Vuoto emozionale

E' da molto che pensavo di chiedere un consulto qui, ma tutte le volte mi fermavo a leggere le domande degli altri utenti.

E in realtà scrivo proprio nel momento in cui mi pare di aver già sbrogliato quasi tutti i problemi che mi attanagliavano, ma mi sembra di averlo fatto così in fretta, che quasi mi sembra impossibile.

Non sono più disperata, non piango sempre, riesco a respirare a pieni polmoni pur fumando un pacchetto di sigarette al giorno. Avevo smesso un paio di anni fa perchè credevo che fosse la causa del senso continuo di broncocostrizione, ma ora credo che le cose non fossero correlate (so che fa male fumare e ho già in progetto di smettere, ma in questo momento mi aiuta, è un po' un rifugio...)

Dalla matassa ho tolto molte ansie, ma rimangono dubbi e tanta amarezza: in primis amarissimo è accorgersi che sto meglio senza la persona che am(av?)o. E sarà pure folle, ma normalmente se mi chiedessero di scegliere tra l'infelicità nell'amore e la felicità senza amore sceglierei la prima opzione. Anzi probabilmente in passato l'ho scelto più di una volta, senza nemmeno rendermene conto... Solo che ora non riesco a scegliere perché sono incapace di amare. (E credo che sia proprio questa forma di "masochismo" ciò che ha ucciso l'amore per me stessa e di conseguenza l'amore per il mio ex).

Da qualche mese (ancor prima di finire questa relazione) sento un vuoto emozionale che mi spiazza... A volte ringrazio questo vuoto; lo sento come un meccanismo di difesa che mi permette di studiare, andare a lavorare, dare gli esami senza alcun tipo di ansia, ma altre volte lo detesto con tutta me stessa, perché mi fa sentire una macchina che al limite riesce a provare un po' di nervosismo o di rabbia, ma nessun altro sentimento.

E il bello è che è da anni che in fondo al mio cuore desideravo assumere questo atteggiamento meccanico, forse perchè un po' stufa di essere in balia di milioni di emozioni, ma soprattutto perché convinta che fuori le persone mi avrebbero accettata e apprezzata solo per dei risultati oggettivi e non per il desiderio sincero di regalare il mio cuore e condividere tutto ciò che di bello avevo con le persone che amo...

Il cervello non lo voglio meccanicizzare però, voglio continuare a pensare e a pormi domande, capire se esiste qualcosa che sbaglio o se vivrò tutta la vita in un disequilibrio. Ma non so con chi parlarne, sono discorsi un po' astrusi. E l'idea di andare da uno psicologo da un lato mi attrae, dall'altro sono un po' orgogliosa e mi ripeto che potrei farcela anche da sola a sbrogliare tutti i fili della matassa... Magari più lentamente, ma con più soddisfazione...

Voi cosa ne pensate?

Grazie dell'attenzione e cordiali saluti.
[#1]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
"tra l'infelicità nell'amore e la felicità senza amore sceglierei la prima opzione."

Gentile Utente,
Mi ha molto colpita questa sua frase.
Secondo me, c'è una terza opzione:
Essere felici anche da soli!

Se impara ad essere felice da sola, imparerà a comprendere quello che vuole , o meglio o non vuole, in amore.



Il vuoto che sente è normale e conseguenziale, ma se questo amore di cui ci parla era tossico per lei, fono a non farla respirare....forse ha scelto la strada migliore.

"La morte di un amore è come la morte d’una persona amata.
Lascia lo stesso strazio, lo stesso vuoto, lo stesso rifiuto di rassegnarti a quel vuoto.
Perfino se l’hai attesa, causata, voluta per autodifesa o buonsenso o bisogno di libertà, quando arriva, ti senti invalido.
Mutilato."
(Oriana Fallaci)

Nel tempo, anche con aiuti specialistici ( l'orgoglio è fuori luogo....se si fosse rotta un piede sarebbe di certo andata dall'ortopedico...)imparerà a bastare a se stessa e ad essere poi pronta per un eventuale altro amore, sicuramente con altre caratteristiche psichiche e soprattutto relazionali.

Anche essendo felice, può amare...ed essere amata.
La sofferenza non è il prezzo da pagare per avere amore in cambio!!!

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
Molte grazie della risposta.

Io per ora conosco, credo, come le dicevo, la felicità da sola ("la felicità senza amore"), l'ho conosciuta prima di innamorarmi e per questo sono entrata nella relazione con molta serenità e sicurezza; con soddisfazione e le idee chiare: pensavo di avere le carte in regola, avevo un "surplus" di felicità che volevo condividere, che volevo regalare a un'altra persona. Ma col tempo mi sono accorta del fatto che che il ragazzo che avevo accanto, invece di creare una sinergia, invece di beneficiare di ciò che gli stavo offrendo e creare un circolo virtuoso, stava inficiando tutto...e lentamente ed inesorabilmente lo ha distrutto. Era come dare la mia acqua a una persona che stava morendo di sete. Prima me la chiedeva, ma poi si sentiva in colpa di berla. Io insistevo col dirgli che quella era la NOSTRA acqua, che non esitevano differenze tra ciò che è mio e ciò che era suo, che l'importante era il risultato che si raggiunge insieme, che non c'era bisogno di fare alcun conto perchè alla fine le cose sarebbero arrivate a un equilibrio spontaneo. Ma col suo atteggiamento, dopo quasi quattro anni, l'acqua è finita: a volte l'ha bevuta, il più delle volte l'ha rovesciata, ha fatto i conti e mi ha accusata: "non dovevi porgermela, anche se te l'ho chiesto, mi hai fatto sentire un bambino, mi hai fatto sentire un mostro quando ho realizzato che è per colpa mia che hai tutte queste ansie, e ora in più sei rimasta senza nulla". Per rimediare al danno ovviamente si è comportato molto male, ma ormai è un fatto suo, io gli ho dato tutto quello che avevo, ora può fare tutti i conti che vuole, non c'è più nulla di nostro nel presente.

E comunque io non sono rimasta senza nulla, sto cogliendo questa crisi veramente come un'opportunità, ogni giorno lavoro su me stessa per ricostituirmi e per tornare a stare bene (sperando di riempire il vuoto emozionale). Mi sembra di starci riuscendo ed è bello. E vorrei tanto che questa delusione non mi demotivi la prossima volta che mi sentirò pronta a condividere. Ma a volte mi chiedo: è un caso che abbia incontrato una persona così? O è sbagliato il mio approccio nei confronti dell'amore?

Questo è un dilemma. A volte vedo questo ragazzo e mi sento in colpa perché ho paura di averlo schiacciato. Le cose nascono in due ed è colpa di entrambi se vanno male. Voglio capire qual è la mia parte di responsabilità, per prendermela e imparare dall'errore. Ma lui non ha voluto chiarire i problemi con me, è scappato senza una parola, non ha più voluto vedermi. Mi sono fatta mille esami di coscienza. Quindi a volte ho la sensazione di aver bisogno di un consulto psicologico non tanto per star bene con me stessa ma per imparare meglio a relazionarmi, non sono sicura... In questo caso a che tipo di piscologo mi dovrei rivolgere. Ce n'è uno nel mio paese che fa Terapia Breve Strategica... Può fare al caso mio?

Grazie mille della disponibilità...
Cordiali saluti.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
"Quindi a volte ho la sensazione di aver bisogno di un consulto psicologico non tanto per star bene con me stessa ma per imparare meglio a relazionarmi, non sono sicura... In questo caso a che tipo di piscologo mi dovrei rivolgere. Ce n'è uno nel mio paese che fa Terapia Breve Strategica... Può fare al caso mio?"

Va bene qualunque approccio, se lei preferisce la terapia breve strategica va bene ugualmente

Provi a cercare all' interno del nostro portale e ad inserire la sua città, troverà vari colleghi,mitra visionare le loro schede, gli eventuali articoli, vedere la foto e prendere i primi contatti
[#4]
dopo
Utente
Utente
Grazie mille della disponibiltà, mi sono quasi convinta...

Cordiali saluti
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Sono certa che a colloquio effettuato, il "quasi" si trasformerà in convinzione ....e motivazione ...

Auguri per tutto.