Depressione o cosa?

Salve,
sono una studentessa universitaria di 24 anni e, da circa un paio d'anni, soffro di un senso di vuoto, che mi preclude il piacere di fare qualsiasi cosa.
Cerco di inquadrare meglio la mia situazione: vivo da sola dall'età di 18 anni (per esigenze di studio, sono la "classica" fuorisede a 900 km da casa); la scelta degli studi da intraprendere non è certo stata facile e alla fine mi sono buttata un po' alla "cieca" in una facoltà quinquennale, che si è poi dimostrata più impegnativa di quel che pensassi (sono al primo anno fuori corso); sono fidanzata da 4 anni con un ragazzo più grande di me di 5, che lavora e ormai è ad un punto della sua vita in cui "si sta sistemando"; ho sempre avuto un gran rispetto nei confronti dei miei genitori ed il solo pensiero di deluderli mi distrugge.
Ciò detto, le mie giornate ormai si sono ridotte ad un continuo ciondolare in giro per casa, senza riuscire a realizzare niente di concreto o costruttivo, abbandonando tutti i buoni propositi che, ogni mattina appena sveglia, mi ripropongo di mantenere (es. studiare in primis, praticare dello sport, fare nuove amicizie). Eppure all'esterno non lascio trasparire nulla di tutto ciò, l'idea che gli altri possano aver sentore del mio malessere mi provoca vergogna e senso di inadeguatezza. L'unica persona con cui, a sprazzi e non completamente, riesco a sfogarmi è proprio il mio ragazzo che però, conducendo uno stile di vita diverso dal mio, non riesce a comprendermi a fondo. In più, recentemente, ho sperimentato una fase di "apprendimento" riguardo alle amicizie (o che almeno consideravo tali), che si sono rivelate dei rapporti sterili e soprattutto falsi.
Preciso che, a queste fasi "autodistruttive", alterno dei momenti (purtroppo effimeri) in cui dimentico ogni sorta di problema e ritorno ad essere la "vecchia me", solare, socievole, disponibile, propositiva. Sono quasi certa che tutto ciò dipenda dai miei insuccessi universitari, che vengono comunque alimentati da questo mio "essere spenta" (sembra un cane che si morde la coda, ma ora come ora non vedo via d'uscita). Ho provato ad automotivarmi, ponendomi degli obbiettivi (ambiziosi, ma non impossibili), ricevendo però ulteriori delusioni da me stessa.
Mi è stato consigliato di parlarne con uno psicologo (da una delle mie "amiche"), ma, ahimè, anche questo mi provoca vergogna (non sarei mai in grado di aprirmi così tanto, faccia a faccia con uno "sconosciuto").
Sono in una situazione di stallo da cui desidero disperatamente uscire ed andare avanti con la mia vita. A voi, gentili professionisti, chiedo un parere sulla mia condizione ed anticipatamente vi ringrazio.
Cordiali Saluti.
M.D.V.
[#1]
Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
(..)Mi è stato consigliato di parlarne con uno psicologo (da una delle mie "amiche"), ma, ahimè, anche questo mi provoca vergogna (non sarei mai in grado di aprirmi così tanto, faccia a faccia con uno "sconosciuto").(..9
gentile ragazza, lo psicologo ha un ruolo ben preciso, non è uno sconosciuto al quale raccontare i propri problemi, ma un dottore addestrato a trovare il modo di risolverli. Se lei avesse un problema fisico chiamerebbe lo specialista medico uno sconosciuto del quale avere vergogna?
Se di depressione si tratti occorre innanzitutto una diagnosi e poi un intervento, ma per fare entrambi deve andare dallo psicologo-psicoterapeuta.
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

[#2]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Ragazza,
Il primo passo lo ha fatto gia' scrivendo online, se pur in anonimato, veramente tanto di se stessa.
Lo psicologo, per formazione ricevuta, sara' capace di creare quel clima empatico e collaborante, caratterizzato dall' assenza di giudizio, che l' aiutera' a superare ogni vergogna o resistenza.
Da qui sapere se si tratta di depressione, non e' possibile saperlo, vada con fiducia, a diagnosi effettuata, si stabilira' il da farsi.

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#3]
dopo
Attivo dal 2010 al 2014
Ex utente
Gentilissimo Dr. De Vincentiis,
la ringrazio per la sua pronta risposta. Sono assolutamente convinta e consapevole che lo psicologo abbia un ruolo ben preciso e cruciale in questo genere di problematiche Il punto è che sono io a non essere in grado di espormi ad un tale intervento professionale, probabilmente proprio per minimizzare la mia situazione, essendo ancora speranzosa nel "potercela fare da sola". Penso sia più una paura, da parte mia, di ammettere ad alta voce che qualcosa non va.
Cordiali Saluti
M.D.V.
[#4]
dopo
Attivo dal 2010 al 2014
Ex utente
Gentilissima Dr. Randone,
ringrazio anche lei per la considerazione. La rimando alla risposta che ho dato al Dr. De Vincentiis; sono consapevole che un consulto "faccia a faccia" potrebbe effettivamente giovarmi, ma non mi sento affatto in grado di effettuarlo.
Probabilmente più che di un parere, avrei bisogno di un consiglio pratico su approcciare un cambiamento.
Anticipatamente la ringrazio.
Cordiali Saluti
M.D.V.
[#5]
Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
(..)probabilmente proprio per minimizzare la mia situazione, essendo ancora speranzosa nel "potercela fare da sola (..)

questo è ciò che, in genere, determina un peggioramento dei problemi.
ci rifletta.
saluti