Disturbo alimentare

salve, sono un ragazzo di 19 anni vi scrivo per capire se devo preoccuparmi o meno.
dall'età di 14 anni ho iniziato a soffrire di attacchi di panico, sono riuscito a superarli con l'aiuto di farmaci e il sostegno di uno psichiatra, ogni tanto però ricado in atteggiamenti depressivi. in questo momento vi scrivo perché sono in un momento di piena crisi, sto scegliendo l'università e non riesco a decidermi (non avendo passato il test di veterinaria) sulla facoltà di "ripiego", mia mamma non mi parla, o se lo fa mi fa stare malissimo, da quando ha scoperto che il mio amico, che frequentava spesso casa era in realtà il mio ragazzo. i miei sono divorziati e mio padre lo vedo poco e non ci diciamo mai granché... in tutto questo da qualche tempo ho iniziato a vomitare, appena dopo mangiato, tutto quello che ingerisco durante il pasto.
sono alto 180 cm e attualmente peso circa 66kg. devo preoccuparmi oppure posso prenderlo come un periodo passeggero ?
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Salve a lei, mi sembra stia vivendo un periodo di intenso dolore. Non avendo passato il test di veterinaria si ritrova ora a chiedersi cosa fare. In più la reazione di sua madre, che ha saputo del suo ragazzo, la fa soffrire. È un momento difficile, che lei stesso definisce particolarmente critico.

Personalmente penso che la sua difficoltà a scegliere l'università sia comprensibile, poiché non vorrebbe fare una scelta di ripiego, che riguarda poi il suo lavoro futuro.
Per sua madre forse ci vuole un po' di tempo, anche se capisco il suo vissuto, il fatto che la fa "stare malissimo".

Quando dice che ha iniziato a vomitare, posso chiederle in che modo le capita? Sente degli spasmi e quindi rigetta il pasto?

Un saluto,
Enrico de Sanctis

Dr. Enrico de Sanctis - Roma
Psicologo e Psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico
www.enricodesanctis.it

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dopo
Utente
Utente
Buonasera ! la ringrazio intanto per il suo interessamento e per l'attenzione.
spero che lei abbia ragione per quanto riguarda mia madre, le darò il tempo di cui ha bisogno.
per quanto riguarda il disturbo,io avverto degli stimoli, dei conati, come se stessi per rimettere subito, e spesso mi capita di favorire questo rigetto mettendo le dita in gola, lo faccio semplicemente perché dopo aver rimesso sto meglio, mi sento bene. al contrario quando cerco di reprimere questo impulso mi sento male, almeno per le prime 2 ore successive al pasto.
la ringrazio.
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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Caro ragazzo, al di là dell'università lei non sembra vivere delle relazioni famigliari soddisfacenti e lo spostamento del conflitto sul cibo sembra un modo per far emergere la sua "intolleranza" rispetto a questa situazione.

Immagino che non sia cosa semplice per lei comprendere la difficoltà di una madre nell'accettare le scelte affettive e sessuali di un figlio.

>>devo preoccuparmi oppure posso prenderlo come un periodo passeggero?<<
nessuno dei due, dovrebbe semplicemente recuperare gli aspetti emotivi che ora non riesce a tollerare e gestire, tanto che il vomito sembra esprimere proprio questo.

Forse è il caso di contattare un Collega di persona per iniziare a comprendere meglio ciò che senti.







Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it

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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
È stato coraggioso a comunicarglielo, è una scelta che in genere ripaga, anche se al momento sembra di no, anzi. Speriamo che alla lunga ne beneficerete tutti, d'altronde se ha voluto dirglielo, posso pensare che volesse farla partecipe e condividere con sua madre qualcosa di tanto importante per lei.
Questo comunque ora non toglie la sua sofferenza, anzi è paradossalmente questa situazione che la genera, assieme alla notizia del test universitario e forse anche a un malessere che affonda le radici nel passato. Immagino lo stato di tensione che sta attraversando, forse anche di rabbia e tristezza per non essere capito e accettato?

È difficile dirlo online, senza neppure conoscerci, ma provo a lasciarle un'idea, in accordo con le riflessioni del dottor Del Signore.
Ho pensato se queste due situazioni e, come dicevo, anche i vissuti legati al passato che accenna, non stiano avendo un peso su più fronti. Possono creare tensione e paura in lei ad esempio, possono farla sentire deluso e solo, anche arrabbiato. Tradito.
E mi chiedo anche se interferiscono sull'immagine che lei ha di sé, come se si sentisse colpevole di essere se stesso, come se credesse di non essere meritevole.
E quando mangia è come se avesse un nodo in gola e non riesce a mandare il cibo giù, forse esprimendo così tutto il suo vissuto interiore. È solo una traccia, un'ipotesi, ma questo mi fa pensare che quando si ha un nodo in gola si ha bisogno di piangere.

È una situazione emotivamente sfaccettata, può provare a riflettere su di sé e chiedere l'aiuto di uno psicoterapeuta se sente che la situazione si prolunga e diventa insostenibile.

Ci tengo a concludere dicendole, come saprà, che l'omosessualità è un orientamento sessuale normale.
Così come a volte capita purtroppo di non superare delle prove, ma questo non vuol dire che lei non possa trovare ugualmente la sua strada, creativamente. Senza fare scelte che siano solo un ripiego. La vita deve viverla lei, ed è nelle sue mani.

Un caro saluto,
Enrico de Sanctis