Sono rimasto orfano

Salve, mi chiamo Mauro e ho 23 anni. Da circa due mesi, il giorno 20/10, mia madre è mancata di tumore dopo una lunga malattia vissuta tra alti e bassi. I dottori dicevano che era in una situazione stabile ma nell'ultima settimana di vita le cose sono precipitate. Gia una settimana prima della morte non mangiava ne beveva più e il giorno 17 l'ho portata a forza in ospedale,contro la sua volontà, poichè mi accorsi che gradualmente stava perdendo anche lucidità mentale. Mia madre era in carrozzina poichè aveva subito seri danni ai nervi delle gambe dopo le precedenti cure radio e chemio, e quella sera la dovetti prendere completamente di peso per caricarla in macchina e portarla al pronto soccorso. Il giorno dopo già non era più cosciente e dopo circa 3 giorni sotto morfina si è spenta. Avendo già perso mio papà circa 5 anni fa di infarto, ed essendo pieno di rimorso per non avergli mai detto tutto ciò che avrei voluto dirgli, ho potuto se non altro stare vicino a mia mamma fino alla fine e a dirgli tutto ciò che avevo e ho nel cuore. Nonostante ciò sono pieno di sensi di colpa, al suo funerale tutti piangevano, mentre io non ho versato una lacrima, non mi capacito di questo, ho perso la persona più importante della mia vita ed ero il più tranquillo di tutti. Mi vergogno di me stesso per questo e sono pervaso dal senso di colpa. Se mi fossi accorto prima che mia mamma aveva bisogno di un ospedale magari sarebbe ancora viva. Ora vivo da solo e ogni notte rivivo quel momento in cui l'ho trascinata fuori dal letto per portarla in ospedale, non riesco a cancellarlo dalla mia testa, lo rivedo in continuazione e mi sento colpevole di non essere stato preparato, di non averla aiutata prima. Sono rimasto solo e davanti a me vedo solo nero.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile ragazzo,

io vorrei -per quanto possibile in un consulto on line- provare a comunicarti una cosa molto importante: prenderti cura di te stesso, lasciando perdere i sensi di colpa che non porteranno qui tua mamma.

Piuttosto potresti riflettere su un'altro aspetto: nessuno di noi è mai preparato per la morte dei propri genitori, neppure dopo una malattia, neppure se sono molto anziani, perchè vogliamo illuderci -anche se razionalmente sappiamo che non potremo sopravvivere a loro- che siano immortali.

Quindi sii più gentile con te stesso: certo che non eri pronto. Ma chi lo è? Ecco perchè non hai pianto. Ma che importa se il giorno del funerale non hai pianto? Non stai forse soffrendo così per la perdita della mamma?

Inoltre quando scrivi: "Se mi fossi accorto prima che mia mamma aveva bisogno di un ospedale magari sarebbe ancora viva." tieni presente che questo è un meccanismo della nostra mente per cercare di rimettere ordine e controllo ad eventi che non si possono controllare, quali la morte.

Quindi che cosa avresti potuto fare?
E che cosa avresti voluto dire alla mamma che non Le hai detto, magari non attraverso le parole ma attraverso le tue azioni?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Caro ragazzo,
Non basta essere psicologi per avere la possibilita' di tendere una mano ad una persona che sta soffrendo.
Posso solo dirle di avere fiducia. Il lutto per la perdita della propria mamma e' molto profondo e passa attraverso fasi di elaborazione molto conflittuali.
Passera' attraverso sensi di colpa, rabbia, depressione, nostalgia. Tutto sara' possibile e dovra' essere accettato.
Dovra' passare del tempo. Dovra' imparare a vivere in un altro modo. Poi tornera' pian piano la serenita' e la gioia di vivere.
Che fa nella vita? Lavora? Studia? Ha amici? Una ragazza? Degli hobbies?

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
<al suo funerale tutti piangevano, mentre io non ho versato una lacrima>

Caro Ragazzo,
il suo profondo dolore è palpabile, al di là delle lacrime che non è riuscito a versare, forse proprio perché troppo forte.Può essere anche questa una reazione a una perdita così importante e significativa come quella che l'ha colpita, così come i sensi di colpa che prova, fanno parte dei movimenti depressivi che seguono al lutto.

Ci si rimprovera per non aver fatto di più, ma purtroppo non è data la possibilità nè a noi con tutto il nostro amore per i genitori, né allla medicina, di lottare contro l'ineluttabilità di una patologia incurabile.
Lei ha fatto il possibile, non ha trascurato la mamma, anzi, ha provveduto a lei, non l'ha abbandonata, e le ha detto tutto ciò che aveva nel cuore.

Il passare del tempo e il sostegno emotive di persone vicine, la potranno aiutare pian piano ad attraversare la sua sofferenza e ad elaborarla.

Può contare sulla vicinanza di persone care? Parenti? Amici?

Ci faccia sapere se crede.

Un caro saluto

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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dopo
Utente
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Ringrazio molto per le risposte. Parenti vicini non ne ho molti, ma per fortuna i miei amici mi danno una mano. Cercherò di concentrarmi maggiormente su me stesso come da voi consigliato e di avere un po più di fiducia.