Presunta depressione e diario

salve,
vi scrivo più che altro per avere un consiglio. la soluzione so bene che non ce l'ha nessuno.

ho 28 anni, donna, da qualche mese ormai sento come un senso di soffocamento. in famiglia non ho particolari problemi, famiglia sempre stata presente, unita, felice. inizio però a non sopportarla più. mi sento sempre giudicata da loro, soprattutto mia madre (con la quale nei momenti in cui sto bene ho un ottimo rapporto alla pari).

da giugno non ho più un lavoro, l'azienda dove aveva un contratto ha chiuso. e da allora non ho più nessuna fonte di guadagno. il mio ragazzo lavora in svizzera, ci vediamo una volta al mese. ormai è tre mesi che non vado a trovarlo io perchè la mia famiglia non vuole che spenda i miei risparmi per andarlo a trovare: per me era giusto fare una volta ciascuno, ma disapprovano completamente la mia scelta. a lui non pesa ed è ben felice di venire da me.
se non posso permettermi di andare a trovare il mio ragazzo istintivamente non riesco più a fare altre spese, ad acquistare una maglia, a uscire con gli altri, a fare sport, andare al cinema.

ormai mi dà fastidio la presenza di altra gente. preferisco restare chiusa nella mia stanza da mattina a sera. ho anche perso l'appetito.
la cosa positiva è che finalmente sto dimagrendo (a causa di una malattia ho problemi di peso da quando ero all'elementare, se adesso tutti mi dicono che sto bene e sono una bella ragazza ancora le prese in giro della scuola pesano non poco su come mi vedo allo specchio da sola).

penso di aver sbagliato tutto nella mia vita: la scelta dell'università, il lavoro. la scelta di un lavoro, l'aver abbandonato un lavoro che mi ha portato a stare in questo modo (colleghi maleducati e cafoni) e hanno minato profondamente la mia autostima. forse sono davvero stupida, non so fare il mio lavoro.

vivo male anche la mia sessualità (ma questo non da ora) a causa dei sensi di colpa.

adesso non capisco se questo è tutto vero o sto cercando di convincermi che sia vero.
sto male?
sono malata?

non posso andare in cura, la mia famiglia non crede alle cure psicologiche-psichiatriche. mi guarderebbero ancora peggio.

la mancanza del lavoro è diventata ormai opprimente: penso di non avere un futuro. se non riesco a trovare un lavoro come posso pensare di sposarmi (lui sarebbe favorevole)?

vorrei una mia famiglia.
una mia vita.
una mia casa.

ma ormai sembra tutto impossibile. troppo lontano dalla mia portata.
è questa la depressione?

sto provando a tendere nuovamente un diario (e più o meno scrivo queste stesse cose) come quando ero a scuola: pensate potrebbe aiutarmi?
è questa la depressione?

grazie.
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Dr.ssa Chiara Luisa Pataccoli Psicologo, Psicoterapeuta 143 4
Gentile ragazza,
forse è arrivato il momento di mettere a punto un "piano" per uscire dalla situazione soffocante nella quale sta vivendo. Naturalmente un piano d'azione! Se non siamo noi in qualche modo a muoverci cercando un cambiamento infatti è difficile che gli aiuti piovano dal cielo.
Cosa c'è davvero che la blocca? La perdita di un lavoro non può essere l'unico motivo per il quale la sua vita sembra aver subito una battuta d'arresto. E poi, mi perdoni la domanda ma sono un pò curiosa, con il suo ragazzo ha dei progetti di riunione a breve termine oppure no? Pensa di seguirlo in Svizzera?
Per quanto riguarda il diario, può essere molto utile qualora l'aiutasse a fare chiarezza interiore su ciò che realmente sta bloccando la sua vita. A volte per ascoltarsi c'è bisogno anche di un diario.

Dr.ssa Chiara Luisa Pataccoli

Psicologa Psicoterapeuta Aneb

psicologia.udine@gmail.com

[#2]
dopo
Utente
Utente
prima di tutto la ringrazio per la sua risposta.

fino allo scorso anno avevo un lavoro e nonostante il mio umore ballerino (un po' il carattere ansioso, un po' la pillola anticoncezionale -penso) stavo bene.

con il mio ragazzo abbiamo progetti di riunione a breve.
sto cercando lavoro nella sua zona, ma sa meglio di me che non è così facile oggi.

il problema è che per come sono stata educata non riesco a trasferirmi senza avere una solidità economica di base. so bene che lui si occuperebbe di me, ma non voglio assolutamente questo (già mi pesa che sia sempre lui a venirmi a trovare).
quindi non posso trasferirmi a prescindere da lui (che comunque non abita da solo ma da un suo cugino).
tempo fa nell'azienda del mio ragazzo parlavano di trasferimenti in usa, un po' lontano per vedersi tutti i mesi. io lo avrei seguito negli usa, lui in quel caso ha anche proposto di sposarsi.
alle domande del mio ragazzo su quando stiamo insieme io ho posto il limite di sistemarmi io professionalmente, poi possiamo pensare a vivere insieme.

nella mia testa il percorso è: lavoro->casa->matrimonio->figli
adesso sento l'esigenza della famiglia, di una vita mia, di un posto mio. ma mancando il lavoro tutto il resto è bloccato, fermo, irrealizzabile.
mi sento vecchia (so che non lo sono, ma sento lo stesso il tempo che passa e l'immobilità della mia vita) e non so quando le cose andranno meglio.

sbaglio io?
forse si.
ma non sono il tipo che sta a casa a lucidare in attesa del marito.
un'attività, anche part-time o in telelavoro, devo averla anche io, altrimenti sto come adesso.

so che dovrei essere io a darmi una mano, è il consiglio che darei io stessa a un'amica.
ma sento di non averne più la forza.
e la volontà.
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Dr.ssa Chiara Luisa Pataccoli Psicologo, Psicoterapeuta 143 4
A volte la mancanza di un lavoro può essere un alibi. Non dico che questo sia il suo caso, so benissimo che avventurarsi nella ricerca di un lavoro vuol dire non esattamente trovarsi tutte le porte spalancate, però certamente la libertà e la realizzazione dei sogni hanno un prezzo da pagare.
Spesso dobbiamo accontentarci di quello che il destino ci offre, ma chiediamoci anche QUANTO abbiamo rischiato noi, QUANTO e COME abbiamo cercato.
Abbiamo provato davvero tutto quello che era in nostro potere fare?
Giocando a patti con il destino spesso ci si arena, si chiede prima un lavoro e poi la famiglia, ma questo molto razionalmente.
A volte, ripeto magari non è il suo caso, non è la mancanza di un lavoro ma la mancanza di un progetto su se stessi. A volte è la mancanza di un sogno da inseguire con tutte le proprie forze, che ci rende cechi, incapaci di arrivare alla meta ma "solo" perchè non abbiamo veramente messo a fuoco la meta, non sappiamo se ciò che dovremmo volere lo vogliamo veramente.
Mettiamo che in questo momento la vita le abbia posto la scelta lavoro no, amore sì. Lei in questo momento in fondo non sta scegliendo nè l'amore nè il lavoro solo perchè le cose non stanno andando nell'ordine in cui lei richiede
"lavoro->casa->matrimonio->figli"
Qualcuno le potrebbe dire che se ha già trovato l'amore ha già trovato tanto...
[#4]
dopo
Utente
Utente
in effetti non è il mio caso.
ho rischiato, e pure molto. ho investito, e tanto.
ho cercato e cerco.
quindi sì, ho provato tutto quello che era in mio potere.

non è neanche il caso della mancanza di un progetto su me stessa.
quello non manca.
gli obiettivi li ho, so quali sono e li ho ben fissi in mente.
conosco la meta e la voglio.
solo non riesco a raggiungerla.

non credo neanche si tratti di scelta.
l'amore c'è. quindi la scelta ormai è fatta, come le dicevo stiamo provando ad avvicinarci.

so che ho trovato tanto con l'amore.
lei però sa bene che da solo non basta.
o almeno sono frasi che solo chi ha lavoro e amore, o solo il lavoro, può dire. sono solo chiacchiere da bar.
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Dr.ssa Chiara Luisa Pataccoli Psicologo, Psicoterapeuta 143 4
Bene.
Dato che qui non riesce a trovare le risposte che vuole sentirsi dare, potrà recarsi del tutto gratuitamente al Centro di Salute Mentale della sua zona, dove potrà parlare del suo disagio in maniera più adeguata e completa. Da questo sito infatti non possiamo forse fornirle l'aiuto di cui ha bisogno.
Auguri.
[#6]
dopo
Utente
Utente
se l'aiuto al centro salute mentale è simile a questa chiacchierata (comprese le "curiosità" sulla mia relazione) non credo che andrò.
tempo sprecato.

ad ogni modo ho risolto tutto.
con un lavoro.

grazie per le risposte, saluti.
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Dr.ssa Chiara Luisa Pataccoli Psicologo, Psicoterapeuta 143 4
Credo che lei abbia frainteso completamente le mie risposte. Le domande che noi poniamo non sono mai per curiosità personale ma per ottenere maggiori informazioni e fornire quindi risposte più complete.
Dato lo stato depressivo di cui accennava nel consulto

"non riesco più a fare altre spese, ad acquistare una maglia, a uscire con gli altri, a fare sport, andare al cinema.
ormai mi dà fastidio la presenza di altra gente. preferisco restare chiusa nella mia stanza da mattina a sera. ho anche perso l'appetito. penso di aver sbagliato tutto nella mia vita"

e date anche le ristrettezze economiche che lamentava, il centro di salute mentale era senz'altro il servizio migliore al quale potevamo indirizzarla da qui e nel quale avrebbero valutato (dato che da internet non è possibile farlo) il tono dell'umore al fine di fornirle l'aiuto più adeguato.

[#8]
dopo
Utente
Utente
lei scrive: "E poi, mi perdoni la domanda ma sono un pò curiosa, con il suo ragazzo ha dei progetti di riunione a breve termine oppure no?"
non c'è molto da interpretare.
e considerato che nonostante le "maggiori informazioni" non c'è stata una "risposta più completa" si è trattato solo di semplice curiosità personale.

dopo questo approccio non solo non andrei in un centro di salute mentale ma neanche da uno specialista a pagamento.
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Dr.ssa Chiara Luisa Pataccoli Psicologo, Psicoterapeuta 143 4
Senza ombra di dubbio sono certa che lei non ha compreso lo spirito della mia domanda, che non conteneva una reale curiosità ma era un semplice modo di dire.

Qui si forniscono brevi consulti, brevi indicazioni, non si può fare psicoterapia ed è chiaro che non si possono risolvere problemi esistenziali.

Nessuno la obbliga nè ad andare in un centro di salute mentale, nè a rivolgersi ad uno specialista.