Bambino di 15 mesi e distacco dai genitori

Buongiorno,

il nostro bimbo ha 15 mesi, cammina molto bene da quando ne aveva 11 ma non parla (nè mamma nè papà solo discorsetti rari di imitazione). Ci siamo chiesti e ci chiediamo tuttora come comportarci con i nonni (materni) e con la loro voglia di tenersi un po' il nipote (senza noi di mezzo). Purtroppo siamo lontani (2 ore e mezzo di macchina) e la loro presenza nella vita di nostro figlio è stata sempre sporadica, una visita o due ogni mese da parte loro e mai più lunga di un giorno mentre la nonna si è fermata per più tempo ma solo poche volte.
Noi non avremmo problemi a lasciare il nostro bambino ai nonni (a parte la mancanza e il distacco che da parte mia non c'è mai stato da quando è nato) ma abbiamo paura di traumatizzare il nostro bimbo o comunque non sappiamo che reazione potrebbe avere. Premetto che non va al nido (lo tengo io), non abbiamo amici con figli dove abitiamo (purtroppo) ma la situazione familiare è molto felice e tranquilla.
Ha un carattere timido ed emotivo, riconosce i nonni ma ogni volta ci vuole un po' prima che riprenda confidenza con la loro presenza. Inoltre ho notato un certo astio da parte sua le poche volte che mi allontano per qualche ora, quando torno o si mette a piangere oppure non mi considera, mentre è molto attaccato a mio marito (che spesso lavora a casa ed è molto presente) con il quale si comporta in tutt'altro modo.
Non vorrei che questa cosa esacerbasse a causa di un distacco improvviso e duraturo. E' possibile formulare qualche consiglio su come affrontare la situazione?
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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
Gentile Signora,
come per ogni nuova esperienza è importante che il bambino non "senta" ansia e preoccupazione da parte vostra nel lasciarlo dai nonni, perchè altrimenti potrebbe pensare che quello è un luogo dove non starà bene.

Siete davvero entrambi convinti e sereni di fronte a questa decisione? Vi sentite per qualche motivo "in obbligo" di soddisfare questo desiderio dei nonni?

Tenete presente che per prima cosa si tratta di valutare se il bambino può affrontare un distacco lungo dalla mamma, che fino ad ora non ha mai lasciato: forse è meglio abituarlo gradualmente con distacchi temporanei, attraverso i quali impari a riconoscere che poi ci si ritrova e si continua a volersi bene.

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile utente,
da quanto riferisce sembra che il bisogno parta dai nonni, non da voi.

Valutate quindi in primo luogo i vostri reali sentimenti in merito ad una soluzione come quella che avete prospettato e concordo pienamente con il parere della collega sulle modalità di distacco.

Mi sembra anche di capire che il bimbo non abbia molte possibilità di socializzare con altri bambini e nemmeno voi con altri genitori.
Sarebbe utile cominciare a portarlo in posti frequentati dai pari (parchi, giardinetti o altro). Tra l'altro potrebbe essere un'occasione per condividere la vostra genitorialità. Spesso proprio i bimbi e le loro attività portano mamme e papà a fare nuove conoscenze, portando una ventata d'aria fresca per tutta la famiglia.

Cordialmente

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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Dr. Antonio Vita Psicologo, Psicoterapeuta 707 23 51
Preg.ma Utente,

Non mettetevi in testa delle idee che non sono corroborate da nessuna diagnosi né da analisi oggettive del comportamento che potrebbero indurvi a pensare che si tratti di sintomi portatori di patologie che non sono tali.
Il bambino è ancora piccolo e non tutti sviluppano con le stesse modalità e gli stessi ritmi. Ognuno ha tempi propri. Però fate bene a porre il problema.
Vediamo: ai nonni è difficile lasciarlo perché il bimbo non è abituato a stare con loro. E poi voi siete molto lontani. Però un po’ di socializzazione ci vuole perché mi pare che la vostra famiglia sia piuttosto rinchiusa in se stessa. Il bambino ha bisogno di molti stimoli.
Quindi, giocattoli, ma non eccessivi, e materiale plastico e informe, tipo plastilina o pongo da maneggiare e con i quali si possono fare, anche a quell’età, oggetti a cui i bambini stessi assegnano nome, entità, raffigurazioni.
Non lo inviate all’asilo nido, secondo una vostra scelta, ma permettetegli di avvicinarsi ad altri bambini. Portatevi a casa degli ospiti amici che abbiano un bambino e fatelo giocare con lui o con lei, su una coperta stesa sul pavimento, con pochi giocattoli, ma che siano coinvolgenti e che attraggano la loro attenzione. Siate voi stessi attenti a quello che il bambino predilige perché spesso, a posto di sofisticati giocattoli moderni, un bambino è capace di giocare con una vecchia e scorticata automobilina per delle ore.
Provate, nel passeggio, ad avvicinarvi ad altri bambini e vedete come il vostro si comporta. Prima sarà un po’ titubante, poi man mano che si sente sicuro e che non ha paura dell’altro, entrerà in rapporto e riuscirà ad entrare in sintonia con tutti.
Per la sua educazione prendete qualche libro che vi aiuti a capire lo sviluppo per tappe del vostro figliolo.
Scusate se vi propongo un libro che mi sta a cuore e che è scritto per i nonni, ma vale anche per i genitori. È scritto con una prosa colloquiale ed accessibile ed è risultato molto gradito al pubblico e alla critica.
http://www.lafeltrinelli.it/products/9788889845349/Diventare_nonni_e'_un_evento_straordinario/Antonio_Vita.html

Siccome siete di Milano, guardate anche questo commento che è di un giornale milanese:
http://www.europa-in.it/leggi.php?artID=1626427

Poi fatevi risentire, si faccia risentire signora, perché mi interessa questo sviluppo. Adesso il piccolo sta attraversando nella formazione del linguaggio l’Olofrase, o la parola-frase. Non vi preoccupate: ogni bambino ha i suoi tempi.
Contattateci se avete altre cose da chiederci.

Con tanti cari auguri.
Un bacione grosso grosso al bambino da un neo-nonno.