Laurea fuori corso e smarrimento del senso di vita

Salve, sto per entrare ormai al quarto anno fuori corso di una laurea triennale.. in Psicologia. Ho 26 anni, ho solo una piccola esperienza lavorativa alle spalle e ora sono in cerca di qualsiasi lavoro, ma per ora non ho trovato nulla. Mi mancano 12 esami alla laurea, sono tantissimi e non so nemmeno io come ho fatto a ritrovarmi così. Ho passato almeno gli ultimi 3 anni fuori corso a dare solo un esame all'anno, perché ho il brutto vizio di trovarmi all'ultimo a studiare e preparare un esame in due o tre giorni. E' un vizio che ho sempre avuto dalle medie e che non riesco a cambiare. In questi 7 anni di università mi sono letteralmente persa per strada, ora non mi riconosco più. Ho capito confrontandomi in università che psicologia non è più la mia strada perché quasi sicuramente ho più bisogno io di un supporto, e poi perché ho un carattere chiuso timido e un poco asociale, tutte cose che cozzano con il lavoro di psicologo. Negli ultimi 4 anni ho avuto 3 lutti, che penso di aver superato e gestito bene, ma la cosa che mi ha segnato di più è stata litigare con un familiare che per me era tutto, e essere arrivati a non parlarci proprio più. L 'ho vissuto come une vero e proprio lutto e questa cosa mi ha fatto stare veramente male, anche perché è una situazione che vivo ogni giorno sotto gli occhi. Sembrerà una sciocchezza, ma da quando ho trovato un cucciolo fuori casa che ho accudito e che ora ho in casa, le cose sono cambiate, mi ha ridato serenità e gioia di vivere. Purtroppo però il tempo è passato e mi ritrovo a 26 anni senza niente: un carattere chiuso, asociale e triste, una laurea che sembra sempre lontana e che pesa come un macigno, nessun lavoro e la certezza che da tanti lavori sono scartata per l'età e la poca esperienza. Senza contare il fatto che una triennale in psicologia non serve a nulla. I genitori aspettano con ansia la mia laurea, e almeno uno sa che non la userò, per cui mi sento di aver fallito in pieno in tutto: per una laurea inutile che tarda ad arrivare, per non essermi data da fare, per aver rovinato rapporti in modo irreversibile.. Tutti sono più avanti di me in tutto, e io invece che spronarmi, mi chiudo nel mio mondo di scuse da cui non esco. Non so quale è la mia strada, ogni giorno credo di avere un interesse, invece in poco tempo svanisce nel nulla. E' una sensazione che mi è difficile da ribaltare, proprio perché non so dove trovare la giusta motivazione, in me non esiste; ho avuto troppa vita facile e ora non riesco a schiodarmene. Ho come obiettivo concreto la laurea e un lavoro di qualsiasi tipo, ma per il momento vedo lontani entrambi... Ho perso il senso della mia vita, e non so come affrontare il nuovo anno, perché so già che sarà uguale a quelli che ho già passato.. anonimo.
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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
Gentile Ragazza,
se la strada intrapresa a suo tempo non la convince più, se il traguardo è ancora così lontano e, soprattutto, non sarà funzionale ad un ingresso nel mondo del lavoro, come mai pensa di proseguire in questa direzione?
Si tratta di una sorta di "alibi" per potersi permettere un'immobilità tutto sommato protettiva?

Nell'ateneo che frequenta è presente uno sportello di ascolto per gli studenti per poter richiedere una consulenza finalizzata a fare il punto della situazione attuale e capire quali alternative ci possano essere?

Spesso anche nei Centri per l'Impiego Provinciali o gli Uffici Informagiovani Comunali esiste la possibilità di incontrare un professionista per effettuare un bilancio di competenze e chiarirsi le idee sui propri interessi e le proprie inclinazioni e sulle possibilità presenti sul territorio.

Cordialmente,

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i

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Dr.ssa Ilaria La Manna Psicologo, Psicoterapeuta 282 8 9
Gentile Ragazza,

se davvero ha valutato e anche visto che procede lentamente, forse è giunta l'ora di fermarsi e mettere un punto fermo su quello che vuole o non vuole fare nella sua vita, anche con un consulto psicologico o rivolgendosi direttamente alla sua Università come suggerito dalla Collega.

Lei ha maturato l'idea di aver "sbagliato" facoltà in parte dal fatto di essere timida, introversa e un po' asociale, piuttosto mi chiedevo se queste sue caratteristiche hanno o meno influito sul fatto che non desse gli esami e facesse passare così tanto tempo.

Parla di "vizio" di rimandare all'ultimo momento la preparazione, come lo definirebbe in altre parole?
Spesso il fatto di procrastinare nasconde una certa paura di affrontare una prova e, per evitare, si rimanda.
E' il suo caso?

Dott.ssa Ilaria La Manna
Psicologa Psicoterapeuta - Padova

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dopo
Utente
Utente
Gentili psicologhe,
dunque sì, alla domanda "Si tratta di una sorta di "alibi" per potersi permettere un'immobilità tutto sommato protettiva?" penso proprio che ora l'università la stia vivendo così, purtroppo. Sono spaventata dal dopo università, sia perché la mia laurea triennale non offre nessuno sbocco, sia perché ho un po' paura di immettermi nel mondo del lavoro a 26 anni e con pochissima esperienza. Già quest'estate mi sono data da fare per cercare un posto di lavoro qualsiasi, ma non è andata bene.. e ho la sensazione di essere scartata quasi subito appena leggono "laureanda in psicologia" e 26enne. Un po' mi spaventa ma non voglio comunque demordere, ci sono un sacco di cose che vorrei fare e per cui un lavoro è fondamentale, cercherò fino a trovarlo.
A questo "Forse è giunta l'ora di fermarsi e mettere un punto fermo su quello che vuole o non vuole fare nella sua vita" rispondo che ormai questa laurea la finisco, me lo sono messa in testa, soprattutto per chi la sta aspettando ormai da anni insieme a me. E poi perché è l'unica cosa che si collega " alla me felice di qualche anno fa".. mi spiego meglio: sono sicura che quando ho scelto questo corso ne ero convintissima; poi sono successe molte cose in questi anni che mi hanno fatto perdere ogni punto di equilibrio che avevo, sono arrivata a dubitare di tutto e ancora oggi non ho certezze; l'unica che ho è proprio questa laurea che un tempo volevo così tanto. Anche se ho un po' una sorta di "fobia" per i libri e il materiale da studiare, quando mi immergo riscopro ancora il mio primario interesse.. e mi fa stare bene, almeno in parte.
"Parla di "vizio" di rimandare all'ultimo momento la preparazione, come lo definirebbe in altre parole?
Spesso il fatto di procrastinare nasconde una certa paura di affrontare una prova e, per evitare, si rimanda" a questo punto rispondo che è un comportamento che mi porto dietro dalle scuole medie: vorrei avere il massimo punteggio però mi ritrovo sempre a preparare le prove all'ultimo minuto, spessissimo a studiare giorno e notte nei giorni prima della prova; poi mi rendo conto che non ce la posso fare, che non otterrò mai un buon punteggio e così mi dico che la volta prossima arriverò preparata al meglio.. solo che la volta dopo le cose non cambiano. Non è paura di affrontare l'esame, non mi manda in ansia l'esame in sé.. è proprio questo vizio che non riesco a toglierlo.. ci vorrebbe la giusta motivazione che sembro non trovare mai, nonostante questa situazione mi faccia stare parecchio male.
Non so come trovare la motivazione che avevo un tempo, non so davvero come fare. Poi più passa il tempo, più riesco a stare sui libri per poco tempo, faccio fatica a ricordarmi le cose perché ho un metodo di studio credo sbagliato.. è il vecchio metodo del ripetere fino a quando si sa bene.. mi porta via un sacco di tempo e in più mi sembra che non porti più i risultati di una volta. Altri metodi non funzionano oppure sono ancora più lunghi del mio.. e quindi faccio presto a scoraggiarmi e a lasciare tutto in sospeso...
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Dr.ssa Ilaria La Manna Psicologo, Psicoterapeuta 282 8 9
Spesso la paura per l'incertezza del futuro, i dubbi sulla scelta universitaria che magari non è come ci si aspettava, la difficoltà a concentrarsi possono portare a un immobilismo, con il rischio di "buttare all'aria" quello fino ad ora costruito, ma leggo nelle sue parole, nonostante le difficoltà e i dubbi che ha, la determinazione nel continuare per completare il percorso universitario.

Probabilmente da come scrive il metodo di studio che adotta per preparare gli esami non è l'ideale, non tanto per la riuscita o meno dell'esame (o almeno non solo) quanto per lo stress che concentra negli ultimi tre giorni e il fatto che se lo porti dietro dalle medie non vuol dire che debba essere così anche per l'università, due contesti peraltro molto diversi e che richiedono approcci allo studio altrettanto diversi.

Si riduce all'ultimo, ma vorrebbe il massimo dei voti, sa che non può farcela e rimanda sperando di essere più pronta la prossima volta, ma il "ciclo" si ripete, non è tutto questo che le fa perdere la concentrazione e la motivazione? Le dico questo perché tutti questi "passaggi" devono essere veramente stressanti e probabilmente alla fine anche demotivanti, ma per tutti immagino, non solo per lei.

Un cordiale saluto