Mi dicono

Buongiorno!
Volevo porvi il mio problema che ho scoperto di avere adesso, ho appena iniziato a lavorare e, subito il primo giorno di lavoro, faccio il falegname, il mio supervisore mi ha detto: "Sei serio, sei un bravo ragazzo ma... ma devi avere più grinta!!
Ora è un mese che lavoro e il mio supervisore mi ha dato l'ultimatum oggi, - vediamo questa settimana come vai sennò ti lascio a casa, ti manca la grinta! Non voglio perdere un lavoro che mi piace per questa stupidaggine! Come posso tirare fuori sta maledetta grinta?? Io dò il mio meglio sul lavoro, e lo sa anche lui, ma la grinta mi frega. Forse sarà il mio carattere inizialmente timido e introverso, forse sarà la mia insicurezza, la paura di fare una cosa e sbagliare. Io gli ho detto anche che la grinta la si fa col tempo ma oramai ho davvero poco tempo per farmela uscire. Come devo fare?
Oltretutto adesso mi sono pure scoraggiato dicendomi che nessun lavoro fa per me, che non avrò mai un futuro, che diventerò un barbone!
Io sul lavoro faccio tutto ciò che mi si dice, si mi faccio ripetere le cose quasi sempre 2 volte per paura di non aver capito male, magari è questo? Voglio imparare questo mestiere e mi rendo conto che il lavoro non ha tempo per ragazzi come me appunto per questo mi scoraggio! Aiutatemi per favore!
Cordialmente!
[#1]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Ma a lei piace veramente il mestiere di falegname?

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#2]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile ragazzo, mi pare di capire che tu ti stia ritrovando in queste affermazioni del tuo capo.
Essere timido e introverso non è una malattia, è un tratto.
Tuttavia negli ambienti di lavoro è importante non solo come la persona lavora, ma anche come la persona riesce a relazionarsi con i colleghi, col capo, con i clienti, ecc... e quanto sa dare all'azienda per la quale lavora. Questo riguarda anche il fatto di abbandonare la paura di sbagliare (che all'inizio ci sta), in modo tale da non farsi ripetere le cose due volte sempre...

Sono importanti, a mio avviso, le abilità sociali e relazionali.
Fuori dall'ambiente di lavoro, se non ho capito male, non hai questi problemi?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#3]
dopo
Attivo dal 2010 al 2011
Ex utente
Si, ho fatto l'elettricista ma ci andavo controvoglia, facevo gli sforzi tirando su degli oggetti pesanti ma non mi sentivo, come dire, mmmh realizzato. Questo lavoro invece mi piace, infatti fare qualsiasi sforzo non mi pesa.
[#4]
dopo
Attivo dal 2010 al 2011
Ex utente
La paura sul lavoro ce l'ho sempre da quando ho iniziato a lavorare. Ma sono io a farmi ripetere le cose, un pò per il rumore delle macchine e un pò per essere sicuro di ciò che mi ha detto, ma la grinta come la tiro fuori?
Comunque nella vita di tutti i giorni ho solo una paura: la paura di rispondere a una provocazione per la reazione del mio diciamo "avversario".
[#5]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> Oltretutto adesso mi sono pure scoraggiato dicendomi che nessun lavoro fa per me, che non avrò mai un futuro, che diventerò un barbone!
>>>

Già, e magari finirà sotto i ponti, ripudiato e avversato da tutti. Dovrà andare alla Caritas per mangiare e vivrà di elemosina, con la barba lunga, puzzando tutto il giorno.

Non esageriamo, per favore! Avrà tempo a diventare barbone, quando avrà vissuto un po' di più e più tempo per deludersi dalla vita.

Io, piuttosto, non so se vorrei stare in un lavoro dove il mio supervisore prendesse per mancanza di grinta il mio scrupolo nel voler capire e imparare bene. Anzi, glielo direi chiaro e tondo: "Mi dispiace, capo, ma se lei non riesce ad apprezzare la mia buona volontà d'imparare e capire bene le istruzioni che mi date, per non sbagliare e fare un buon lavoro, forse questo lavoro non fa per me".

Ma prima mi farei spiegare cosa intende, esattamente, con "grinta".

Cordiali saluti
[#6]
dopo
Attivo dal 2010 al 2011
Ex utente
Per grinta mi ha fatto capire che quando mi chiama al posto di camminare veloce, devo correre, usare la forza magari per spingere qualcosa e farlo forte in modo che non si stacchi più, non sò se ha capito. Questo è quello che mi ha fatto capire. Lui dice, che io ho un costo per lui.
[#7]
dopo
Attivo dal 2010 al 2011
Ex utente
Per grinta mi ha fatto capire che quando mi chiama al posto di camminare veloce, devo correre, usare la forza magari per spingere qualcosa e farlo forte in modo che non si stacchi più, non sò se ha capito. Questo è quello che mi ha fatto capire. Lui dice, che io ho un costo per lui.
[#8]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Bene, ma dato che ha solo 20 anni è bene che inizi a capire da subito una cosa importante: in tutti i campi della vita, aspettando che siano gli altri a darci valore si rischia di aspettare un bel pezzo. Non deve sentirsi solo come un oggetto passivo da giudicare e valutare, tale per cui se gli altri la svalutano ciò deve corrispondere automaticamente alla "verità".

Per il suo bene, inizi a scegliere. Scegliere cosa vuole fare, certo, ma anche il modo in cui vuole farlo. A lei piacerebbe diventare un bravo falegname, ma in tutta sincerità la alletta la prospettiva di arrivare all'età pensionabile con un datore di lavoro che fin dalla prima settimana la fa sentire un inetto senza spina dorsale, come uno "che è un costo"?

Specie nella sua zona le possibilità non dovrebbero mancare. Perciò continui a guardarsi d'attorno e impari a essere lei il primo giudice di se stesso e a essere più selettivo. Se non riesce da solo, è indicato il ricorso allo psicologo psicoterapeuta.

Cordiali saluti
[#9]
dopo
Attivo dal 2010 al 2011
Ex utente
Dottore, ma io non ho un diploma e trovare lavoro per me è dura ai tempi d'oggi.
E poi cosa intende per << Non deve sentirsi solo come un oggetto passivo da giudicare e valutare, tale per cui se gli altri la svalutano ciò deve corrispondere automaticamente alla "verità". >>
E come faccio ad essere giudice di me stesso? Sono molto pessimista e non ho molta autostima in me, sembro forte perchè sembra che faccio scivolare tutto ma queste cose mi fanno riflettere e poi mi faccio paranoie e l'autostima, che era salita quando ho avuto questa possibilità di lavoro, mi cade a picco!

Cordiali saluti.
[#10]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> E come faccio ad essere giudice di me stesso? Sono molto pessimista e non ho molta autostima in me
>>>

Infatti non è qui che potrà ricevere questo tipo di aiuto. Gliel'ho detto chiaramente: se non riesce da solo, è indicato il ricorso allo psicologo psicoterapeuta. Ma di persona.

>>> sembro forte
>>>

A me non sembra. Forse è proprio per questo, in fondo, che ci ha scritto. Il problema che ci sta ponendo non ha nulla a che vedere con diplomi o altro. Altrimenti seguendo il suo ragionamento chiunque senza un diploma dovrebbe stare male, ma ciò è evidentemente falso. Invece, il problema è che:

>>> Sono molto pessimista e non ho molta autostima in me
>>>

È per questo che dovrebbe ricercare l'aiuto di un professionista, se sente di non farcela da solo.

Cordiali saluti
[#11]
dopo
Attivo dal 2010 al 2011
Ex utente
E l'aiuto in cosa consisterebbe fatto faccia a faccia?
[#12]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Può leggere questi articoli per farsi un'idea su che cos'è una psicoterapia e per informarsi su alcuni dei più diffusi approcci psicoterapeutici:

http://www.giuseppesantonocito.it/art_psicoterapia.htm

https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html

Se poi avrà bisogno di ulteriori chiarimenti, chieda pure.

Cordiali saluti