Come spiegare la morte di un caro ad una bimba di tre anni

Buongiorno,
vi chiedo un consulto per una mia amica a cui è morto il padre circa 10 giorni fa.
Lei ha una bimba di tre anni,e non sa come spiegarle cio' che è successo e soprattutto non sa come dirle che non rivedra' piu' il nonno.
Per il momento le hanno detto che gli angioletti avevano bisogno di un autista che li portasse a scuola(dato che questo era il suo lavoro,guidava il pullman dei bimbi),ma la bambina quando sente bussare alla porta chiede sempre se è il nonno oppure quando va dalla nonna chiede del nonno.Le hanno spiegato che il nonno è lontano ma non sanno come farle capire l'assenza definitiva evitandole false speranze .
Vi ringrazio in anticipo per la vostra disponibilita'.
Distinti saluti
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Dr. Alessandro Raggi Psicologo, Psicoterapeuta 479 13 31
i bambini di quell'età non possono comprendere l'assenza definitiva, poiché non hanno sviluppato capacità psicologiche che si sviluppano solo dopo stadi di evoluzione che variano a seconda dell'età.
L'irreversibilità di molti accadimenti o processi, inclusa la morte, è comprensibile alla psiche di un bambino solo dai 5/6 anni in poi.
Dunque è naturale che la bimba, attenda il nonno in un certo senso.
Mi sembra molto bella la metafora che avete utilizzato per "spiegare" alla bimba la scomparsa del nonno e d è adeguata al suo sviluppo cognitivo.

cordialmente

Dr. Alessandro Raggi
psicoterapeuta psicoanalista
www.psicheanima.it

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Dr.ssa Paola Cattelan Psicologo, Psicoterapeuta 536 10 16
La bambina era abituata ad associare alcuni luoghi o rituali al nonno, è normale che abbia bisogno di tempo per, se non comprendere, adattarsi all'idea della sua assenza.

Ma anche per gli adulti non è facile elaborare la perdita di una persona che faceva parte della propria vita e, quindi, trasmettere un senso di irreversibilità.

Utilizzando le metafore che la famiglia ritiene più vicine alla propria sensibilità (come quella degli angioletti), poco per volta, con i tempi di cui anche gli adulti hanno bisogno (sono passati solo pochi giorni dal lutto), la storia si potrà modificare in un modo più definitivo, magari legando il ricordo del nonno (non più solo autista, ma angelo lui stesso) ad una stella dove si trova insieme agli altri angeli.

Un caro saluto.

Dr.ssa Paola Cattelan
psicologa psicoterapeuta
pg.cattelan@hotmail.it

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Dr.ssa Minerva Medina Diaz Psicologo, Psicoterapeuta 27 1
Buongiorno,


Come diceva il collega, i bambini a questa età non riescono ancora a capire il significato di definitività (il coyote del cartone animato si rialza dopo essere stato schiacciato). Quindi non solo porranno domande sul ritorno del nonno, ma possono non essere realmente colpiti dalla sua morte, poiché si aspettano che la persona ritorni presto.
La prima volta che si parla è bene parlare dell’accaduto, riferire solo delle nozioni fondamentali, è bene dirli soltanto ciò di cui ha bisogno di sapere: che il nonno è morto, com’è morto e cosa significa essere morto. Quindi è bene usare le metafore più consone alle proprie credenze, però è importante sapere che è meglio non essere ambigui, pur di evitare confusione e false aspettative nel bambino.
Mi chiedo solo se per la bambina gli angoletti sono legati al concetto di morte. Questa bambina probabilmente continuerà a fare domande, quindi è meglio evitare le ambiguità. E’ bene usare parole semplici come “morto”, o “ha smesso di funzionare” per stabilire che il corpo è biologicamente morto. (In seguito dopo che la bambina avrà compresso che il nonno è morto per sempre, potrete parlare anche di una vita ultraterrena, se è ciò in cui credete).
E’ consigliabile parlare con la bimba il più serenamente e dolcemente possibile, ditegli cos’è successo. All’inizio la madre, il papa o una persona vicina dovrebbe ricostruire la storia: dire che è accaduta una cosa molto triste, che il nonno è morto. Spiegate cosa vuol dire “morto” (“morto” significa che il corpo ha smesso di funzionare e non farà nessuna delle cose che era solito fare). In seguito fategli sapere che gli starete vicino per aiutarlo ad affrontare quanto gli è successo. Fategli sapere se ci saranno dei cambiamenti. I bambini hanno bisogno di ascoltare storie con un principio, un centro e una fine. Passo a passo, con calma dovrebbe essere messo al corrente con parole che possa capire facilmente.

Forse la sua amica ha delle difficoltà a parlare della morte. Forse non è solo difficile, ma impossibile. Se è così, è meglio dirlo francamente al bambino, anche se ha solo tre anni. Ad esempio: “non sono molto capace di parlare della morte, quando io ero piccola è morta pure mia nonna, pero penso che sia davvero importante e voglio provarci. Questo aiuterà ad aprire le linee di comunicazione”. Questa è soltanto un’ipotesi per rendere l’idea di qual è l’atteggiamento migliore.


Per concludere, lei potrebbe informare la sua amica di questo portale e incoraggiarla a porci lei stessa le domande di cui ha bisogno una risposta.

Tanti saluti,
Minerva Medina-D.

Dr.ssa Minerva Medina-Diaz, psicologa
specialista in psicoterapia cognitiva POSTRAZIONALISTA EMDR
www.minervamedina.it