Mi sento in colpa...

Gentili dottori di medicitalia, mi sento molto giù perchè ho dei sensi di colpa insostenibili.
Allora, mio padre sta vivendo un disagio psichico profondo, e ad un certo punto mi era stato chiesto di dare il numero di uno psichiatra-psicoterapeuta dal quale ero stata io qualche anno fa.Io ci sono stata una sola volta, per un problema del quale non mi sento di parlare, voleva iniziare una psicoterapia e cura coi fiori, io poi invece non ci sono più andata.
Comunque, quando mi è stato chiesto, non me la sono sentita di dare quel numero...non so esattamente perchè, forse per paura di rivivere quanto successo, o che magari sbagliasse con mio padre e io me ne sarei sentita responsabile, o non so cosa, forse egoismo, paura, disagio, e ho cercato altri medici.Lui aveva fretta, di trovarne uno, e pensava che col mio avrebbe atto prima.
Purtroppo quello trovato non era psichiatra,ma psicoloo,e lo ha indirizzato anche da uno psichiatra.Lui è andato,ma non vuole seguire anche lo psicoloo.
quindi prenderà solo farmaci.Io invece vorrei che lui facesse anche una terapia psicologica, e mi sento in colpa perchè so che se fosse andato dal mio medico, avrebbe intrapreso entrambe le strade.
Lo vedo star male e mi sento in colpa...mi sento ansiosa e non so cosa fare.Per colpa mia non farà psicoterapia...che devo fare?
Ne ho parlato con lui, ma non mi ascolta. io sto male.
Che fare?
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Gent.le sig.ra,
i fiori di bach non hanno alcuna efficacia scientificamente dimostrata. Se lei non ha fiducia di questo psichiatra è comprensibile che non se la sia sentita di inviare suo padre da lui, allora in senso parla di egoismo?
Il rapporto di fiducia è fondamentale sopratutto in psicoterapia, purtroppo spesso le persone preferiscono la terapia farmacologica (che può prescrivere solo lo psichiatra), perché immaginano di utilizzare una "scorciatoia", sottovalutando l'importanza dell'integrazione delle due terapie.
In ogni caso la responsabilità della scelta se iniziare o no una psicoterapia, è di suo padre, non sua.
Cordialmente

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

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dopo
Attivo dal 2009 al 2010
Ex utente
In realtà non è che non mi fidassi, è che non volevo averci a che fare...non so come spiegare, mi sono sentita come se avessi dovuto rivivere l'esperienza negativa di quel periodo.Del medico non so se fosse bravo o meno, pero' non volevo più pensarci, e quindi dare il numero avrebbe significato invece "riviverlo"
E adesso pero' mi sento in colpa, perchè magari messo alle strette da lui l'avrebbe fatta la terapia...invece così non vuole farla.
Mia madre mi telefona di continuo e mi parla di mio padre, di quel che prova, io non sono a casa con loro, ma mi sento investita da responsabilità e dal problema, come se mia madre volesse condividerlo con me, ma io non sono in grado di farlo!Lei dice che non riesce a vivere...così non fa vivere neppure me!Io non voglio stare di nuovo male!!!Sento di continuo pianti, tormento, non ce la faccio più!
Lui è andato da ben 2 psichiatri,con 2 terapie farmacoloiche diverse, ma non sa se farle,ha paura, le inizia e poi le vuole sospendere...ed io penso sempre che magari se l'avessi mandato da lui avrebbe fatto la psicoterapia...certo,ce ne sono altri...ma adesso non vuole più andarci.
Io avevo cercato di farlo andare da uno psicoterapeuta-psichiatra, ma non voleva aspettare 1 giorno in più, e l'unico che era disponibile era uno psicoterapeuta, solo che le 2 cose si sono scisse, in pratica da un lato lo psichiatra e dall'altro lo psicoterapeuta, e lui non vuole fare il doppio percorso...
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile signora,
se non ha dato i riferimenti di quel medico a suo padre, evidentemente aveva delle buone ragioni (che del resto ci ha illustrato).

I sensi di colpa che prova ora non la aiutano e non aiutano nemmeno suo padre, ma anzi la fanno soffrire e stare male. Tra l'altro non può nemmeno sapere (perché non è avvenuto) se suo padre avrebbe accettato di fare la terapia di cui parla.

La invito a leggere un articolo in merito presente su questo sito al link https://medicitalia.it/minforma/Psicologia/328/Aiuto-a-tutti-i-costi-come-posso-convincere-mio-marito-moglie-amico-fidanzato .

I miei migliori auguri di serenità

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
A quanto pare le ambivalenze e le incertezze di suo padre che riguardano sia la psicoterapia sia la terapia
farmacologica, fanno parte del suo disagio e andrebbero riportate allo psichiatra (sperando che ne abbia scelto uno dei due), informandolo anche della sospensione arbitraria dell'assunzione dei farmaci.
Se c'è ambivalenza e/o confusione forzare una decisione in merito alla psicoterapia può essere controproducente, cioè contribuire a consolidare la resistenza.
Cerchi di spiegare a sua madre che essendo reduce da un periodo difficile, sente ancora troppo precario l'equilibrio raggiunto, per questo motivo non riesce ad esserle vicino come vorrebbe. Qualora sua madre ne sentisse l'esigenza, può rivolgersi al Consultorio familiare chiedendo di fare un colloquio con lo psicologo. In questo caso la finalità sarebbe quella di ricevere un sostegno in un periodo particolarmente critico, non curare una patologia.
Cordialmente


[#5]
dopo
Attivo dal 2009 al 2010
Ex utente
Gentile dottoressa, questo periodo per me è davvero difficile.Sto male al pensiero che mio padre stia male, e sto male anche io per lui...inoltre ho paura per me stessa, ed è questo che mi fa sentire egoista.
A volte penso che potrei fare qualcosa in più per aiutarlo, dire qualcosa in più, ma ho paura per me stessa...e mi sento in colpa, perchè penso che magari potrei aiutarlo di più, ma ho paura poi di stare male io.E sto male.
Ed ecco che mi salgono i sensi di colpa, e quindi in pratica sto male lo stesso.
Io vivo nel terrore di stare male, e questa cosa non la riesco a vincere, quindi mi sento in colpa.
Sono combattuta tra il voler proteggere me stessa, e il voler aiutare lui...e non so cosa fare, perchè qualsiasi sia la strada io mi sento male.
Come il fatto dello psichiatra che non ho voluto dargli...l'ho fatto per proteggere me stessa, e questo mi crea sensi di colpa...
Ora sta iniziando la terapia farmacologica, spero che riesca ad uscire dai suoi problemi, ma non so cosa ne sarà di me...ho davvero paura!Mi sento male...
Cosa fare?
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile Utente,
data la sofferenza che lei esprime sarebbe indicato si rivolgesse in presenza ad uno psicologo/psicoterapeuta per essere aiutata a superare le difficoltà che ci ha riferito.

Da qui purtroppo non ci è possibile darle l'aiuto di cui ha bisogno come invece potrebbe fare un collega in presenza.

Cordialmente



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dopo
Attivo dal 2009 al 2010
Ex utente
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