Apatia, anedonia

Salve a tutti, vi scrivo perché da diversi mesi ho un problema che non so come affrontare. Tutto è iniziato dopo un periodo di fortissimo stress: ho iniziato ad avvertire una sensazione di apatia sempre più profonda, che nel giro di un mese è divenuta costante. In un primo momento non riuscivo a capacitarmene: era (ed è) una sensazione così forte e invariabile che ero convinto di avere qualche incurabile malattia neurologica o endocrina, anche per via di una serie di altri strani sintomi. Sono andato da diversi specialisti, e tutti hanno attribuito il mio malessere allo stress, dicendomi che sarebbe passato con un po' di "stacco", e in caso contrario di chiedere il parere di uno psicologo. Dopo oltre un mese trascorso in uno stato di vera e propria paranoia ho dovuto accettare la realtà: la mia sensazione di apatia non aveva una causa organica. A quel punto, tuttavia, si sono presentati due problemi: il primo è che, anche se ho molta fiducia nella psicologia, non ne ho altrettanta negli psicologi... forse per un'esperienza non proprio esaltante vissuta da mia madre. Né io né i miei familiari sapremmo a chi rivolgerci. In secondo luogo, non sono sicuro di essere riuscito a spiegare né la natura né la gravità del mio malessere, anche a causa di un certo imbarazzo da parte mia a parlarne. Provo quindi a descriverlo qui: durante il periodo di "paranoia" ero così sconvolto da rinchiudermi in casa per diversi giorni e quasi azzerare i contatti sociali. In seguito però, ho capito di non poter andare avanti in quel modo, e ho ripreso a uscire, andare a scuola e a vivere normalmente, anche ad ammazzarmi di lavoro (il contrario della visione comune dell'apatia). Il problema, però, è che dentro di me continuo a sentirmi apatico: gli altri non se ne accorgono, perché riesco a dissimulare, a parlare come prima e a fare le stesse cose di prima, però è così. Non riesco a essere né felice né disperato. Persino durante la "paranoia" non provavo alcuna ansia se non a un livello puramente razionale. Le mie emozioni sono estremamente "attutite", e non riesco a trarre piacere da nulla. La libido e l'appetito sono calati sensibilmente. Al massimo riesco a distrarmi, a non pensare a questa sensazione, ma sento comunque che è lì e vivo la metà di prima, se posso usare un'espressione poetica. Se fossi com'ero prima, la prospettiva di trascorrere così il resto dei miei giorni mi riempirebbe d'angoscia. Questa sensazione non passa nemmeno quando dormo, neanche quando non sono conscio di stare sognando. Ho fatto un solo incubo, in tutti questi mesi, e anche lì non riuscivo a provare veramente paura. Vi prego, aiutatemi: ci saranno anche casi più gravi del mio, ma io sto davvero male. So che non è possibile fare una diagnosi via Internet, ma se potete darmi una minima indicazione su cosa potrei avere, e su come e a chi potrei parlarne, mi sareste di grandissimo aiuto. Vi ringrazio in anticipo.
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 67
<<So che non è possibile fare una diagnosi via Internet, ma se potete darmi una minima indicazione su cosa potrei avere, e su come e a chi potrei parlarne, mi sareste di grandissimo aiuto.<<

Sì è impossibile.
Ma rivolgersi di persona ad un nostro collega , superando i preconcetti dovuti ad esperienze negative di Sua madre è la cosa più opportuna da fare.

Riprenda in mano la Sua vita, è importante.

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Alla Sua domanda di non sapere a chi rivolgersi aggiungo:

Se è studente, alla Psicologa del Suo Istituto.
In alternativa al Consultorio dell'Azienda Sanitaria, che offre proprio uno "Spazio Giovani" per persone della Sua età.

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/