Problemi famiglia

ho una marea di pensieri cattivi in mente che non riescono a farmi concentrare sui libri, sono spesso scontroso e nervoso, non riesco a relazionarmi con gli altri per paura di dare fastidio o di essere deriso. però la cosa che mi tormenta di più è questo non riuscire più a studiare e a concentrarmi sui libri: ogni volta che cerco di farlo sono inconcludente, penso sempre ai problemi che affliggono la mia famiglia ed al rapporto con mio padre. è più forte di me, non riesco a pensare a cose positive come ad una laurea(che ormai inesorabilmente si allontana), alla prosecuzione degli studi ad un futuro lavoro o semplicemente al programma di studio della materia che sto studiando. in parole povere ho perso la voglia di prefissarmi degli obiettivi, di svilupparli, di realizzarli. credo non sia una cosa positiva.Vi ho accennato al rapporto difficile con mio padre: io e lui non siamo mai andati d'accordo. Già dalle superiori sentivo che lui non poteva essere un esempio per me: era ed è arrogante, ha un pessimo carattere, non concede vedute alternative all risoluzione di un problema, non lascia indipendenza, come si suol dire è sempre stato un padre padrone.
Mio padre dalla morte del fratello(portatore di handicap che ha accudito per quasi 20 anni) non è più lo stesso, si è abbattuto molto e in un certo senso ha smesso di occuparsi della sua famiglia.inoltre alla sua morte abbiamo avuto forti liti in famiglia per questioni di eredità per la spartizione del "patrimonio" che mio nonno aveva lasciato a mio zio, patrimonio che doveva essere ripartito tra mio padre e due sue sorelle. così non è stato: il patrimonio, comprendente una casa ed un terreno con un rustico, è stato interamente acquistato da mio padre che ha dovuto richiedere un prestito di 30000 euro in banca per poter pagare alle sue sorelle il valore dei beni immobili che aveva acquistato.
Circa 3 anni fa ha subito una operazione per un ulcera perforante mentre era in treno per andare al matrimonio di un mio cugino di torino assieme a mia mamma. al ritorno dall ospedale di bologna dove era stato ricoverato appena rimessosi è tornato alla sua vita regolare: 2L di vino al giorno. per un soggetto che ha problemi all intestino e soffre di pressione alta mi sembrano un po troppi. A mio modesto modo si vedere può essere chiamato alcolista mio padre, ultimamente non produce più il vino, lo compra, e spende quasi 40e al mese. inoltre per via delle continue liti riguardo l'assunzione del vino cerca in tutti i modi di nascondere, occultare le bottiglieche acquiste. secondo me il suo comportamento è quello di un alcolista. un alcolista si sveglia al mattino e beve, è sempre nervoso, beve molta acqua quando non può bere il vino e la sorseggia. questo fa mio padre.
ad ogni modo all'inizio del 2010 subisce un altro intervento per dei calcoli.
si lamenta perchè non ha piu forza di andarea lavoro, e si reca da un neurologo, lo stesso che ha seguito il fratello malato. Veniamo chiamati dal neurologo e alla riunio
[#1]
Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
Gentile ragazzo il suo messaggio è interrotto, vuole concluderlo?

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

[#2]
dopo
Attivo dal 2008 al 2012
Ex utente
certo, anzi la ringrazio per l'interessamento:

"alla riunione ci riferisce che è seriamente preoccupato per la salute di nostro padre. dice che sta avendo una PERDITA DELLA COGNIZIONE SPAZIO TEMPORALE, ha delle ARTROSI, PROBLEMI ALLA VESCICA alla SPINA DORSALE,il FEGATO INGROSSATO e PROBLEMI AI RENI. attualmente non è semprea letto poichè continuamente ubriaco, beve molto lo stesso ma non a tal punto da non camminare piu. credo sfrutti meglio la giornata e beva costantemente durante la stessa. da un paio di mesi però si litiga com molta più frequenza, cerca di alzare le mani a mia mamma,fa discorsi assurdi, grida, è arrivato a definirmi parassita e a dirmi molte cose pesanti.
Io neanche mi sono risparmiato nel rispondergli a tono, ma ho dovuto farlo per difendermi, sono continuamente oppresso dalla sua presenza e spesso mi attacca senza un ragionevole motivo. è comunque una persona in difficoltà.
ho voluto parlare così a lungo della mia situazione familiare perchè è proprio questa che mi blocca e non mi fa andare più avanti. credo lui non perdoni a me, mio fratello e mia sorella l'averlo abbandonato, solo perchè non possiamo o non vogliamo portare avanti le terre. vivo col rimorso e così io non posso andare avanti. Il rimorso di non essere un figlio buono, il rimorso di non riuscire più a proseguire gli studi, il rimorso di non volergli portare avanti le terre. Io non voglio fare il contadino, lui non lo vuole capire e a sentir parlare di vendere le terre va fuori di testa. Credetemi sono disperato.
Starei a letto tutto il giorno se fosse per me. purtroppo ho un contratto di lavoro annuale che mi sento di onorare fino a gennaio 2011 altrimenti me ne starei chiuso in casa.
spero abbia reso l'idea e spero voi possiate aiutarmi."
[#3]
Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
Gentile ragazzo, la situazione problematica famigliare si sta riperquotendo negativamente sul suo vissuto a tal punto da spingerla a reazioni del genere

(..)Starei a letto tutto il giorno se fosse per me (..)

nonostante questo il senso del dovere e di volontà le sta dando ancora una spinta a reagire seppur, forse, in modo automatico

(..)purtroppo ho un contratto di lavoro annuale che mi sento di onorare fino a gennaio 2011 altrimenti me ne starei chiuso in casa.(..)

la cosa migliore sarebbe quella di far seguire vostro padre da un Centro di salute mentale mentre una consulenza psicologica per lei sarebbe opportuna prima che la voglia di rimanere a letto si cristallizzi a tal punto da diventare concreta e sfociare in reazioni depressive.
saluti
[#4]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile utente,
la sua disperazione è comprensibile, data la complessa situazione famigliare che ha descritto, ma chiudersi in casa sarebbe per lei la soluzione peggiore, anzi la non soluzione.

E' quindi utile che lei si rivolga ad uno psicologo che la possa aiutare ad affrontare in modo idoneo le sue difficoltà e il forte coinvolgimento emotivo nei problemi famigliari che sono di ostacolo al suo benessere e al suo percorso personale.

In merito alle serie condizioni di suo padre è opportuno che venga seguito da un centro di salute mentale, come del resto le ha già consigliato il collega.

Cordialmente

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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