Amori impossibili

Buongiorno, sono sposata con bambini. Premesso che io e mio marito siamo sempre stati molto uniti, il mio lavoro ha richiesto negli anni un maggiore impegno, determinando un ribaltamento dei ruoli. Ho vissuto un periodo di disagio personale che mi ha indotto a rinunciare alla posizione lavorativa, salvo poi riuscire a risollevarmi, anche sul lavoro.
Nei rapporti con mio marito è emersa negli ultimi anni una distanza, motivata– credo – dal diverso percorso di crescita individuale che ha determinato un suo senso di inferiorità, una diminuzione degli interessi in comune, del mio interesse per lui e del dialogo, un clima teso e un senso di vuoto da parte mia che non sapevo attribuire ad una causa specifica. I rapporti sessuali sono divenuti radi, con assenza di mio coinvolgimento, che attribuivo ad una fisiologica evoluzione della coppia.
Mentre tale situazione non appariva evidente ad entrambi, il destino ha voluto che arrivasse un nuovo responsabile nella mia struttura, che io conoscevo superficialmente da tempo. Ahimè, il rapporto tra colleghi si è trasformato, dopo circa 2 anni e un suo corteggiamento insistente, in una relazione clandestina (lui è sposato con figli). Al particolare feeling che si era creato si è aggiunta una irresistibile attrazione mentale e fisica.
Mio marito ha scoperto la relazione e, dopo un periodo difficile in cui lui legittimamente mi assillava con domande, attualmente appare abbastanza tranquillo, salvo essere geloso di tutto e di tutti. Mi ha “perdonato” ma credo solo per debolezza e perché mi ama troppo.
Circa il mio capo, dopo un primo periodo (di 5 mesi) con momenti passionali, messaggi romantici e promesse di amore eterno da parte sua, lui ha interrotto la relazione, dicendomi che era diventata troppo importante e stava minando il suo matrimonio. Sono seguiti periodi di distacco, poi lui veniva sempre a cercarmi, salvo ritirarsi per i sensi di colpa verso la moglie (della quale ha sempre affermato di essere innamorato e di considerare la donna della sua vita).
Lui è un uomo buono, generoso, credente, dalla personalità complessa, molto razionale e sensibile, per sua stessa ammissione, all’universo femminile.
Dopo l’ennesimo ripensamento, io ho assunto, pur soffrendo moltissimo, una posizione molto rigida nei suoi confronti. Lui ha cercato un riavvicinamento ma solo in senso“fraterno”. Ora i nostri rapporti sono “glaciali” con la conseguenza che, in mancanza di spontaneità, non ci capiamo nemmeno sulle cose essenziali e, dovendo lavorare insieme, fingiamo di essere solo colleghi, cosa che in me provoca dolore e rabbia.
Io temo di cadere in depressione, anzi forse lo sono già. Mi chiedo: com’è possibile che un uomo innamorato della moglie, cui non manca nulla, si sia mostrato così coinvolto con un’altra donna? E che di fronte alla mia incredulità lui non ammetta che mi cercava solo per sesso? Io sarò infelice per il resto della mia vita, buttandomi anima e corpo nel lavoro per colmare i miei vuoti?
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> com’è possibile che un uomo innamorato della moglie, cui non manca nulla, si sia mostrato così coinvolto con un’altra donna?
>>>

Succede, succede. Eccome se succede. L'amore per alcuni significa esclusività, ma non così per altri, che non trovano difficile essere innamorati di una o più persone, oppure di una persona e avere relazioni con altre.

>>> E che di fronte alla mia incredulità lui non ammetta che mi cercava solo per sesso?
>>>

Probabilmente non era solo per sesso, anche se non escludo possa essere stato così. Come dicevo, si può provare amore (dove il significato della parola "amore" è individualmente determinato) per varie persone ma non riuscire a rinunciare a una in particolare. Di sicuro quest'uomo deve aver considerato la moglie più importante di lei, questo è evidente. Ma per aver deciso di iniziare una storia parallela e clandestina con lei, con tutti i rischi di essere scoperto che ciò comporta, può significare solo due cose: o che quest'uomo è menefreghista e spregiuditcato, oppure che a lei teneva/tiene per davvero.

>>> Io sarò infelice per il resto della mia vita, buttandomi anima e corpo nel lavoro per colmare i miei vuoti?
>>>

Cosa intende, esattamente?

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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dopo
Utente
Utente
Grazie Dottore per la tempestiva risposta. Il suo autorevole punto di vista mi aiuta a comprendere meglio una circostanza che mi risulta veramente complessa.
Mi sento di poter affermare che quest'uomo è tutt'altro che spregiudicato; come ho scritto è una persona buona, conciliante,sempre disponibile e pronta ad aiutare i colleghi; possiede comunque alcuni lati nascosti della sua personalità che non lascia trasparire nei rapporti con gli altri, nei confronti dei quali risulta sempre molto razionale e controllato. Io sono riuscita a scoprirli, entrambi conosciamo profondamente i lati del carattere dell'altro perchè abbiamo raggiunto un'intimità intellettuale molto forte.
Riguardo alla mia infelicità, è ciò che sento adesso: la mancanza di questo rapporto privilegiato, soprattutto sul piano sentimentale, mi fa soffrire parecchio, nonostante io mi sforzi di non pensarlo. Cerco di dedicarmi alla mia famiglia e ritengo di prodigarmi meglio che posso (compatibilmente con i pressanti impegni di lavoro) per le necessità quotidiane di mio marito e degli miei figli. Ma sul piano del rapporto sentimentale con mio marito, mi sento spenta, come se lui fosse in certi momenti un estraneo, con il quale non ci sono più punti in comune se non quelli collegati alle esigenze dei figli. Lui credo cerchi di soprassedere a tante cose (prima fra tutte i miei rientri a casa la sera anche tardi e il mio lavoro che svolgo a casa nel week end). Diciamo che entrambi - a prescindere dai nostri problemi - vogliamo prima di tutto il bene dei nostri figli. Cerco di tenere ben presenti i miei doveri, ma come donna mi sento morire dentro un po' alla volta. In questa situazione, il lavoro - che svolgo con passione, altrimenti non sopporterei i conseguenti sacrifici - è per me anche uno "sfogo", come avevo scritto, un mezzo per realizzare una parte di me stessa. Spero di non essere stata troppo prolissa, La ringrazio sin d'ora.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> Diciamo che entrambi - a prescindere dai nostri problemi - vogliamo prima di tutto il bene dei nostri figli
>>>

È la situazione in cui si vengono a trovare molte coppie. Anche quando non ci sono terze persone.

Credo che non possa esimersi per molto tempo ancora dal fare un bilancio della sua vita, considerando il passato, ciò che vuole e il tempo che ha ancora davanti a sé. Non esiste una ricetta che vada bene per chiunque. Alcuni, quando l'amore coniugale si attenua, decidono di andarsene. Altri di restare per il bene dei figli. Altri ancora di restare iniziando però storie parallele, per colmare delle mancanze.

Lei in questo momento soffre per la perdita di questa persona, ma ciò dovrebbe restare solo una delle variabili che entrano nel computo. Anche perché, con il tempo, anche il dolore per questa perdita si attenuerà. E allora si ritroverà di nuovo a fare i conti con se stessa.

Può aspettare qualche tempo, se poi le cose non cambiassero può rivolgersi a un collega, di persona.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Utente,
La situazione è abbastanza complessa ed andrebbe analizzata su due fronti:
Il suo matrimonio
e la razione con quest'uomo, entrambe correlate e, forse, l'una causa dell'altra.

La crescita professionale porta inevitabilmente ad una condizione di solitudine, di poca compatibilità tra marito e moglie e di inversione di ruoli, con le ovvie conseguenze...anche sul piano sessuale.

Quest'uomo con cui invece ha condiviso tante esperienze, arricchendo l'aspetto cognitivo e di conseguenza emozionale e sessuale, potrebbe essere la logica conseguenza della sua solitudine e della sperequazione del suo matrimonio.

Ci sarebbero tante riflessioni, da effettuare in sede di consulenza, la lascio con due letture che potrebbero aiutarla a riflettere .....

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4331-a-letto-con-il-capo-meglio-di-no.html

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2231-amo-un-uomo-sposato-ma-lui-non-lascia-la-moglie.html

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Utente
Utente
La ringrazio nuovamente Dottore per il suo supporto, valuterò senz'altro il suo suggerimento. Buon lavoro.
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Utente
Utente
Gentilissima Dott.ssa Randone, grazie per le sue considerazioni e gli spunti di riflessione. Guardando indietro negli anni, mi ritrovo nelle dinamiche da Lei descritte, come se i primi anni di matrimonio appartenessero ad un'altra vita.
Credo che il rapporto con quest'uomo possa definirsi "unico" sotto tantissimi aspetti e anche perchè maturato in un fase della vita ben diversa da quella di ragazza poco più che ventenne.
Come riportato nell'articolo segnalato, ora la convivenza in ufficio è molto difficile e ne risente in qualche modo anche il lavoro. Mi accorgo che lui soffre, come ha ammesso una volta dopo un mio "attacco", dicendomi anche che se non avessi assunto io un comportamento "sterile" lui non ne avrebbe avuto il coraggio.
Credo anche che l'evoluzione del mio matrimonio sia irreversibile, forse avrei dovuto accorgemene qualche anno fa quando percepivo che qualcosa non andava più come una volta, o forse era inevitabile. Ad ogni modo, la consapevolezza di ciò che è e di cò che può essere risulta di conforto nel vivere quotidiano.
Un cordiale saluto.
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 67


Gentile utente,
l'esperienza di questo "amore impossibile" Le ha segnalato in tutta la sua evidenza la situazione matrimoniale.

<<Credo anche che l'evoluzione del mio matrimonio sia irreversibile, <

Perchè non si confronta di persona con un nostro collega? Si tratta di una decisione (o convinzione) troppo importante per fermarsi alle proprie individuali impressioni, non crede?

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Immaginavo che si sarebbe ritrovata nell'articolo...

Il problema, negli amori così intensi e con luoghi di condivisione, è il "dopo"....spesso abitato da credine, tensione, imbarazzo e compromissione dell'attività lavorativa...oltre che di stess e sofferenza....

Il suo matrimonio poi è da analizzare con cura, anche con un aiuto specislistico, per valutare se contiene ancora qualche germoglio di quello che era...e se è ancora in grado di evolversi unitamente alla sua crescita.

Cari auguri per tutto.
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dopo
Utente
Utente
Gentilissime Dott.ssa Brunialti e Dott.ssa Randone,
sento sicuramente il bisogno di confrontarmi con un esperto ed è il motivo per cui, in prima istanza, ho scritto a Voi. Il consulto di persona risulta, invero, non facile per vari motivi, ma cercherò di trovare una soluzione praticabile per il mio caso.
Grazie per il Vostro prezioso supporto.

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Putroppo online non è possibile andare oltre, significherebbe togliere valore al suo sentire..

I clinici può trovarli anche in convenzione, online non si erogano cure, ma indicazioni su possibili percorsi da seguire
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Legga qui per spiegazioni sul perché un consulto online non può avere la stessa valenza di uno di persona:

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3551-psicologo-devo-proprio-andarci-di-persona-perche-non-potete-aiutarmi-online.html
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Utente
Utente
Dott. Santonocito, La ringrazio per la Sua segnalazione.