Violenza psicologica

Salve, sono consapevole che chiedere un consulto online non sostituisca la visita di uno psicologo , ma vorrei solo dei chiarimenti per capire se il mio è un vero e proprio disturbo, e se sia il caso di intervenire. Mi sono resa conto che il mio carattere e il mio comportamento sociale siano frutto di ansia e terrore nei confronti di mio padre. Un terrore che non è scaturito per lo più da maltrattamenti fisici , ma principalmente da minacce e da violenza psicologica . Non sono mai riuscita ad avere un dialogo con lui per via della sua irascibilità e mancanza di comprensione . Non ho mai potuto contare sulla sua vicinanza se non economica. Non mi è stato di nessun aiuto nelle mie scelte di vita , e nell'attuale vita che conduco lui è assente, e per me è un bene , perché se fosse presente criticherebbe tutto ciò che faccio e pretenderebbe che facessi ciò che lui consiglia. Questa situazione mi provoca ansia , anche tangibile , difficoltà ad interagire , turbamento , e sono spesso nervosa e triste. Ora, io non ho più bisogno della sua vicinanza, perché non la ricerco da anni ritenendola utopica. Ma volevo chiedervi se i danni sul mio carattere e sulla mia personalità , saranno irreversibili , o se con l'aiuto esclusivamente di me stessa possa provvedere tramite un futuro distacco o una diversa prospettiva di vita . Inoltre vorrei capire se sia il caso di rivolgermi ad un esperto , sia per una diagnosi accurata (nel caso sia necessaria) , sia per uno sfogo personale .
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Dr. Alessandro Raggi Psicologo, Psicoterapeuta 479 13 31
gentile ragazza, la "violenza psicologica" è una condizione molto grave a cui si può essere esposti che se perpetuata e continuata nel tempo può portare a danni molto seri non solo psicologici ma anche a problematiche di tipo medico simili a quelle causate dal mobbing.

Il mobbing è un tipo di violenza psicologica esercitata sui luoghi di lavoro che può approfondire qui:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1297-il-mobbing-soprusi-psicologici-sul-luogo-di-lavoro.html)

ma le conseguenze della violenza psicologica in famiglia non sono così differenti trattandosi pur sempre di solito di una prevaricazione da parte di una persona più "forte" su una più debole o della coalizione di più membri tra loro contro un singolo membro familiare.

Per capire se lei è vittima di una tale condizione sarebbe necessaria una (o più) visita con uno psicoterapeuta, ma può iniziare - se vuole - con il dirci se per caso lei sente di essere limitata in qualcosa, di ricevere insulti o minacce, svalutazioni, controllo eccessivamente rigido o ossessivo, richieste "strane" o imbarazzanti da parte di suo padre. Sente di subire punizioni o "ricatti" di natura anche economica?

Come la fa sentire tutto questo? Sua madre come si comporta di fronte a ciò? Interviene o resta indifferente?

Le suggerisco in ogni caso di approfondire la questione con un esperto assieme al quale valutare se e quali conseguenze ha avuto e come intervenire. A volte è sufficiente un piccolo ciclo di colloqui per ristabilire un equilibrio che si crede di aver perduto, ma stia serena su una cosa: a volte ciò che ci ha fatto male può darci la forza per andare avanti e spesso si esce da queste prove rafforzati se le si affronta nel modo giusto e senza paura di lasciarsi aiutare.

Cordiali saluti.

Dr. Alessandro Raggi
psicoterapeuta psicoanalista
www.psicheanima.it

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Dr.ssa Laura De Martino Psicologo, Psicoterapeuta 25 1 11
Cara utente,
dalle sue parole arriva fortissima la rabbia che lascia solo intravedere il dolore per la mancanza di quelle cure che desiderava. Le esperienze con le prime figure di riferimento, e quindi con i genitori, fungono da modelli per il nostro modo di relazionarci, ma è anche vero che il passato non è il destino! Dobbiamo, infatti, abbandonare l'idea di un determinismo tanto forte di tipo causa-effetto tra eventi del passato e presente e futuro. Per fortuna non è tutto così semplice! esistono tanti altri fattori, come la possibilità di integrare altre esperienze, ad esempio con altre figure, se vogliamo "altri padri" (professori, educatori, parenti, genitori di amici ecc) da cui prendere ciò che ci è mancato in famiglia, ma soprattutto esiste la possibilità di occuparsi di quello che è stato, fare i conti con ciò che si è avuto e non si è avuto per accettarlo, fare "pace" con questo passato, "elaborarlo" per evitare che condizioni il nostro presente.

Dai sintomi che racconta credo che ci sia un carico di emozioni (rabbia, dolore, delusione ecc) di cui non si è veramente occupata, magari è andata avanti raccontandosi che andava bene così, ed ora quelle emozioni a cui non ha dato voce si fanno sentire in altri mondi (ansia, insicurezza ecc.).

L'aiuto di un esperto le servirà proprio per fare questo lavoro, ascoltare le sue emozioni, prendersi cura del suo dolore e far in modo che esso non condizioni il suo futuro.
Le auguro un buon lavoro,
saluti,

Dr.ssa Laura De Martino
Psicologa, Psicoterapeuta Relazionale e Familiare
tel 3280273833 - Napoli

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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 578 66
Gentile utente,
Lei ci presenta già un'autodiagnosi
<<Mi sono resa conto che il mio carattere e il mio comportamento sociale siano frutto di ansia e terrore nei confronti di mio padre. <<
e ci chiede se
<<i danni sul mio carattere e sulla mia personalità , saranno irreversibili , o se con l'aiuto esclusivamente di me stessa possa provvedere tramite un futuro distacco o una diversa prospettiva di vita <<,

Consiglierei di iniziare da capo; da una consulenza, da una diagnosi di persona, da un ascolto attento dei suoi vissuti.
Riguado agli elementi del carattere, Lei è nell'età per lavorarci sopra; tuttavia è difficile riuscire a farlo da sola.
La conclusione del suo consulto
<<se sia il caso di rivolgermi ad un esperto , sia per una diagnosi accurata , sia per uno sfogo personale << la ritengo precisa, centrata, ad applicare.

Cordiali saluti.


Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/