Vorrei un consiglio

Salve,sono una ragazza di 24 anni. A dicembre su una chat conosco un ragazzo,io abruzzese,lui calabrese. Siamo in sintonia da subito,lui dopo pochi giorni mi confessa di avere la fibrosi cistica. Rimango di stucco,ma decido di portare avanti la conoscenza,perché lui è dolce,buono,gentile.Ci incontriamo di nascosto ai miei a Roma,e poi lui viene da me nella casa universitaria dove studio per altre tre volte. L'ultima volta facciamo l'amore tutti i giorni,io inizio ad innamorarmene,ma non riesco ad accettare la sua malattia grave,e non riesco ad accettare che lui sia sterile,in quqnto amo i bimbini ed avere una famiglia e sposarmi è sempre stata una mia priorità. Ne ho parlato con lui delle mie perplessità e lui è sempre disponibile,dolce,non è colpa sua. La prossima settimana gli ho promesso che sarei scesa in calabria per qualche giorno...io non riesco più a tenere questo peso con i miei,non lo sanno,io non ho mao avuto un ragazzo se non dichiarazioni da ragazzi che ho rifiutato,con lui ho avuto la prima volta ed il primo bacio a 24 anni pensa un pò!mi sento come una quindicenne a disagio a patlare con i suoi di certi argomenti,io sono figlia unica e loro non mi lasciano libertà,mia madre è paranoica ed ansiosa,come faranno ad accettare lui,che è distante,malato?ho difficoltà io stessa a volte a pensare ad un futuro con lui,lui non ha una grande aspettativa di vita,è sterile,so solo che nonostante tutto lo amo e voglio scendere quei quattro giorni da lui,come quando andai a roma per lui..come impostare un discorso con i miei?loro sono dei bravi genitori,ma controllano e non riesci ad aprirmi...mio padre si è accorto di qualcosa,chiede di aprirmi ma non riesco.loro non capiscono che son grande ormai ed io decido della mia vita.grazie mi dia un parere.
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile Ragazza,
la questione è certamente delicata, lei è ben conscia della malattia del suo ragazzo, sono comprensibili le sue perplessità sulle conseguenze, difficili da accettare, dovrebbe forse chiarirsi fino a quale punto sia disposta a spingersi e se davvero sia pronta a sacrificare i suoi progetti di vita per questo legame. Si dia tempo per capire.

<come faranno ad accettare lui,che è distante,malato?>
Credo che se lei per prima fatica ad accettare e non è del tutto convinta sarà poi difficile riuscire a trasmettere un messaggio coerente ai suoi genitori.

In quanto al rapporto con loro, prescindendo per un momento da questa questione, evidentemente non è maturato in modo consono alla sua età, se ancora si sente coinvolta e costretta a sottostare ai loro controlli, come non fosse una giovane adulta che ha conquistato gli spazi a cui ha diritto e soprattutto una giusta distanza emotiva dai suoi.

<ho avuto la prima volta ed il primo bacio a 24 anni pensa un pò!mi sento come una quindicenne a disagio a patlare con i suoi di certi argomenti> in effetti questo sembrerebbe lo specchio della situazione descritta in casa sua che probabilmente ha contribuito a tenerla un po' ferma nekl tempo e ai vissuti che descrive.

Spetta però a lei cercare di cambiare le regole del gioco, imparando a relazionarsi con i suoi genitori in modo più adulto ed assertivo e conquistando gli spazi che le sono dovuti.

Non sarà facile e probabilmente incontrerà resistenze, ma difficilmente i suoi genitori cambieranno atteggiamento nei suoi confronti se non sarà lei stessa la prima a mettere in atto passi verso il cambiamento.

Se è proprio decisa ad andare a trovare il suo ragazzo basterebbe solo la sua decisione e una comunicazione ai suoi sulla partenza, se ancora non si sente di affrontare l'argomento del suo ragazzo. La difficoltà sta come detto nel rapporto che intrattiene con i suoi.

A quale scopo vorrebbe parlare di questo ragazzo ai suoi?
Per dovere? Per liberarsi da un peso, ma quale? Affinché risolvano i suoi dubbi con la loro disapprovazione?
Si domandi se è necessario chiedere il permesso ai propri genitori alla sua età, su chi frequentare e su ogni decisione che riguarda la sua vita da adulta. Loro non capiscono, ma perdoni la franchezza, lei lo sta permettendo.

Restiamo in ascolto

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
>>come faranno ad accettare lui,che è distante,malato?<<
questa situazione dovrebbe essere accettata prima di tutto da lei stessa, dopo tutto ha deciso di iniziare e approfondire questa relazione nonostante conoscesse bene la situazione fin dell'inizio.

Certo, è la sua prima relazione affettiva e sessuale quindi questo stato di cose è una variabile da considerare, ma a mio avviso non dovrebbe preoccuparsi tanto della reazione dei suoi genitori.

Lei è maggiorenne e dovrebbe iniziare ad emanciparsi dai loro giudizi e dalle loro preoccupazioni.





Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it

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Utente
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Innanzitutto vi ringrazio per aver risposto,rispongo prima alla psigologa; prima di tutto, dovrei parlarne entro il fine settimana appunto per comunicare una partenza a casa di una persona della quale loro fino ad ora ignorano l'esistenza,non posso certo dire parto senza farmi dei problemi,è normale che un genitore credo si ponga il problema di dove sia sua figlia,soprattutto nei tempi che corronno.Devo dire che lui è un bravo ragazzo,sono stata fortunata sotto questo punto di vista,purtroppo credo che nelle chat,frequentate davvero sporadicamente da me,la realtà e le persone che si sono,sono ben diverse;in secondo luogo,non posso affrontare un viaggio senza un sussiddio economico da parte loro(economicamente dipendo da loro); mio padre è più aperto,ma ha il vizio(forse un pò come tutti i padri),di criticare un pò qualunque ragazzo mi giri in torno per gelosia verso la figlia femmina,e perchè credo che ogni genitore vorrebbe il massimo, chissà vorrebbe una persona laureata,educata,sana,e soprattutto spesso mi dice frasi "un giorno avrò dei nipotini "e se penso a me e roberto quando mi dice queste frasi ,non so neanche io come la prendo.Mia madre è davvero ansiosa,quando sono fuggita a roma senza dirle nulla,bastava non rispondessi una sola volta al telefono nonostante l'avessi chiamata,che scattava l'allerta e piangeva per telefono,Parlandone con Roberto io ho riferito lui che sono sicura di voler vivere per ora questa storia(anche lui spesso dice non pensare alla mia malattia,è come se entrambi cercassimo di estraniarci da un problema che c'è,lui apparentemente è un ragazzo come tutti gli altri,anzi è la persona migliore del mondo);lui ci tiene a me,ma in futuro considerando la sua malattia,è restio al matrimonio(che comunque è presto per noi,e non voglio neppure io ora come ora,sono argomenti che escono ogni tanto,ed è restio alla fecondazione assistita
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perchè non ammette tecniche artificiali,ed essendo una malattia genetica,ha paura,ed è ben comprensibile),ho riferito lui forse di voler portare avanti la nostra storia un altro paio di mesi,perchè lui è importante per me e per ora non riesco a rinunciarci,ma gli ho espresso anche le mie perplessità,non so fino a quando riuscirò ad accettare e reggere il fatto di non poter avere figli da te,e lui,quando gli ho detto credo che ad agosto finisca,mi ha anche capita,dicendomi sai che ho questa cosa,se non te la sentirai più,me lo dici,io soffrirò,ma me ne farò una ragione,però non so neanche lui come la prenderà davvero provassi a lasciarlo,perchè ogni volta che ho perplessità,lui tenta di riavvicinarmi,poi però dice i figli li avrai da un altro,come faccio a volerli da un altro se amo lui?A volte però sento di aver diritto ad una vita normale,non a seguire lui per ospedali,ad avere un ragazzo come le mie coetane,normalità che spesso con il suo sorriso,mi sembra di vivere a volte,pur sapendo che è malato e mi sento anche un 'egoista nei suoi confronti,so che lo amo,ma non accetto la sua malattia e lui lo sa,e spesso mi dice se devi fartene dei problemi,non vale la pena,lui la vive come parte della sua vita la fibrosi,io che provo unsentimento per lui, e la guardo dall'esterno,ne soffro il doppio,e davanti a lui non lo do a vedere,rido,per renderlo felice e sono felice con lui,poi per telefono parlo con lui delle mie paure,e quando è in calabria piango sola in silenzio. Sono sicura ad ogni modo che i miei non mi lascerebbero partire,ma io ho bisogno di vederlo,questo peso dentro mi sta distraendo anche dallo studio,non è facile emanciparsi da mia madre purtroppo.
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Aggiungo un'ultima cosa; la mia intenzione per il momento era solo quella di comunicare questa relazione e questa partenza,e di evitare il discorso malattia,già farmi partire sarà abbastanza complicato e se penso al disastro che combinerà mia madre,mi viene il terrore.La malattia per ora,la vedo come un problema di coppia più che altro,e penso che ii miei debbano starne fuori,sarò io un giorno ad interrompere o meno la storia non dovessi sentirmela,certo per capire questo,come ha ben detto la dottoressa,ho bisogno di tempo,Cordiali saluti e grazie.
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
<è normale che un genitore credo si ponga il problema di dove sia sua figlia,soprattutto nei tempi che corronno> Certamente, e non intendevo significare questo, ma vede, le dinamiche che ci descrive <mio padre ...a ha il vizio(forse un pò come tutti i padri),di criticare un pò qualunque ragazzo mi giri in torno per gelosia verso la figlia femmina... .Mia madre è davvero ansiosa...> e in più lei stessa dice questo <loro non capiscono che son grande ormai ed io decido della mia vita.grazie> rendono conto delle difficoltà che lei incontra; è su questo che ho inteso darle spunti di riflessione.

Non si tratta di addebitare colpe, i suoi genitori agiscono con le migliori intenzioni...certe dinamiche sono per lo più inconsapevoli e tutti gli attori coinvolti contribuiscono al loro reiterarsi, lei compresa.

Se loro non capiscono che lei è grande, spetta a lei per prima sentirsi tale, non è necessario lo scontro, né non dare riferimenti sui luoghi nei quali si recherà, ma conquistarsi gradualmente i suoi spazi di autonomia e la giusta distanza emotiva per la sua età (da figlia- bambina a figlia giovane -adulta) - che non significa abbandonare i propri genitori né non amarli.

<sono sicura di voler vivere per ora questa storia> e dunque per ora è questo che conta, un passo alla volta.

Un caro saluto