Angoscia e tristezza

Salve, sono una ragazza di 20 anni, studentessa fuori sede.
Due anni fa ho intrapreso un percorso di psicoterapia cognitivo-comportamentale per risolvere un problema legato a disturbi d'ansia e di attacchi di panico che si è risolto nell'arco di 5 mesi.
Dalla fine del mio percorso di psicoterapia ad oggi ho intrapreso un cammino di crescita personale, riscontrando diverse soddisfazioni sia in campo scolastico che in campo affettivo e personale.
Il problema si presenta all'incirca 10 giorni fa quando, improvvisamente, inizio ad avvertire un forte senso di anogoscia e tristezza. E' stata come una fitta al centro dello stomaco che mi ha spaventata molto perchè ho ricominciato a pensare alle sensazioni che ho provato in passato di ansia e forte tristezza. Ripensavo che non volevo assolutamente rivivere quell'inferno e più ci pensavo più il senso di malessere aumentava fino a sfociare in una condizione cronica di angoscia e forte tristezza e voglia di piangere in continuazione. Più mi concentro su quella sensazione di disagio e malesse più aumenta, e la cosa terribile è che non riesco a trovare un motivo valido per stare così. Sto vivendo un momento della mia vita molto felice e spensierato, oserei dire che non mi sentitivo così in equilibrio da moltissimo tempo. E allora perchè proprio adesso mi chiedo. Continuo a pensare di avere la depressione, di essere depressa e che quindi dovrò assumere dei farmaci e se questi farmaci non faranno effetto vivrò questa condizione per sempre. E quindi il malessere aumenta ed è orribile. E' un terribile peso sullo stomaco che mi annebbia le gioie e le piccole cose che prima mi rendevano felice e.. leggera.

Mi rendo conto che un consulto online alla cieca renda difficile una diagnosi ma vorrei solo capire se quello che sto vivendo può essere ancora una volta un meccanismo ansiogeno o se può trattarsi effettivamente di uno stato depressivo improvviso.
Ringrazio anticipatamente per le eventuali risposte.
Linda
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
"....vorrei solo capire se quello che sto vivendo può essere ancora una volta un meccanismo ansiogeno o se può trattarsi effettivamente di uno stato depressivo improvviso."

Gentile Utente,

questo significa chiedere una diagnosi, che da qui non è possibile per ovvie ragioni.
Mi domando però se ne hai parlato in terapia di questo stato che si è verificato negli ultimi giorni.

Saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Dr. Fernando Bellizzi Psicologo, Psicoterapeuta 1.1k 37 6
Gentile Utente,

fprse dovrebbe ricontattare il terapeuta che l'ha seguita nel suo percorso per una più rapida comprensione di ciò che sta accadendo oggi e di quanto sia legato a quanto accaduto in passato. Questo perchè la terapeuta già la conosce e quindi è più facile riprendere il percorso che iniziarne uno nuovo.

Dr. Fernando Bellizzi
Albo Psicologi Lazio matr. 10492

[#3]
dopo
Utente
Utente
Purtroppo io ora studio e vivo a Roma e la mia psicoterpeuta esercita a Padova. La settimana scorsa sono stata a casa e l'ho contatta. Abbiamo avuto un solo incontro e lei ha detto di non preoccuparmi e di non analizzare questa cosa che sto vivendo con la lente di ingrandimento. Secondo lei è un dolore che aumenta nel momento in cui io lo rifiuto e non lo accetto. Sostanzialmente ha detto che mi devo dare tempo e capire cosa c'è che non va, ascoltando questo mio malessere e vedere come va.
Il punto è che per me è un inferno, non ce la faccio più a sentirmi in questo modo, è orribile è come vivere una continua inquietudine e la cosa che mi da più angoscia è che non riesco a trovare un motivo, e quindi penso che se non c'è un motivo scatenante non ci sarà nemmeno una soluzione efficace e mi viene da pensare che mi rimarà per sempre. Non so se sia il caso di cominciare una nuova terapia d'accapo qui a Roma o aspettare ancora e vedere se in qualche modo, cercando di pensarci il meno possible e rimanendo calma, passi da solo come è venuto.
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Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia Psicologo, Psicoterapeuta 739 20 3
Cara ragazza,
A volte e' possibile sentirsi giù anche quando tutto sembra andare per il meglio e non sempre le regioni del proprio malessere sono subito chiare oppure che vi sia una relazione causa-effetto tra motivo scatenante e nessuna soluzione. Capisco che lei abbia paura di ritornare al disagio di due anni fa, come se avesse una ricaduta e che questo timore possa amplificare le emozioni negative che sta provando, ma le consiglio di adottare quelle strategie e tecniche che ha certamente imparato nel suo percorso terapeutico e che si sono rivelate efficaci. Se poi dovesse vedere che il suo disagio non passa, può decidere di ricorrere a una consulenza per una valutazione specialistica.
Un cordiale saluto
Psicologa ad ind. Clinico
Psicoinazione.altervista.org

Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa. Psicoterapeuta. Analista Transazionale

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Dr. Fernando Bellizzi Psicologo, Psicoterapeuta 1.1k 37 6
Gentile Utente,

intanto il fatto di aver avuto anche il punto di vista della sua terapeuta è già un buon punto di partenza.
Sul cercare un sostegno a Roma provi a darsi un tempo, immaginando quale possa essere una data limite per quel "passi da sola". Non importa se non è una scadenza reale, ma almeno le serve per tenere d'occhio il livello del Suo malessere ed in un certo senso Le serve per sapere quando viene raggiunto il limite di sopportazione. Anche perchè cercare aiuto in emergenza non è lo stesso di cercare aiuto per tempo.



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dopo
Utente
Utente
Ringrazio entrambi per le risposte. La situazione sento che sta diventando veramente molto stressante e il continuo bisogno di rassicurazioni non porta a nulla. Credo chiederò un aiuto a livello clinico qui a Roma.
Grazie ancora,
L