Come aiutare il mio ragazzo ad affrontare la perdita di suo padre?

Buonasera gentili medici.
Tempo fa ho già avuto modo di porre un altro genere di quesito in questa sezione ed ho apprezzato molto le vostre risposte. Questa volta, come si legge, il problema è ben più grave.
Il mio ragazzo, 27 anni, ha perduto in questi giorni suo padre e rispetto a sua madre e suo fratello, è quello che sta dimostrando di soffrire maggiormente.
Ovviamente questo dolore, soprattutto ora, è del tutto normale, ma io chiedo qui gentilmente, e spero possiate rispondere in tanti, come essere d'aiuto al mio ragazzo.
C'è una cosa che mi fa preoccupare, e per ora sono riuscita a dissuaderlo, ed è il fatto che ha detto di avere intenzione di farsi crescere i baffi in quanto suo padre li aveva e vuole farlo rivivere in tale modo. Questa cosa è soltanto d'esempio per esprimere la mia preoccupazione circa il fatto che, avendo pensieri come questo, si annulli, cessi di essere se stesso per comportarsi uguale a come faceva suo padre. Questa cosa per me è seriamente preoccupante, perché sta affrontando la situazione nel modo peggiore, ho paura si possa generare in lui un comportamento patologico.
Certo, io sono ignorante in materia, ma cerco di fare il suo bene e chiedo in questa sede un vostro ben più valido parere su come posso essergli d'aiuto, se le sue dimostrazioni sono potenzialmente preoccupanti, se devo assecondarlo come mi ha consigliato qualcuno (cosa che non voglio fare perché voglio spingerlo a reagire), oppure continuare su questa linea.
Vi ringrazio di vostre risposte, buona sera a tutti
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
Gentile ragazza, questo è probabilmente il suo modo di elaborare il lutto che necessità comunque di un periodo necessario.
NON c'è motivo di contrastarlo, l'importante e che faccia sentire la sua vicinanza e la sua comprensione.
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
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dopo
Utente
Utente
Buonasera la ringrazio enormemente per la pronta risposta, risento di questo dramma anch'io ed anche per me sono utili consigli.
La mia ritrosia sul discorso (per ora che è l'inizio è solo sui baffi) sui baffi, è perché temo davvero possa entrare in un tunnel senza uscita se da subito si identifica con suo padre, "cessa di vivere". Ho paura che fra qualche mese, quando sarà il momento di toglierli non voglia farlo perché se ne sarà davvero immedesimato troppo
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile Utente, ciò che è accaduto al suo ragazzo è sicuramente un evento drammatico; come ha già adeguatamente indicato il Collega De Vincentiis, l'elaborazione di un lutto è un "lavoro" che richiede tempo.

Il problema per cui ci scrive potrebbe essere riformulato in "Temo che il mio ragazzo possa smettere di vivere in risposta al lutto che ha colpito la sua famiglia; come posso affrontare questa mia paura?".

Se accetterà questo passaggio, molte più soluzioni si apriranno davanti ai suoi occhi; altrimenti, continuerà a ragionare su un evento che teme che possa accadere e che vorrebbe prevenire.

Comprendo la sua voglia di stare accanto al suo ragazzo e di essergli vicino in questo momento; è sicura che vivere questo passaggio delicato della sua (vostra) vita in modo preoccupato sia il migliore?

Cordialmente, con l'augurio che questo periodo passi e che riusciate a lasciarvi alle spalle il dolore e le paure
[#4]
dopo
Utente
Utente
Grazie dottore anche della sua risposta.
Certo ho anche timore delle ripercussioni che potranno esserci sul mio ragazzo... Quindi la questione consiste più nella mia paura di eventuali problemi che non la certezza che tali problemi si presentino?
Da ciò deriva che lo devo assecondare nelle sue intenzioni? Ma poi gli passeranno?
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile Utente, non so se gli passeranno oppure no: la questione è che, se lei comincia a rimuginare su come fare a fargliele passare, sarà tesa e potrebbe anche arrabbiarsi con sè stessa o col suo ragazzo.

Un principio generale che ho trovato molto utile e voglio condividere con lei è: "mai fasciare la testa prima di essersela rotta".

Cordialmente
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dopo
Utente
Utente
Il fatto è che temo possa autodistruggersi in questa situazione, manon lo si può sapere
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Gent.le ragazza,
ha mai sentito parlare della "profezia che si autoavvera ?
"una supposizione o profezia che per il solo fatto di essere stata pronunciata, fa realizzare l’avvenimento presunto, aspettato o predetto, confermando in tal modo la propria veridicità”. (Merton, 1948).
Cordialmente

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
Ha detto bene, non lo si può sapere. Può scegliere di vivere accanto al suo ragazzo "come se lui non fosse vivo", o di trattarlo da persona viva: solo i morti non possono autodistruggersi.
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dopo
Utente
Utente
Grazie delle vostre risposte e consigli, è ciò di cui ho bisogno in questo periodo. Da ciò che posso capire devo far accadere senza interferenze tutto ciò che è necessario accada?
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Gent.le ragazza,
al contrario non si tratta di fatalismo, ma di assumere un atteggiamento propositivo di sostegno e fiducia nelle risorse personali del suo ragazzo, trattandolo come una persona che può evolvere anziché "regredire".
Ciascun essere umano ha all'interno di sé una tendenza all'autorealizzazione che ha necessita di condizioni favorevoli alla sua espressione.
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
Se qualcuno cominciasse a chiederle: "sei nervosa? ma perchè sei nervosa?" e lei non si sentisse nervosa, cosa risponderebbe?

E se quel qualcuno continuasse a dirle "guarda, forse non te ne rendo conto, ma sei nervosa...ma perchè sei nervosa?", cosa risponderebbe?

Ed alla quinta, sesta, settima volta? Non si sentirebbe, diciamo, un pò innervosita?

E se invece la persona che le sta accanto accettasse l'idea di non cercare di risolvere tutto subito, ma, se lei è nervosa, di darle il tempo di calmarsi, e se non lo è di dare a sè il tempo di cambiare idea?

Cordialmente
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dopo
Utente
Utente
Certo, capisco.
Credo non vi sia necessità di dire che sono una persona ansiosa.
Di certo vedere il mio ragazzo affrontare questo dolore così grande e straziante fa star male anche me e vorrei far di tutto per aiutarlo.
Grazie sempre delle risposte
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dopo
Utente
Utente
Buonasera a tutti.
Vorrei ancora gentilmente chiedere qual è il modo migliore di aiutare, sostenere il mio ragazzo in questo momento di profondo sconforto, dolore. Vorrei sapere quantomeno in linea di massima come si può esser vicini ad una persona che sta attraversando un grave lutto.
So già che l'elaborazione del lutto dipende tutta da lui, avrei però bisogno di sapere qual è l'atteggiamento da sostenere da parte mia, la maniera più giusta di accompagnare una persona in questo momento della propria vita.
Spero non sia sembrata sciocca la domanda. Il motivo per cui l'ho posta è nel fatto che non so come gestirla, che tipo di sostegno offrirgli ed in che modo, anche se anch'io sto provando molto dolore. Non so se sono all'altezza.
Vi ringrazio tanto delle risposte, buona serata
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile ragazza, bentrovata.

La domanda che lei ci pone ha già ricevuto molte risposte, ma nessuna la soddisfa.

Forse il problema sta proprio in una sua frase:

" Il motivo per cui l'ho posta è nel fatto che non so come gestirla, che tipo di sostegno offrirgli ed in che modo, anche se anch'io sto provando molto dolore. Non so se sono all'altezza"

Il dolore che sta provando è connesso con la tristezza, con la rabbia, con la frustrazione? Cosa le fa pensare che lei dovrebbe essere all'altezza di fornire sostegno al suo ragazzo?

A volte dobbiamo accontentarci di fare del nostro meglio, ed i risultati non sono perfetti.

Se cerchiamo risultati perfetti, di solito non aiutiamo proprio nessuno.

Ha provato a non fare nulla?
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dopo
Utente
Utente
Grazie della risposta.
Probabilmente ho posto di nuovo una domanda molto simile. In questo periodo sto giù di morale anch'io, vedo la persona che amo soffrire così e mi sento incapace perché non riesco a comportarmi in modo adeguato. Mi spiego meglio: anche ora di tanto in tanto capitano quei piccoli scontri senza grandi problemi che sempre in una coppia ci sono. Da ciò non sono sicura di starmi comportando bene, se invece per aiutarlo devo far finta di nulla, non protestare se magari ha qualche atteggiamento che mi infastidisce un po', nella vita di tutti i giorni. Spero di essermi espressa in modo chiaro.
Grazie sempre moltissime per le risposte, anche quando ho posto nuovamente la stessa domanda
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
"anche ora di tanto in tanto capitano quei piccoli scontri senza grandi problemi che sempre in una coppia ci sono. Da ciò non sono sicura di starmi comportando bene"

Questa deduzione è arbitraria. Il fatto che ci siano nella coppia piccoli scontri è parte del processo vitale di ogni relazione. Non esistono relazioni a-conflittuali.

Lei soffre per il fatto che il suo ragazzo soffre; ma soffre ancor più all'idea di non essere "adeguata". E da cosa ricava quest'idea?

Dal fatto che il suo ragazzo continua a soffrire? Dal fatto che lei non è "perfettamente adeguata"?

No, non lo è. Il dolore per una perdita è personale. La parte difficile è accettare che è un compito del suo ragazzo. Le ribadisco l'idea di "non fare nulla", specificando "di diverso dal solito".

A volte, anche stare accanto ad una persona accettando che soffre e mandando avanti lo stesso "la baracca" è tutto quello che si può fare.

Se poi la sua sofferenza o i suoi standard un pò perfezionistici dovessero interferire con la sua qualità di vita in modo importante, una consulenza vis-a-vis potrebbe essere una risposta adeguata, anche se non perfetta.

Con l'augurio che questo periodo pian piano passi, cordiali saluti
[#17]
dopo
Utente
Utente
Grazie della risposta.
Il fatto di cercare di evitare scontri, di "lasciarlo stare", di non appesantirlo ancora di più, anche se si comporta meno "bene" mi è un consiglio datomi da amiche, coetanee e più grandi. Il consiglio era di non fargli pesare qualche mancanza in quanto in questo periodo è comprensibile non si comporti proprio al massimo, di cercare di capirlo.
Io capisco invece (anzi posso solo immaginare perché per fortuna non ci sono passata) cosa sta attraversando, ma ugualmente non riesco a restare impassibile se il mio ragazzo, di certo involontariamente, fa o dice qualcosa di poco felice. La mia idea è invece (e temevo appunto fosse sbagliata), quella che non si deve smettere di far camminare il rapporto su un "binario giusto", ma mi erano cominciati a venire dubbi.
Infine concludo ammettendo che effettivamente le persone a me vicine (genitori, il mio stesso ragazzo, altri familiari) mi rimproverano di pormi troppo problemi, troppi scrupoli in ogni ambito e circostanza, ma purtroppo non riesco a non pormene pur sforzandomi.
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile ragazza, "comportarsi bene", mantenere il rapporto sul "binario giusto" ed altri modi di pensare rigidi rischiano di far deragliare il rapporto.

Mi sembra che si possa condensare la sua richiesta così:

"Se per ora chiedo al mio ragazzo di comportarsi bene, mi comporto bene?"

Percepisce il problema?
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dopo
Utente
Utente
Mi scusi, non sono sicura di aver compreso sinceramente.
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
"effettivamente le persone a me vicine (genitori, il mio stesso ragazzo, altri familiari) mi rimproverano di pormi troppo problemi, troppi scrupoli in ogni ambito e circostanza, ma purtroppo non riesco a non pormene pur sforzandomi"

Ci sta chiedendo se sia corretto chiedere al suo ragazzo di comportarsi in modo per lei corretto.

Non le sembra un eccesso di perfezionismo?
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dopo
Utente
Utente
Buonasera dottore.
Quindi dovrei prendere le cose come vengono, e quindi "lasciarlo stare" come mi è stato detto?