Bugiarda o cos'altro?

Buongiorno, cercherò di riassumere il più possibile una vicenda che mi ha coinvolto e che mi coinvolge tuttora
Sono una donna di 46 anni, madre e moglie di famiglia, e mi interesso di affidamento famigliare e di problemi legati all'infanzia oltre che nella vità reale, anche partecipando a discussioni su forum o gruppi facebook. Su uno di questi forum, ho conosciuto un anno fa un ragazzo di 22 anni, che si è introdotto molto garbatamente nelle nostre discussioni e con cui ho iniziato un'amicizia virtuale tramite chat (premetto che non sono solita instaurare amicizie virtuali, ma con lui sarebbe stato impossibile avere un'amicizia vera, visti i km di distanza che ci separavano). Lui mi parlava della sua triste infanzia, degli abusi sessuali e maltrattamenti subiti, della sua difficoltà , ma nello stesso tempo desiderio di rifarsi una vita e di essere il più possibile sereno , nonostante gli incubi e le paure legate ai traumi del passato. Inoltre problemi di alcool , problemi di relazione con il padre e uno dei parenti abusanti, insomma una serie di vicende al limite dell'incredibile. Nel frattempo questo ragazzo aveva conosciuto una ragazza , da cui aspettava un bimbo e con cui cercava di costruirsi con fatica una famiglia. Intrecciata alla sua vita, c'erano anche le vicende , altrettanto drammatiche di un ragazzino di 15 anni, anche con lui ho iniziato a chattare e a parlare dei suoi problemi....finchè un bel giorno ho scoperto che era tutto falso; i nostri due amici non esistevano e l'artefice aveva fregato non solo me , ma anche altre persone, anche se io ero quella con cui parlava più spesso. Ho scoperto l'identità della persona con cui chattavo, una ragazza di 25 anni, che non ha potuto fare a meno di ammettere l'evidenza.Lei aveva inventato nomi e cognomi falsi e due identità che non ho ancora ben capito se sono inventate in tutto o in parte e mi aveva mandato foto false. In comune con i suoi amici inventati c'era l'indirizzo in cui abitava, il posto di lavoro e il fatto che c'era veramente un bambino in arrivo , quello che lei ha avuto il giorno stesso in cui il mio amico inesistente era diventato padre. La mia reazione è stata completamente negativa all'inizio, mi sono sentita tradita, in colpa per aver permesso ciò, e il senso di perdita come si trattasse di una persona reale. Poi ho iniziato ad elaborare la cosa ed ora sto meglio, ho iniziato a parlare con la ragazza, ci ho parlato anche per telefono e ho percepito un grande dispiacere per quanto accaduto , ma nello stesso tempo mi sembra di aver capito che lei forse non si rende conto di quello che fa, ho capito che lo ha fatto anche in altri ambiti, sempre virtuali, interpretando altri personaggi. Lei dice che non riesce a non mentire, dice che non lo farà più ma continua a farlo. Io non so se quello che mi dice sia vero o falso. Parlandoci di persona ho percepito una ragazza semplice, buona, ma forse un po' fragile e insicura. Ora la mia domanda è questa? Posso io sperare di aiutarla in qualche modo? Che problemi potrebbe avere? Come faccio io ad instaurare un rapporto con lei se non so se mi posso fidare? Non mi sento di abbandonarla del tutto , ma dove mi può portare un'amicizia del genere?
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Le darò una risposta secca, che forse non le piacerà: se fossi in lei mi toglierei quest'idea dalla testa.

Questa ragazza ha quasi certamente un problema che si manifesta non solo nel bisogno di millantare false identità, ma a quanto pare anche nella capacità di irretire persone sensibili come lei e di suscitare in loro un senso di accudimento.

Si tratta comunque di un comportamento palesemente disfunzionale, lasciandosi coinvolgere nel quale potrebbe un giorno pagarne le conseguenze.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Dr. Francesco Mori Psicologo, Psicoterapeuta 1.2k 33 31
Gentile utente,
concordo assolutamente con quanto scritto dal mio collega.
Spesso la necessità di assumere false identità è un forte indice di patologia e credo che la cosa migliore che possa fare è consigliarle uno specialista al quale rivolgersi. E' anche molto probabile che questa persona non accetti....
In ogni caso non si tratta di essere buoni o cattivi ma solo efficaci rispetto all'obiettivo che ci si pone. In altre parole se lei la vuole aiutare davvero forse farebbe meglio a defilarsi, dato che probabilmente non ha gli strumenti giusti per aiutarla, se non una sana empatia e grande sensibilità; in questo caso sfruttate.

Restiamo in ascolto

Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/

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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9

<Che problemi potrebbe avere?

Gentile Signora,
non è possibile determinarlo on line, e ancor di più per quanto riguarda terze persone, pur se con elementi riferiti.

<Come faccio io ad instaurare un rapporto con lei se non so se mi posso fidare? Non mi sento di abbandonarla del tutto , ma dove mi può portare un'amicizia del genere? >

Comprendo le sue buone intenzioni, ma perché accollarsi eventuali problemi di altri? Semmai se questa ragazza avesse seriamente problemi (come sembrerebbe) dovrebbe rivolgersi a uno specialista competente, ma la decisione spetta solo alla diretta interessata partendo dalla sua motivazione a farlo.

Perdoni la franchezza, non mi sembra un rapporto di amicizia nel senso classico del termine ma altro... non credo ci siano presupposti per positivi risvolti, anzi.

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

[#4]
dopo
Utente
Utente
E' proprio vero che lei/lui ha suscitato in me un senso di accudimento, come se si trattasse di un figlio, anche se comunque i nostri dialoghi non erano basati solamente sul parlare dei suoi problemi, ma si era instaurato un rapporto di confidenza reciproca, ma anche di chiacchere piacevoli.
Qualche conseguenza l'ho già avuta sulla mia pelle, essendo io una persona molto sensibile. Ho sofferto un po' quando ho scoperto la verità e ora l'idea di troncare in toto mi fa sentire male, mi sento in colpa per lei ma anche per essermi lasciata coinvolgere ; inoltre mi sento stupida per essere caduta così ingenuamente nel suo gioco. Sono comunque una persona con molte risorse e sono sicura di poter recuperare le mie forze..per ora sento un grande senso di impotenza e di vuoto. Grazie
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Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Gentile signora, apprezzo la sua sensibilità ed anche la sua pazienza, ma insieme ai colleghi la sconsiglio caldamente di continuare a farsi carico di persone e situazioni complesse, difficili, e alla fine deludenti..
L'empatia la sensibilità non bastano, scusi la franchezza , qui mancano gli strumenti tecnici, professionali che fanno sì che si accenda una luce rossa nella nostra testa, che ci permette di gestire .."la distanza emotiva" di cogliere ad esempio il bisogno di centralità, di gratificazione e anche di sfida che situazioni e persone come queste portano nei loro vissuti, ostentati e nelle parole che si ascoltano dire..
Non si tormenti, è stata un'esperienza anche questa...

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

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dopo
Utente
Utente
Dovrei chiudere definitivamente quindi con questa ragazza?
Approfitto della vostra gentilezza per farvi un'altra domanda: la sensibilità verso le persone che soffrono o l'empatia o la disponibilità ad ascoltare e a condividere emozioni e sofferenze è sola una caratteristica della persona, che si ha o non si ha, o può nascondere altri bisogni o essere "patologica"? (non credo sia il mio caso, ma saperlo potrebbe aiutarmi a distinguere le varie situazioni.) Per completezza di informazioni sul mio conto faccio presente che tale disponibilità si traduce anche in fatti concreti, come l'affido di un ragazzino che accogliamo ora in famiglia e che insieme a qualche problemino ci ha dato anche soddisfazioni e gratificazioni, non solo a me ma anche al resto della famiglia. Grazie
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
È una domanda difficile, senza conoscere lei (che ci scrive).

Ovviamente non desidera una risposta generica, ma una che l'aiuti a capire il suo caso specifico, solo che è impossibile da fare a distanza.

La sensibilità verso l'altrui sofferenza può essere equilibrata oppure può essere eccessiva, come qualsiasi altra qualità. Ma nel caso della sofferenza psichica può essere addirittura pericolosa, perché se non si è attrezzati a fronteggiarla si può cadere nell'errore di credere che, più buoni ci si mostra, più si riesce ad aiutare l'altro. Niente di più sbagliato.

Perciò niente di male ad accogliere e aiutare un ragazzino in affido, ma lasci stare i casi psicopatologici, perché il fai-da-te potrebbe portarle più grane che soddisfazioni.
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