Depressione?

Salve,
è da tanto che provo sensazioni, che vorrei esporvi, per capire se rientrano nella normalità. Per prima cosa ho notato che ho una continua voglia di fuggire dalla società, dalle persone che non siano la mia famiglia.
Domattina, ad esempio, inizierò un nuovo lavoro ma ho una grande ansia e paura di affrontare tutto quello che verrà. Il solo pensiero di alzarmi dal letto mi angoscia. Non è la prima volta che mi capita. Al contrario avrei una gioia immensa all'idea di alzarmi, anche prestissimo la mattina, pur di poter fare un lavoro che non mi ponga a contatto con altri (ad esempio di fronte al pc). Invece devo incontrare nuove persone, dimostrare qualcosa per ottenere pochi spiccioli. Già so che stanotte mi sveglierò dieci volte e quando vedrò l'orologio avrò un batticuore che aumenterà fino a quando dovrò alzarmi. Questo fastidio lo somatizzo a livello intestinale, con colite.
Provo una grande tristezza per il mio futuro, nel vedere i miei genitori invecchiare e sentire che la parte bella della vita sta svanendo. E tutto questo per arrivare a stare tutta la giornata fuori a condurre una vita senza senso.
Inoltre credo di avere una maledetta sensibilità che mi fa percepire cosa provano le persone, ad esempio se pensano male di me. Quando lo dico ad altri non credono che sia possibile ma è come se sentissi le sensazioni delle persone in maniera amplificata. E la maggior parte delle volte mi provoca dolore tutto ciò.
Io non so se sia normale, se sia risolvibile, ma convivo da troppi anni con questo. E' un peso enorme.
Grazie dei consigli che potrete fornirmi.
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Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Gentile utente, vorrei farla riflettere che mentre da tempo vive male l'aspetto della socializzazione , non ha chiesto mai aiuto per uscire dalla situazione.
L'averci scritto è un primo passo.. on line chiaramente non si può fare molto.

Non ci dice niente di Lei, della sua storia , della sua educazione, di come ha vissuto l'adolescenza, forse solitaria .. per paura del confronto con gli altri ragazzi forse ??.
Per cominciare a darsi aiuto vada dal suo medico di base che potrà esaminare il suo fisico.. sovrappeso ? e darle un primo aiuto tecnico.

Poi si faccia aiutare a contattare un Collega de visu, questa sua sensibilità è un dono , ma bisogna imparare ad usarla per capire le situazioni senza paura del mondo esterno e di tutti quanti.
.
Non tutti sono lì a guardare Lei a giudicarla negativamente, gli altri hanno i loro problemi di soldi, affetti, salute , non stanno lì sempre a badare noi.. mi creda.
Questo lavoro che sta cominciando, è sempre un lavoro , anche se non le piace, vedrà che sarà meno peggio di quel che pensa..
Ma si dia una mossa, un passo alla volta, può stare molto meglio..

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile Signore,
Che lavoro ha fatto fin'ora?
Ha avuto problemi con i capi o i colleghi.
Penso debba essere orribile la sensazione che Lei ci riferisce: "sentire che gli altri parlano male di lei". Purtroppo questa non e' "sensibilita" e' una forma di paura degli altri che si trasmette e genera diffidenza.
Di questa sensazione dovrebbe parlare con uno psicoterapeuta psicodinamico per capire come fronteggiarla e conviverci senza soffrire.
Come e' composta la Sua famiglia? Ha amicizie?

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

[#3]
dopo
Attivo dal 2015 al 2017
Ex utente
Grazie dottoresse per le vostre risposte.

Ho iniziato una terapia presso una psicoterapeuta, finora ho svolto 4 sedute in cui ho ripercorso fondamentalmente le fasi dell'infanzia ed adolescenza. Non ci sono stati problemi particolari durante le sedute.

Il problema per cui vi scrivo è che sento la volontà di non recarmi più alle sedute. Il motivo è che sto sviluppando un disagio dovuto alla curiosità di voler conoscere la mia psicoterapeuta al di fuori della terapia.
So che tutto ciò non sarà mai possibile, ma sento grande tristezza nel dover parlare di me ad una psicoterapeuta, garbata e mia coetanea, senza che io possa conoscere nulla di lei.
Credo che nella prossima seduta dovrò esporre questo pensiero e porre fine al tutto, non voglio provare questa frustrazione, preferisco non incontrarla più piuttosto che non poter conoscere nulla di lei come persona.

Grazie per qualsiasi consiglio possiate darmi.
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Caro Signore,
Esistono delle teorie basilari che dimostrano che il rapporto che consenta la psicoterapia debba essere esclusivamente professionale.
Nel modello psicodinamico a cui faccio riferimento e ancor di piu' in quello psicoanalitico questo tipo di rapporto e' garanzia per il paziente che ne' il terapeuta ne' il paziente stesso entreranno nel "privato" dell'altro.
Una regola importante sul cui senso dovrebbe riflettere e' che ci si da' del "lei" anche dopo anni di terapia.
Entare nel privato del terapeuta creerebbe delle fantasie insostenibili per il paziente, che farebbero naufragare il rapporto terapeutico.
Quindi ci pensi bene prima di fare un passo in questo senso.
Ne parli al terapeuta perche' il Suo desiderio possa essere analizzato ed elaborato come parte integrante della terapia.
I migliori saluti.
[#5]
dopo
Attivo dal 2015 al 2017
Ex utente
Nel ringraziare tardivamente per le risposte fornitemi, riprendo questa discussione per aggiungere gli sviluppi della mia vicenda.

Con la mia psicoterapeuta dall'inizio ci siamo dai del tu su mia richiesta, siamo coetanei.

Pochi giorni dopo la risposta della Dott.ssa Esposito ho confessato alla mia psicoterapeuta il forte desiderio di conoscerla. Lei mi rispose che questo sentimento poteva essere utile per lo sviluppo della futura terapia e che, se credeva mi sentissi a disagio, poteva consigliarmi il nome di altro collega cui mandarmi. Aggiungo che non conosco nulla del privato della psicoterapeuta, non ho mai chiesto nulla in proposito.

Sono rimasto in terapia, tuttavia ho notato che ogni volta che cercavo di parlare o sfiorare il mio rapporto con le donne lei con qualche forma di evitamento lo riconduceva a parlare di altro. Questo aspetto, forse è una mia impressione errata, l'ho notato da sempre.

Tuttavia due giorni fa mi sono deciso a mandarle una email in cui le ho comunicato, in maniera garbata, che intendo interrompere la terapia. Ormai vivo la settimana con l'idea di incontrarla, di conoscerla, quando termina la seduta sono triste perchè il mio desiderio è frustrato. Questo aspetto ha soppiantato totalmente il motivo originario per cui mi sono recato da lei. Le ho comunicato tutto questo e, per ora, non mi ha risposto. Spero di non averla ferita.

Spero che mi possiate dare una valutazione su tutto questo.

Quello che mi arreca dolore è pensare di averla incontrata in quest'ambito professionale, è come se avessi la sensazione che se l'avessi incontrata normalmente mi sarebbe piaciuta comunque e ne avrei avuto grande stima.
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Caro signore, quello che sta succedendo a Lei e' all'ordine del giorno nelle psicoterapie dinamiche e analitiche e si definisce "tansfert".
Se la Sua terapeuta sapra' utilizzarlo non certo per "incontrarla " fuori della terapia, ma come "strumento" DELLA terapia il trasfert sara' stato utile per curarLa.
Se invece riterra' che le condizioni non siano idonee la indirizzera' altrove. E' una prerogativa della terapeuta "gestire" il transfert.
Perche' e' una fase della psicoterapia. Niente altro,!
Ci rifletta su con calma e ne parli di persona con la terapeuta. Altrimenti vanifichera' tutto cio' su cui avete lavorato in questo periodo.
I miei saluti e auguri.
[#7]
dopo
Attivo dal 2015 al 2017
Ex utente
Mi sento ridicolo solo a pensare ciò che vi scrivo, mi sento così giù adesso solo perchè non risponde alla mail che le ho mandato. Mi sento in grandissima colpa, forse dovrei chiamarla almeno per concordare la seduta conclusiva.


Vi riporto la mail che le ho scritto, per capire se ho fatto degli errori nel modo di pormi:

Mi scuso se comunico la mail e non altri strumenti perché credo di poter riuscire ad esprimermi con maggior chiarezza e sincerità possibile. Mi sento ridicolo ma preferisco così piuttosto che qualche altro finto comportamento.

Ho intenzione di interrompere la terapia perché sento che aumentano sempre più alcune sensazioni di cui già abbiamo parlato e che portano a sviare, da parte mia, il percorso iniziato pochi mesi fa.

È sempre più intenso il desiderio di volerti conoscere e spesso durante la settimana sento la tua mancanza. Mi rattrista il momento in cui lascio la stanza dello studio. Non voglio ritrovarmi a venire da te per pagarmi un’ora di surrogato d’affetto, significherebbe tradirti per il rispetto che devo a te ed al tuo lavoro oltre che tradire me stesso.

So che anche questo rientrerà in qualche dinamica psicologica che dovrà essere analizzata e spiegata ma preferisco che resti una sensazione, sì difficile, ma che rimanga libera e che si spenga da sola nel tempo, se si spegnerà.

Esprimo tutto ciò senza inventare stupide scuse anche e soprattutto per il rispetto al lavoro svolto da te in modo sempre competente, prezioso e corretto.

Ci tengo a specificarlo perché non voglio che dalle mie parole possa trapelare una qualche critica nei tuoi confronti, anzi. Da quello che mi hai trasmesso ho avvertito una donna molto in gamba, appassionata del suo lavoro e che crede fermamente in quello che fa. Anzi sono convinto che anche questo abbia alimentato le emozioni che ti ho descritto prima.

Per quanto riguarda me alla fine sono una persona a cui non manca nulla, penso che certe volte il mio eccessivo razionalizzare diventa minuscolo rispetto ai molti problemi seri che le altre persone hanno. È che ho un desiderio viscerale di andare al cuore delle cose della vita, di tutti i valori che danno un senso alla quotidianità e quindi ad essere più inquieto. Ci devo fare i conti.

Vado avanti con maggior determinazione e consapevolezza alla luce dei consigli che mi hai dato. Occuperanno per sempre un pezzetto dei miei pensieri.

Ti auguro il meglio per tutto, sinceramente.

[#8]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Caro Signore,
A me la Sua mail sembra bellissima ed esaustiva.
Non credo ci sia nulla a cui replicare. E sinceramente non credo che la terapeuta desideri farlo.
Lei ha detto tutto e nei modi migliori.
Su questo non credo debba avere dubbi.
Ora cerchi di elaborare il Suo lutto.
Purtroppo queste cose accadono nelle terapie!
Coraggio!
I miei saluti e auguri!