Continuare la terapia?

Buonasera,
sono una ragazza in psicoterapia da 3 mesi (mi sono rivolta a una specialista inizialmente solo per curare la mia bulimia, iniziata di recente, ma soffro anche di masochismo sessuale e leggera insonnia; credo inoltre -ma è solo un'autodiagnosi- di essere evitante perchè sono molto solitaria ed introversa e l'imbarazzo per me è uno stato costante). Spesso penso di interrompere la terapia perchè mi rendo conto di non avere la forza di impegnarmi con costanza per essere serena e perchè tutto sommato la bulimia rende sopportabile la mia vita, almeno a breve termine. Forse cerco di migliorare più per gratificare la mia terapeuta che per me. Eppure non interrompo perché ho trovato una brava professionista e spero di poter stare bene un giorno (non mi definirei esattamente depressa, anche se in passato lo sono stata: non sono apatica, stanca, cupa. Sono invece sotto pressione perchè ho sempre avuto buoni risultati nello studio, ma adesso ho paura di essere solo un bluff, temo che la mia efficienza crolli. Mi definirei disperata: piango in continuazione e la poesia "Spleen" di Baudelaire descrive bene il mio stato d'animo, anche se preferirei una descrizione più misurata perchè mi sembra di essere troppo drammatica, quasi patetica. A questo si aggiunge il rapporto molto conflittuale con i miei genitori -vivo con mia madre; sono stata cresciuta da una nonna dolce che mi ha fatto da padre e da madre, ma ora è morta- che mi rende irritabile e mi fa sentire in gabbia). Mi chiedo se ha senso fare una psicoterapia senza una motivazione costante al cambiamento. Ho anche paura che mi deresponsabilizzi: se non posso cambiare il mio umore potrei almeno cambiare il mio comportamento (non posso impegnarmi da sola per smettere di essere infelice, ma soltanto da sola posso impegnarmi per smettere di essere bulimica)ma non lo faccio e aspetto che qualcuno mi salvi con un incontro a settimana. Dall'altro lato vorrei tanto andare alla prossima seduta portando buone notizie, ma non ho buone notizie da portare, e l'idea di dover un giorno concludere la terapia perchè non miglioro mi spaventa. Credete che le mie paure siano fondate? Ha senso questa terapia? Cosa posso fare, da dove dovrei cominciare?
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Gent.le Ragazza,
direi di iniziare dalla sospensione del giudizio su te stessa che ti induce a fare autodiagnosi fuorvianti a pensarti come malata e non come persona che sta vivendo una sofferenza che ha diverse sfaccettature.
Naturalmente non si tratta di uno sforzo di volontà ma di un'esperienza da vivere sulla "tua pelle" all'interno della relazione con la psicoterapeuta.


"aspetto che qualcuno mi salvi con un incontro a settimana. "

Qualsiasi processo di cambiamento che si riveli autentico ed efficace ti vede coinvolta attivamente nel percorso terapeutico, un atteggiamento passivo rivela solo la delega di responsabilità allo psicoterapeuta, dal quale ci si aspetta appunto di essere salvati.

Nell'Approccio Centrato sulla Persona non a caso non si parla di pazienti ma di clienti, la psicoterapia non funziona come un farmaco che richiede solo di essere assunto per via orale e di attenderne gli effetti.
A tal proposito ti invito a leggere questo articolo:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/153-perche-iniziare-una-psicoterapia.html

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66
Gentile ragazza,
frequentemente capita che la persona, nel percorso psicoterapeutico, si senta - dopo soli tre mesi - passiva e con poco slancio verso il cambiamento.
E tuttavia continui il percorso.
Fortunatamente; perchè dopo - concluso il lungo periodo dell'affidarsi - si sente a suo agio nel lavorare assieme alla terapeuta e consegue risultati.

Non è facile diventare (non "essere") protagonisti del proprio cambiamento, si dia tempo.

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Cara ragazza,
Spero che Lei stia seguendo una terapia psicodinamica perche' i disagi che la riguardano mi sembrano importanti e meritevoli di essere elaborati e risolti.
Il Suo stato d'animo dopo pochi mesi di terapia sarebbe "fisiologico" in caso di terapia psicodinamica perche' con il prosieguo dei colloqui iniziano a emergere i nuclei conflittuali e i meccanismi di difesa inconsci accorrono per evitare che Lei, la parte cosciente di Lei, debba prenderne coscienza e iniziare ad occuparsene.
E' un meccanismo "normale".
Come normale" e' la negazione che Lei sta operando. Mi rincesce toglierle l'illusione che sia la Sua terapeuta a trarre vantaggio dalla terapia!
Si tratta ancora dell'emergere del meccanismo di difesa della "negazione" che cerca di addolcire la Sua "presa di coscienza" di se'.
Parli in terapia delle Sue riflessioni. Sono assolutamente caratteristiche del processo terapeutico.
I migliori saluti.

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

[#4]
dopo
Utente
Utente
Vi ringrazio per le risposte veloci.
In effetti sto facendo una terapia psicodinamica... Penso che sia vero che per sbloccare questa situazione mi occorra un po' di tempo, è troppo presto per smettere di provare. Ho anche qualche buon proposito, spero di non lasciarlo in un cassetto dimenticato.
Cordiali saluti
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
A mio avviso, ciò che fa la differenza non è quanto tempo trascorre, ma cosa accade nel processo terapeutico e come viene affrontato all'interno della relazione d'aiuto.
E' fondamentale che ti senta libera di condividere con la psicologa le perplessità e i timore che ci hai comunicato senza preoccuparti che possa dispiacerle, è una preziosa opportunità per rendere esplicite le difese che stai utilizzando e, al tempo stesso, consolidare l'alleanza terapeutica.
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dopo
Utente
Utente
Sono d'accordo Dr. Camplone, non intendevo dire che mi limiterò ad aspettare che il tempo sia "abbastanza": parlerò sinceramente della mia situazione nella prossima seduta.
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Credo sia la scelta più adeguata per ampliare le possibilità a tua disposizione di orientare il percorso terapeutico in una direzione efficace e, al tempo stesso promuovere fin da ora un processo di empowerment (recupero del potere personale).
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