Sentirsi persa dopo un libro

Sono una ragazza di 22 anni, malata di leucemia.
Ho sempre affrontato tutto con grande forza, ho visto soffrire le persone a me care e ho cercato di dare sempre loro coraggio, cercando di non lamentarmi troppo quando stavo male per non farli preoccupare ancora di più.
Sono sempre stata un tipo molto riservato e timido.
E' da un paio di giorni che mi sento persa e sola, come se nessuno saprebbe colmare questo vuoto che sento.
I miei migliori amici sono i libri e da pochi giorni ho finito di leggere una saga. Mi sono sentita malissimo e piangevo come se fosse morto qualcosa a me caro.
Ma sono normale? Ogni volta che ci penso, sto sempre più male. Come devo fare per non soffrire più?
Sono stanca. Ho voglia di viaggiare, ma non posso fare niente finchè ho questa malattia...
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile ragazza,
Penso la forza che lei esprime cercando di fare coraggio ai suoi e cercando di condurre una vita quando possibile serena, abbia di tanto in tanto bisogno di appoggiarsi a qualcosa. Piangere perche' si e' terminato di leggere una saga in dei libri e' un modo di esprimere l'emozione. Un modo maturo.
Spero che Lei sia seguita da uno psicotfrapeuta che le consenta di elaborare le emozioni che connotano la sua sitiuazione e di dare un senso agli stati d'animo che la riguardano.
Ci tenga al corrente, se vuole. I miei migliori auguri.

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Cara ragazza,

come biasimarla? Sta affrontando e combattendo con coraggio la sua malattia e, da quanto dice, è lei che supporta i suoi cari in questo percorso e si preoccupa di non farli soffrire. Ma chi si prende cura delle sue emozioni? Chi si preoccupa veramente di quanto lei avrebbe bisogno di uno sfogo?

L'unico sfogo che trova è nei libri e, credo, sia normale rifugiarsi in essi e farsi coinvolgere emotivamente al punto da trovare nel pianto una umana e condivisibile scarica emotiva.

La sua voglia di viaggiare, di conoscere luoghi nuovi, viene probabilmente compensata con la lettura. Il libro le permette di viaggiare con la mente e di vivere quelle emozioni che nella realtà non possono essere, al momento, realizzate.
Cosa ci sarebbe di anormale in questo? Stia tranquilla, è assolutamente normale.

Mi auguro che presso la struttura in cui è in cura sia seguita anche da uno psicologo psicoterapeuta che possa aiutarla a elaborare il suo vissuto emotivo.

In caso contrario, credo che un appoggio in questo senso sarebbe opportuno.

Le auguro che possa presto, grazie alla grande forza d'animo che traspare dalle sue parole, trovare un po' di serenità.

Un caro saluto

Dr. Roberto Callina - Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Specialista in psicoterapia dinamica - Milano
www.robertocallina.com

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dopo
Utente
Utente
Grazie per queste belle parole.
Purtroppo, il mio ospedale si occupa solo di curare "fisicamente" ed ho vergogna di chiedere ulteriore aiuto ai miei genitori..
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Eh, ma finché continuerà, da ammalata, a collocare la serenità degli altri un posto avanti al suo, continuerà a soffrire due volte.

Deve pensare che il forte disagio che ci sta descrivendo è sano. È il suo corpo che le sta inviando un segnale, che le sta dicendo saggiamente: "Ma scusa, stai così male e ti preoccupi di non chiedere aiuto per non arrecare disturbo al prossimo?"

Essendo maggiorenne può recarsi anche da sola alla sua Asl e chiedere un primo colloquio psicologico.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com