Blocco mentale e ansia da esame

Gentilissimi Signori,
ho letto vari consulti risolti in merito al problema che da un pò di tempo mi affligge, ma non ho, purtroppo, ritrovato i caratteri che mi descrivono, premettendo che è un argomento molto soggettivo e personale.

Sono una studentessa universitaria al primo anno fuori corso. Da un anno circa faccio molta fatica, per non dire che spesso fallisco, nel passare gli esami.
Sono sempre stata abbastanza sveglia, (sono uscita con 100 alle superiori) e me la sono sempre cavata studiando equilibratamente senza fare full immersion esagerate.
Poi ho incontrato l'esame di matematica, materia che è sempre stata abbastanza ostica, e si è inceppato qualcosa. Premetto che l'università l'ho iniziata per passione personale oltre che per orgoglio. Al termine della maturità a causa di un problema familiare molto importante ho passato un periodo di malessere psicologico (tristezza, delusione personale), poi con calma sono riuscita a riprendermi e riprendere la carriera universitaria senza particolari problemi.
Incontro matematica e mi blocco. Porto avanti questo esame da un anno senza risultati sebbene lo studio regolare, l'impegno e la capacità di risolvere esercizi e rispondere a domande quando sono a casa.
Ormai è diventato un peso che prende anche i miei familiari e la mia vita sentimentale, da cui inizialmente ho ricevuto un forte supporto e aiuto che mano a mano che fallivo sfumava.
Le aspettative per questo esame sono altissime e l'impegno per volerlo passare anche.
Il fatto è che quando arrivo in aula e mi siedo sono letteralmente terrorizzata. Cuore che batte in modo irregolare e forte, mal di stomaco, senso di nausea e paura.
Ho cercato di sdrammatizzare con i colleghi parlando d'altro nell'attesa dell'inizio dell'esame, ho provato a concentrarmi isolandomi dal resto, ho provato a farmi forza ripetendomi che in fondo si tratta solo di un esame, ho provato a scrivermi una lista di obiettivi per cui io posso passare l'esame e una lista di obiettivi per resistere.
Ho iniziato un nuovo lavoro part time da qualche mese sperando fosse una spinta e infatti ho studiato molto meglio e mi sento meno un peso vista la lentezza della mia carriera universitaria.
Ma tutti i tentativi per crederci non hanno funzionato, e la stanchezza, il peso e lo sconforto stanno ormai prendendo il sopravvento andando ad intaccare anche il resto degli esami.
Come posso fare per arrivare meno in ansia e per riprendere fiducia in me stessa con questo esame distruttivo?

Cordialmente ringrazio per la vostra disponibilità.
[#1]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile ragazza,
L'esame di matematica e' uno scoglio per molti studenti. E proprio perche' interviene quel blocco che afflige anche lei.
Una tecnica per depotenziare la sua capacita' ansiogena e' fare tanti esercizi, in modo da bypassare il blocco con l'abitudine.
Ci faccia sapere se ha funzionato! In bocca al lupo!

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

[#2]
Dr.ssa Sara Ronchi Psicologo 559 8 14
Gentilissima,

in questo esame lei ha investito sia risorse fisiche che mentali;
il mio consiglio è quello di staccare la spina per un po, lasciarlo da parte e iniziare a preparare un altro esame.
Deve cercare di allontanarsi per un po altrimenti il blocco riferito a questo esame, le blocca anche altre attività e ci va di mezzo anche la sua vita personale.
Quando si sarà riposata lo riprenda in mano e magari provi a prepararlo con un amica;
Purtroppo lo scoglio di un esame è un comun denominatore per quasi tutti gli studenti.

In bocca al lupo!

Dr. Sara  Ronchi
sara71ronchi@gmail.com -3925207768
www.psicologa-mi.it









[#3]
dopo
Utente
Utente
Vi ringrazio per le tempestive risposte.

Dottoressa Esposito la tecnica degli esercizi la uso ogni volta.
Ho provato sia esercitazioni del mio professore, che di temi d'esame veri e propri, che di altri testi riempiendo veri e propri blocchi e quaderni.
Ho anche provato a fare esercizi alla lavagna mentre il mio ragazzo (che è un asso in matematica) mi aiutava interrogandomi o aiutandomi a risolvere esercizi più difficili.
Prima di un esame solitamente prendo in mano i temi degli anni passati che si trovano nella bacheca del professore e li rifaccio con calma spiegando i procedimenti o ad alta voce mentre qualcuno mi ascolta o scrivendo i passaggi letteralmente.
Non funziona.
La mia è proprio paura.
Vado in crisi al momento in cui mi trovo il foglio davanti e mi sento ripetere nella testa "Devi passarlo altrimenti è un'altra delusione, altrimenti non vai avanti, altrimenti dovrai dire di nuovo che hai fallito".
E nello stesso tempo mi sento ripetere "Dai che puoi farcela, che ti diranno che sono orgogliosi di te, ecc"
Che io vorrei la perfezione e l'ordine che non riesco ad avere in quell'esame.
[#4]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile ragazza,
Da quello che ci dice il problema "matematica" e' in ultimo ordine "il problema".
In primis c'e' tutto questo lavori'o mentale che le satura ogni capacita' di ragionare "sul compito"..
A proposito. Su che tipo di matematica verte l'esame? Analisi natematica? Geometria analiica?
Le capita in altri campi della vita di ricercare la perfezione?
[#5]
dopo
Utente
Utente
Gentile Dottoressa,
l'esame è analisi matematica con accenni di algebra lineare, ho fatto una scuola superiore di stampo ragionieristico quindi molte cose non le avevo mai viste, e ovviamente mancandomi le basi ho dovuto lavorare molto per arrivare al livello necessario, il che mi ha portato a spingere l'esame più avanti rispetto gli altri.

Di carattere sono piuttosto orgogliosa, difficilmente tendo a chiedere aiuto è più probabile che voglia farcela con le mie forze, sebbene per gli altri invece sia molto più che disponibile.
Sono riuscita anche se con alcune difficoltà a mettere via l'orgoglio e a chiedere aiuto anche a più persone, e già il fatto di scrivere qui per me è importante in quanto non tendo molto a mostrare i miei lati deboli.

In ultimo sì, ricerco spesso la perfezione, e l'ordine.
Soprattutto se si tratta di lavoro o studio. Mi piacciono le cose fatte bene sia esteticamente che di contenuto, prestando attenzione anche ai dettagli.
Questa ricerca poi la impiego soprattutto quando mi vengono affidati compiti o mansioni, o anche quando devo aiutare in qualche modo altre persone.
Un altro punto è che mi piace farlo. Cioè mi piace aiutare gli altri a semplificargli le cose, rendendo i loro bisogni ordinati e pronti.
Può essere questo un aspetto determinante?
[#6]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
La ricerca della perfezione da' molta soddisfazione, me ne rendo conto, ma ha un costo antissimo! Specialmente provenendo da un corso di studi ove la matematica non e' la principale disciplina immagino che sia davvero dura!
Che testo sta usando? Un ottimo testo (pieno di esercizi) e' "Analisi Matematica" di Ferrauto.
[#7]
dopo
Utente
Utente
Ho utilizzato il testo del mio professore, più varie dispense scritte anche da altre mani con esercizi, più altri testi prestati.
Ma credo che il problema, purtroppo, non siano più gli esercizi, sia l'approccio all'esame, perchè al momento, sebbene le aspettative siano alte e il sogno di rendere orgogliosi tutti mi porti a sognare risultati quasi perfetti il fatto di non riuscire a passare la sufficienza mi manda molto in crisi.
Durante l'esame posso fare i ragionamenti giusti, ma ad un certo punto mi blocco, perdo il ragionamento, oppure provo a pensare cosa c'è che non va, o a verificare e mi perdo.
Mi ingarbuglio da sola perchè ho paura di sbagliare.
Così facendo mi agito e i risultati sono quelli che ho visto finora, che mi mandano sempre più in sconforto sebbene sappia quanto non me li meriti.
[#8]
Dr.ssa Roberta Fuga Psicologo, Psicoterapeuta 23
Gentile ragazza,
proprio l'elevata aspettativa e la paura di non passare l'esame che ti cera questa difficoltà.

Talvolta non è solo il metodo di studio non idoneo a rallentare il lavoro e a rendere l'apprendimento molto più lento e difficile. Talvolta sono anche i pensieri antecedenti e conseguenti l'atto di studiare. Mi spiego meglio, in quanto quello che tu vivi in questo momento, è una situazione abbastanza comune a molti studenti... me compresa quando stavo all'università. Nei confronti degli esami, puoi avere aspettative elevate di successo ( vorresti far bene e prendere un bel voto ad esempio ) e nel momento in cui inizi a studiare potresti avvertire pensieri tipo"devo far bene, chissa se riesco a prendere un bel voto, chissa se... ( pensa a cosa ti viene in mente quando apri un libro!)" . Generalmente a tali pensieri si accompagna un emozione : l'ansia. Il normale comportamento è quello di rimandare e procrastinare quanto stai facendo(lo studio) in quanto in quel modo l'emozione spiacevole si abbassa di livello. Non è tanto la situazione a creare difficoltà quanto i pensieri ad essa collegati.
A mio parere, un percorso psicologico potrebbe aiutarti a comprendere quali situazioni ti creano pensieri che , in questo momento, non sono funzionali al tuo vivere quotidiano e ti "bloccano in questo esame".
In bocca al lupo.

Dr.ssa Roberta Fuga Psicologa - Psicoterapeuta cognitivo - comportamentale e Grafologa Roma
www.psicoterapeutadiroma.it
Via San Roberto Bellarmin

[#9]
dopo
Utente
Utente
Gentilissima Dottoressa Fuga,
sono assolutamente d'accordo con lei sul fatto che i pensieri che ormai ho sviluppato in merito a questo esame creino difficoltà.
Già il solo fatto di pensarci mi porta ad una sorta di stato d'ansia.
Con cuore che batte, respiro pesante. Da aggiungere poi la difficoltà a dormire.

Inoltre, se, come consigliato dalla Dottoressa Ronchi provo a pensare di staccare la spina in modo da allontanarmi da questo esame la vivo con il senso di colpa di non averci provato.
Come se volessi scappare. Il fatto è che invece io voglio affrontarlo, con lo studio e con il pensiero giusto, come ho sempre affrontato tutte le difficoltà che ho trovato finora, ma i risultati non arrivano mai.
[#10]
dopo
Utente
Utente
Dottoressa Fuga, se posso Le vorrei chiedere gentilmente cosa intende per "percorso psicologico" e in cosa consisterebbe.

La ringrazio.
[#11]
Dr.ssa Roberta Fuga Psicologo, Psicoterapeuta 23
Gentile utente,
mi scuso nella tardiva risposta.
Per percorso psicologico intendo colloqui psicologici in cui hanno come obiettivo di definire, comprendere la problematica presentata per poi cercare strategie di intervento efficaci in relazione al problema. Ad esempio (brevemente) nel suo caso si potrebbe indagare la sua storia di apprendimento, i suoi successi e non scolastici ma sopratutto cercare di capire come si sente ora. indagare i suoi pensieri a riguardo e l'ansia che l'assale ogni volta che cerca di studiare o dare un esame.

sarebbe riduttivo spiegare il nsotro lavoro in poche righe, in quanto il lavoro che svolgiamo è molto complesso e fatto di tanti variabili: in primis la persona ...

Spero di averle chiarito in parte i suoi dubbi.

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