

Da quel momento il mio obiettivo è stato quello di trovare una ragazza, ma fin'ora non ho ottenuto nessun risultato. E non creda che mi sia arreso subito, questa è la prima volta in vita mia che parlo di queste cose, spero capisca che mi è anche difficile essere chiaro ed esprimere tutto quello che provo.

Penso che il mio problema sia l'essere così lontano dalla mia età: tutto quello che ho vissuto in famiglia, mi ha necessariamente portato ad essere eccessivamente responsabile. Non mi sono mai ubriacato, non ho mai fumato, non ho mai fatto niente che uscisse dagli schemi e da quello che i miei genitori si aspettavano da me. Queste cose non mi mancano affatto, ma ho come l'impressione di non avere alcun fascino, alcun lato interessante per una ragazza della mia età.

In questo momento, in cui non sto facendo niente di quello che dovrei, mi sento in colpa, e sempre più stanco. Tutto quello che ho è merito mio, invidio tantissimo la semplicità con cui gli altri riescono a fare tutto quello per cui io sputo sangue, ma non lo do a vedere.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Caro ragazzo, il desiderio di avere una vita affettiva è del tutto lecito e capisco le tue perplessità sul fatto di sentirti "indietro" rispetto i tuoi coetanei. Tuttavia, non c'è un'età in cui ci si innamora o un'età in cui è giusto o no fare determinate esperienze di vita ("e mi rendendevo conto che arrivavo enormemente in ritardo rispetto ai miei coetanei, che quella fase l'avevano passata da tempo").
E' proprio per questa ragione che questi temi andrebbero affrontati in una psicoterapia o comunque di persona con uno specialista in modo tale da affrontare la vita con maggior consapevolezza e serenità.

"invidio tantissimo la semplicità con cui gli altri riescono a fare tutto quello per cui io sputo sangue": perchè fare tanta fatica e accumulare frustrazioni?
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dopo
Attivo dal 2008 al 2014
Ex utente
"Perchè fare tanta fatica e accumulare frustrazioni?"

Qual'è la soluzione secondo lei?
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Come tu stesso dici, sei stato troppo impegnato a badare a cosa stava succedendo in casa per vivere la tua vita. Mi pare di aver capito che lo scenario sia stato questo.

"Quando ero più piccolo cercavo sempre di aiutarli a riappacificarsi, facevo qualsiasi cosa per far si che si chiarissero, così si susseguivano, e si susseguono, continui alti e bassi nel loro rapporto"

"tocca a me mettere da parte i miei problemi per aiutarli a risolvere i loro".

Un aiuto, ribadisco, potrebbe essere una terapia per aiutarti a prendere le distanze da queste situazioni e dal significato che hanno avuto per te e cominciare a dare più spazio a te stesso. Immagino però che da solo sia molto difficile.

Saluti,
[#6]
dopo
Attivo dal 2008 al 2014
Ex utente
A distanza di un anno sento il bisogno di sfogarmi nuovamente, quelle parole sono ancora troppo attuali.
Vorrei poter continuare i miei studi lontano da casa e dai miei genitori, ma ho intrapreso una strada lunga e forse troppo impegnativa per la condizione nella quale mi ritrovo. Non posso abbandonare mia mamma, è già sull'orlo della depressione, e in fondo il vero motivo dell'esistenza di questa famiglia sono io. Nonostante a mio padre non freghi quasi nulla, a lui interessa solo sentirsi la coscienza pulita a modo suo.
La novità è che alla prima occasione in cui sono stato realmente lontano da casa per un po' (2 mesi), sono riuscito ad instaurare una relazione, quasi a conferma di quello che ho sempre pensato.