Due psicoterapie in contemporanea è possibile?

in passato ho fatto quasi 3 anni di t.psicodinamica risultata fallimentare, in quanto sono rimasta molto ermetica e sono rimasta piena di pensieri e sentimenti inespressi (molto frustrante e deludente quindi).

ho interrotto questa terapia e ne ho iniziata un'altra sistemica con una donna che lavora sempre allo stesso csm (i 2 terapeuti si conoscono), la terapia è più vivace della precedente che mi aveva alquanto prostrato, e mi trovo bene, non è una "terapia del profondo" ma si incentra sul presente e sulle soluzioni pratiche.

solo che mi manca il vecchio terapeuta che fantastico anche dal punto di vista sentimentale, e mi manca quel tipo di terapia profonda, tanto che da una parte mi piacerebbe cominciare una nuova t. psicodinamica con un nuovo terapeuta più giovane, diciamo che ho voglia di vivere l'infatuazione da transfert però per la prima volta riuscire a tirare fuori tutto...

la terapeuta attuale non mi ha chiesto niente della terapia precedente e non sa delle mie fantasie sull'ex terapeuta, e penso che questo, come altri pensieri che ho, nella terapia con lei non si inseriscano bene.

è possibile fare due terapie di diverso orientamento contemporaneamente?
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
Gentile utente, se la psicoterapia ha la funzione di risolvere dei problemi, due psicoterapie, con modelli teorici differenti potrebbero collidere e creare più confusione che il resto, Il transfert che ha provato è solo una fase che deve necessariamente essere risolta durante il percorso terapeutico e non una dimensione da cercare. Se lei è rimasta incastrata in quella situazione e sente la necessità di provarne un'altra è probabile che non l'abbia risolta.
ne parli con l'attuale terapeuta.
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

[#2]
Dr. Francesco Mori Psicologo, Psicoterapeuta 1.2k 33 31
Gentile utente,
concordo con quanto sostenuto dal dr De Vincentiis. Forse l'"agito" che pensa di fare può produrre più confusione che altro. Sembra inoltre che sia particolarmente interessata a provare un "transfert erotico", come lo chiama lei. Forse le dispiace che il terapeuta attuale sia donna? Rifletta, insieme al suo terapeuta sarebbe ancora meglio, sulla sua necessità di sedurre, di sentirsi amata. Forse la chiave del discorso è questa.

Restiamo in ascolto

Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/

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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile Utente,

potrebbe essere utile parlare di queste "fantasie" con la sua attuale psicoterapeuta, proprio per evitare di ripetere il precedente "fallimento".

Le relazioni "erotizzate" andrebbero cercate al di fuori del contesto psicoterapico. La sensazione di piacere che prova nell'infatuazione con il Collega è una dinamiche va "risolta" (con i dovuti tempi) e non alimentata.

Come mai si è interrotta la prima psicoterapia?



Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it

[#4]
dopo
Attivo dal 2012 al 2022
Ex utente
Grazie per le risposte

Sento che introdurre l'argomento nell'attuale terapia sarebbe come fuori luogo, e insoddisfacente per me, perché non verrebbe colto nella sua dimensione "profonda" e complessa... la terapeuta non darebbe corda al discorso "psicoanalitico".

Come ho detto i 2 si conoscono e collaborano, si consultano, quindi credo proprio che lui lo verrebbe a sapere e questo mi imbarazza; d'altra parte però lo vorrei in modo proprio da "alimentare" la questione, invece che lasciarla spegnere in maniera così irrisolta.

È probabile che una volta saputi i miei sentimenti (desiderio di affetto, rabbia, delusione ecc) l'attuale terapeuta mi faccia tornare dal precedente per risolverli?

La terapia precedente avevo voluto interromperla perché dopo quasi 3 anni non mi aveva fatto stare affatto meglio ed ero frustrata e avevo nervoso nei confronti del terapeuta e della sua passività, della sua tranquillità mentre io perdevo tempo prezioso.

Ho voluto io una donna, non so bene perché... forse pensando che sarei riuscita ad aprirmi meglio, o forse come per dire al terapeuta: la terapia è andata male perché il terapeuta è uomo.
Poi più volte ho lasciato intendere che era la t. psicodinamica a non essere adatta a me.
Ma per tutto il tempo non ho mai fatto riferimento a LUI in quanto persona rapportata a me, o al suo modo di fare. Forse per non offenderlo, o per non lasciar vedere neanche una traccia di intimità tra me e lui, ma intanto questo mi ha fatto accumulare risentimento proprio verso di lui.

Però ora mi attrae l'idea di portare tutta la questione, ed anche altri argomenti di ordine "psicoanalitico", da un altro terapeuta psicodinamico. In realtà vorrei anche che l'ex terapeuta ci rimanesse male e fosse dispiaciuto perchè LUI ha fatto fallire la mia terapia.
[#5]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

io non credo che se Lei parlasse con l'attuale curante di ciò che prova per il terapeuta precedente, verrà rimandata dallo stesso per "risolvere" la questione, perchè ciò che sta raccontando qui è qualcosa di Suo che deve risolvere Lei e che potrebbe essere materiale molto interessante da vedere con la Sua terapeuta: Lei in relazione agli altri, agli uomini, le Sua aspettative, i non detto, ecc...

Però mi perdoni la franchezza, ma una psicoterapia deve essere utilizzata molto meglio di quanto non abbia fatto Lei: senza preoccuparsi di offendere il terapeuta, deve provare ad essere più aperta e se i risultati non ci sono, deve sottolineare questo aspetto col curante.
Io credo sia importante parlare con l'attuale terapeuta di tutto ciò che, se permette, potrebbe spostare il focus del problema, oppure essere una parte importantissima del problema che La porta in terapia e allora a meggior ragione deve essere discusso e risolto: le Sue modalità relazionali.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile Utente,

>>Sento che introdurre l'argomento nell'attuale terapia sarebbe come fuori luogo, e insoddisfacente per me, perché non verrebbe colto nella sua dimensione "profonda" e complessa... la terapeuta non darebbe corda al discorso "psicoanalitico".<<
non si tratta di fare un discorso "psicoanalitico", si tratta semplicemente di fare chiarezza a diversi livelli. La collega accoglierà il suo vissuto indipendentemente dalla teoria di riferimento.

Le ricordo che esiste il segreto professionale anche tra Colleghi.

>>Però ora mi attrae l'idea di portare tutta la questione, ed anche altri argomenti di ordine "psicoanalitico", da un altro terapeuta psicodinamico. In realtà vorrei anche che l'ex terapeuta ci rimanesse male e fosse dispiaciuto perchè LUI ha fatto fallire la mia terapia.<<
questa confusione è indicativa di uno status che varrebbe la pena discutere con la Collega che la segue attualmente.




[#7]
dopo
Attivo dal 2012 al 2022
Ex utente
proverò a tirar fuori l'argomento dicendo che la fine della terapia precedente non mi è andata molto giù... e a lì forse riuscirò a parlarne, anche se non nei termini che vorrei io, in maniera più sintetica
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Può sempre provarci; poi sarà anche la Sua terapeuta a guidarLa.
Cordiali saluti,
[#9]
dopo
Attivo dal 2012 al 2022
Ex utente
domani spero di riuscire a introdurre il discorso, dicendo che ci sono degli argomenti che sento non si introducono bene in questa terapia, e cioè la fine della terapia precedente (non mi sbilancio a dire "i sentimenti verso il terapeuta precedente") e delle cose riguardanti la sfera sessuale.

sento che provando ad affrontarli con la mia attuale terapeuta non troverei ciò che desidero...

per esempio il percorso per risolvere il transfert, io vorrei che fosse dato dall'evoluzione dei sentimenti. ma con la mia terapeuta sistemica, verso cui ho un semplice sentimento di simpatia e non di particolare intimità, che percorso potrei seguire? quello della razionalizzazione?
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Sulla domanda se in generale sia possibile seguire due psicoterapie in contemporanea, in base alla mia esperienza e all'approccio che utilizzo io le direi di sì, limitatamente a certi casi. Per essere più precisi, una terapia breve strategica è di solito compatibile con altre, essendo di tipo breve e focale.

Nel caso che ci ha presentato però mi trovo d'accordo con i colleghi che le hanno risposto.

Sembra che lei abbia (o abbia ricevuto) un'immagine distorta e inappropriata di cosa significhi andare in terapia.

Non si va in terapia per un bisogno di provare sensazioni erotizzanti nei confronti del terapeuta. Non per un discorso di moralità, ma perché si tratta di due cose che dovrebbero restare separate.

È vero che alcuni orientamenti, segnatamente quelli di tipo analitico e dinamico, si servono del transfert come strumento di terapia, ma sembra che lei stia vivendo tale fatto in modo reificato, cioè fine a se stesso, e che comunque l'infatuazione per il terapeuta non abbia contribuito minimamente a farle ottenere progressi.

Cioè in altri termini il transfert non solo non ha prodotto effetti terapeutici, ma ha avuto il risultato controproducente di lasciarla appesa alla sua speranza.

Quindi, è segno che qualcosa non sta andando per il verso giusto.

Ad esempio, lei ha una relazione sentimentale al momento?

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#11]
dopo
Attivo dal 2012 al 2022
Ex utente
Non ha prodotto effetti terapeutici forse perché io non l'ho espresso, sono rimasta chiusa con tutti i miei pensieri e sentimenti, invece di aprirmi a lui, così non ho potuto ricevere la sua risposta/reazione e far evolvere i sentimenti di conseguenza (per esempio evolverli nella frustrazione, però col piacere di cogliere la sua comprensione, la sua sensibilità, gentilezza, fermezza, o altro).
E invece sono evoluti nel non-detto e nella fantasia.

Come dicevo ora non seguo più quella terapia dinamica, ma un'altra di orientamento sistemico e ho un rapporto molto più vivace e positivo con la terapeuta, una parlantina che con l'altro non avevo assolutamente...però è una dimensione meno intima e profonda.

Andando a leggere ormai da diverso tempo dei testi di psicoanalisi su freud e lacan, mi sono rispecchiata in tematiche che mi hanno angosciato ed angosciano tuttora. non penso potrei parlare approfonditamente con lei di questo.

No non ho mai vissuto una relazione sentimentale nonostante il grande desiderio.
[#12]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> No non ho mai vissuto una relazione sentimentale nonostante il grande desiderio.
>>>

In tal caso ecco spiegato il motivo per cui le viene così facile sentire attrazione per il terapeuta.

Quindi probabilmente lei ha bisogno di un aiuto psicologico non per disquisire, interpretare, parlare o capire, ma per ricevere indicazioni PRATICHE su come sbloccare la sua situazione.

Lei ha bisogno non di leggere Freud e Lacan, ma cose molto più leggere.

E prima di tutto ha bisogno di qualcuno che la conduca passo per passo e la istruisca su come crearsi una vita relazionale e (forse) sociale. Sono le cosiddette abilità sociali che occorre sviluppare.
[#13]
dopo
Attivo dal 2012 al 2022
Ex utente
grazie mille del suo parere dr. Santonocito, probabilmente ha ragione lei...ed è su questra strada "pratica" e passo per passo che sto lavorando con l'attuale terapeuta