Bambino e problemi di inserimento

Mio figlio ha 6 anni ed è generalmente un bambino socievole che fa velocemente amicizia con bambini che non conosce. Da un mese e per sua scelta ha iniziato, oltre alla scuola primaria, la scuola calcio. Bene, pur amando giocare a calcio, durante gli allenamenti sono emerse un sacco di difficoltà. Il bambino non riesce a inserirsi nel gruppo, si emargina e viene emarginato tanto che durante le partite non riuscendo completamente ad entrare nel gioco, si morde le unghie in segno di disagio. Ovviamente ha iniziato a dire che non vuole più andarci, non sapendone spiegare il motivo che però è evidente. Rivedo me da piccola, con gli stessi problemi di socializzazione, che ho tutt'ora, e l'incapacità di riuscire negli sport. Non so come comportarmi con lui, vorrei aiutarlo e sostenerlo, e non vorrei che abbandonasse un qualcosa che gli piace per una difficoltà che io non ho mai superato ma che forse lui, anche con il mio aiuto, può riuscire ad affrontare..
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile signora,

in quale contesto il bimbo gioca a calcio (oratorio, scuola calcio, ecc...?).
Di solito impiega più tempo ad inserirsi nel gruppo?
Secondo Lei come mai in questo specifico contesto viene emarginato?
Lei ha avuto modo di parlarne con Suo figlio, provando a ipotizzare con lui questa difficoltà per capire che cosa prova il bambino?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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dopo
Utente
Utente
Gentilissima dottoressa, rispondo alle Sue domande:
- il bambino gioca in una scuola calcio con coetanei, dove è stato scritto dietro sua richiesta
- è la prima volta che si inserisce in un gruppo in contesto sportivo, a scuola si è inserito bene così come non ha mai avuto problemi di questo tipo alla scuola materna. Fa amicizia senza difficoltà con bambini che non conosce in contesti come parco, spiaggia ecc. ma mi rendo conto che inserirsi in gruppi già formati sia meno semplice.
- ho parlato con mio figlio ma dice soltanto che non vuole più andarci perché si annoia. Parla di noia ma in realtà lui si trova in una chiara situazione di disagio non riuscendo ad inseirirsi nel gruppo e conseguentemente nel gioco.
A casa gioca ha sempre il pallone tra i piedi ed era così entusiasta di iniziare scuola calcio. Che fare? Come? Che sia il caso di cercare il sostegno di uno specialista?
Grazie
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
No, non direi proprio sia il caso di un sostegno da parte di uno psicologo, semplicemente perchè non va bene stressare il bambino per una questione del genere. Mi spiego meglio: non sto banalizzando, perchè il bimbo -come Lei scrive- sta facendo fatica ad inserirsi in un gruppo già formato, quindi "chiuso".
In genere le dinamiche del gruppo sono così, se ci pensa... anche per gli adulti possono essere così.
Ma non mi pare il caso di gettare la spugna dopo un mesetto e neppure più in là nel tempo, perchè impariamo a stare con gli altri, ad entrare nel gruppo e ad affrontare e gestire le dinamiche che, in una squadra sportiva, così come in qualunque gruppo, possono essere diverse: competizione, collaborazione, ecc...

Legga qui: https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1087-le-abilita-sociali.html

Lo incoraggi a stare con gli altri e a suggerire alcuni comportamenti, ma -mi perdoni la franchezza- tenga a freno la Sua ansia per questo piccolo ostacolo nella vita di Suo figlio, che però fa parte della vita. Non lo patologizzi inutilmente ;-)

Cordiali saluti,
[#4]
dopo
Utente
Utente
Gentilissima dottoressa, grazie per la risposta. Mi perdoni la replica, può darsi che si tratti di preoccupazione eccessiva e immotivata, ma essendo un problema che ho vissuto in prima persona e avendone molto sofferto (non sono mai stata aiutata dai miei genitori) e ancora oggi ho grosse difficoltà a inserirmi in nuovi contesti, vorrei che per mio figlio le cose andassero diversamente..
Grazie davvero ancora :-)
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
L'avevo capito :-)
Ma tenga presente che non deve essere per forza così anche per Suo figlio.
Probabilmente i Suoi genitori non sapevano come incoraggiarLa o spingerLa a stare di più con gli altri, altrimenti lo avrebbero fatto.
Il fatto di aver passato la stessa esperienza può talvolta renderci più sensibili verso gli altri, quindi Lei può essere una chiave importante nel cambiamento di Suo figlio per quanto riguarda questo specifico aspetto. Non permetta però alle Sue ansie e ai Suoi ricordi o alle Sue difficoltà, di avere il sopravvento adesso. Ciò potrebbe impedirLe di essere d'aiuto a Suo figlio.
Se ha modo di passare in una libreria nella Sua città, può provare a cercare qualche libro delle edizioni Erickson che trattano questo specifico tema sulla socializzazione dei bambini e che contengono delle unità didattiche ad uso ad esempio delle insegnanti delle elementari, educatrici, ecc... e che potrebbe trovare molto utile.
Però non abbandoni l'idea e continui ad incoraggiare Suo figlio e a motivarlo.
E' molto importante non drammatizzare questi aspetti perchè -ripeto- inserirsi in un gruppo non è un comportamento innato, anche se a qualcuno viene più facile, ma s'impara con le esperienze di socializzazione.

Cordiali saluti,