Reazioni esagerate e incapacità di sopportare l'essere lasciati

Buonasera, durante una storia piuttosto movimentata due anni fa mi sono fatta seguire da uno psicologo in consultorio spinta dalla paura per i miei comportamenti.
All'epoca ero fidanzata con un ragazzo da quattro anni, una storia di alti e bassi dove ho vissuto nell'angoscia di sentirmi amata e non senza fidarmi di lui, quasi odiando, ma nonostante ciò non riuscendolo mai a lasciarlo per paura di sentirmi sola. Questa storia nell'ultimo periodo mi aveva portato a reazioni esagerata, a non aver più voglia di vivere, a non avere autostima e sino a prendermi a schiaffi nei momenti più accesi di scontro, spinta da una sensazione di schifo per me stessa e dall'esigenza di sfogare la rabbia. Con l'aiuto dello psicologo ne sono uscita, ho mollato quel ragazzo che mi faceva sentire inadeguata e più forte e sicura di prima ho iniziato a godermi la vita con positività.
Circa un anno dopo ho incontrato un uomo, il mio attuale ragazzo che ho completato e aumentato la mia felicità.
A settembre sono partita a siviglia in Erasmus e al mio ritorno per le vacanze lui, in seguito a problemi di lavoro e anche a me a miei comportamenti, è entrato in crisi e voleva allontanarsi per capire un pò.Quando mi ha detto questo, e già nei litigi precedenti ho rivissuto un pò le stesse sensazioni vissute nella pretendete storia, un senso di angoscia fortissima, mancanza di voglia di vivere e durante io vari litigi mi sono strappata dei capelli e stretta la pelle fortemente dei fianchi rompendomi i capillari. Ora la relazione va benissimo e abbiamo superato questa crisi, ma la mia paura nel rivedermi come due anni fa è rimasta. Mi sento come una pazza, tanto più che al di fuori di quelle situazioni io sono la prima a pensare che dopo ogni amore ci sarà uno più grande e che nessuno è morto per amore eppure quando poi mi ritrovo in quelle situazioni perdo la razionalità.
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Cara signorina,
Nelle sue manifestazioni c'e senz'altro una fortissima carica emotiva.
Non si possono fare diagnosi on line ma se ha avuto una esperienza terapeutica penso che lei sappia i termini della affettivita' che la coinvolgono.
Forse dinamiche familiari un po' conflittuali non ancora superate che lei rivive, riattualizza in queste situazioni in cui si sente abbandonata. E alle quali reagisce in modo disfunzionale.
Forse dovrebbe chiedere di ripartire con la psicoterapia. Che ne dice?

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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dopo
Utente
Utente
La ringrazio per la sua risposta rapidissima innanzitutto. Si sono intenzionata a riavvicinarmi dallo psicologo che mi aveva seguita per potermi confrontare con lui, tuttavia essendo ancora fuori dall'Italia mi sono rivolta a voi per quello, certamente non per poter avere una diagnosi online, capendo l'impossibilità della cosa ma più che altro per poter capire, se ho già individuato gli eventi che possono avermi portata a sviluppare questa emotività così accentuata, come posso usarli per poter superare queste mie conflittualità, approfittando, forte anche del fatto di essere lontana da casa e potendo più facilmente riscoprirmi e maturare, di questa situazione di lontananza per analizzare e iniziare a lavorare da sola su questo mio aspetto e questi miei comportamenti.
La ringrazio anticipatamente
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile Ragazza,
comprendiamo la sua esigenza anche dettata dall'attuale impossibilità di raggiungere il suo curante, tuttavia non ci è possibile fare interventi diretti da qui per via delle regole deontologiche e del sito e perché non la conosciamo direttamente.

Essere a conoscenza degli eventi scatenanti non è sufficiente, bisognerebbe decodificarli alla luce della sua storia di vita personale e familiare per poterla accompagnare in un lavoro su sé, davvero impossibile, come lei può certamente comprendere, da qui.

Quando tornerà in Italia?

Se desidera aggiungere altro la ascoltiamo volentieri

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Cara signorina,

Se la sua reazione alla recente crisi e' stata ancora cosi' forte forse i nuclei che la originano sono ancora attivi e conflittuali.
Che lavoro ha fatto con la sua psicologa?
Se lei fa accenno alla ricerca di una maggiore autonomia forse ci sono forme di dipendenza alla base della sua reazione.
Potrebbe cercare di riportare alla mente i temi dei colloqui avuti in terapia e rielaborarli ancora se puo.
Il cammino per l'autonomia e' lungo, comporta la consapevolezza e l'accettazione di una solitudine esistenziale che non dovrebbe essere percepita come una perdita ma come una condizione "normale".
Come vede sono discorsi complessi che necessitano di una alleanza terapeutica per essere accolti con fiducia.
Le auguro davvero di poterla realizzare e completare la sua terapia.
Saluti
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dopo
Utente
Utente
Buongiorno, come lei mi ha detto proverò a riportare alla luce e rilaborare quanto trattato nelle durante i colloqui.
Il lavoro del vostro collega si è incentrato sul far riacquisire una visione più positiva della mia vita e sul vivere più serenamente nelle mie relazioni sociali che siano di semplice amicizia o d'amore, cercando anche di analizzare i miei rapporti familiari.
Ho un fratello e una sorella più grandi e all'esterno possiamo sembrare la famiglia mulino bianco ma in realtà pur volendoci molto bene abbiamo rapporti tutti un pò conflittuali.
Mia sorella cresciuta come la ribelle della casa oggi non ha più nessun rapporto con noi per sua volontà, non rispondendo neppure alle chiamate dei miei genitori e io e mio fratello pur avendo avuto un ottimo rapporto per anni, da quando ho intrapreso la mia carriera universitaria nella sua stessa facoltà, non riusciamo più ad andare d'accordo per il via del suo atteggiamento da "so tutto io" (che lo contraddistingue anche nei rapporti con gli altri insieme al suo cercare sempre di imporsi) e per il mio continuo sminuire la mia carriera università, solo per cercare di giustificare la sua andata male (si è laureato dopo davvero molti anni e con un voto basso mentre io sono in regola e con un ottima media).
Per di più questa conflittualità in parte sorge anche con i miei, con i quali mi sento sminuita per il loro non riconoscere i miei meriti ed esaltare invece mio fratello solo perché ha iniziato( finalmente!) a lavorare.
Detto ciò avevamo parlato di due ricordi dell'infanzia che riflettevano la mia paura di abbandono, un il sogno ricorrente dli essere dimenticata in un bosco dai miri genitori e il tenere il lobo dell'orecchio a mio padre quando aspettava che mi addormentassi, in modo da potermi accorgere se fosse andato via.
Tuttavia pur avendoli analizzati e come se non li avessi rielaborati, come se ci fosse ancora qualcosa da superare o da affrontare. Mi scuso per il lungo sfogo e vi ringrazio per le risposte già comunque utili.
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Si infatti. Se fossero stati elaborati completamente forse avrebbero rivelato di piu'.
Sono sogni importanti e andrebbero compresi tramite le associazione che le venissero in mente.
Per ora penso di non poterla aiutare in questa analisi, ma spero che ne avra' occasione.
Saluti