Essere omosessuale

Salve,

Sono un ragazzo di 30 anni, sostanzialmente normale, termine orrendo.
Non ho mai avuto una grossa attrazione per il sesso femminile, ma mi sono sempre sentito attratto dagli altri ragazzi.
Ho avuto qualche storia con delle ragazze (ovviamente) ma quello che mi attrae di loro non é mai il loro corpo ( e molte di queste erano oggettivamente bellissime) e nemmeno ( semplifico altrimenti non finiamo mai) la loro anima, ma semplicemente lo stile di vita che mi permettevano di adottare (uscire "con la mia ragazza"andarci in vacanza vivere diciamo more uxorio), so che é terribile a dirsi ma é cosí.

Non ho mai avuto un rapporto sessuale con un uomo, ma la cosa mi attira moltissimo ( ho avuto solo qualche esperienza parziale ma piú al livello ludico che sessuale), cosa che non mi capita con le donne, anzi la vivo proprio come una croce.

A questo punto la soluzione sembra ovvia, posso essere serenamente gay. Ecco questo non é possibile, io non riesco minimamente ad accettare questa cosa, ed ovviamente meno che mai potrebbe la mia famiglia, anche riferire a me stesso l'aggettivo omosessuale in questa email mi sembra assurdo, ma non posso segare ci sia del vero.

Per complicare il tutto, credo di provare un sentimento per lo meno nuovo nei confronti di un ragazzo, che é la migliore persona che mi sia mai capitato di incontrare, ma vive lontano da me ed é in procinto di psoarso con il suo parthner, ma questa é un'altra storia.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Gentile utente
Quando si cerca di comprendere qualcosa prima di averla provata, necessariamente si tratta di una comprensione incompleta.

Se lei volesse spiegare che gusto ha una fragola o un avocado a qualcuno che non ne avesse mai assaggiati, credo che incontrerebbe più di qualche difficoltà.

Quindi credo che lei abbia solo due alternative: non fare l'esperienza e rimanere con i suoi dubbi, oppure provare a fare l'esperienza, senza necessariamente dover fare "outing", e dopo rivedere i suoi pregiudizi, i suoi atteggiamenti e le sue paure alla luce di ciò che ha provato.

Sono entrambe alternative onorevoli, non c'è nessuno che la obblighi a prendere l'una o l'altra.

Un'ultima cosa: per aiutare a maturare la sua scelta, potrebbe anche richiedere un consulto psicologico di persona, spiegando il suo problema.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Attivo dal 2008 al 2009
Ex utente
Gentile dottore,

Innanzitutto la ringrazio per la risposta cosí celere, io non ho dubbi sul fare o non fare questa espererienza, ho giá deciso di farla. Il mio vero problema é il dopo.

Non sono certo il tipo da trovare qualcuno in un gayclub e portarmelo a casa, quando questa cosa avverrá sará con una persona per cui ho un sentimento, quanto meno di amicizia, quindi non posso programmare nulla, ma solo aspettare. Ma ripeto, dato che non sará con uno sconosciuto, come mi comporteró dopo? Io non credo che saró mai ingrado di fare outing e di avere una toria serena, e non vorrei trascinare altre persone in questa sorta di vicolo cieco.

Cordiali saluti e grazie ancora.
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Attivo dal 2008 al 2009
Ex utente
Tanto per complicare la cosa, come potete immaginare, il fatto di ingannare continuamente tutti riguardo questo argomento, fa si che io spesso, non senta un profondo legame verso i miei amici o verso la mia famiglia, dato che tutto ció che loro pensano di provare per me, realtá lo provano solo per il mio personaggio, e se sapessero davvero della mia condizione probabilemnte mi girerebbero le spalle, o comunque soffrirebero enormemente. Ho molti amici, e molti di loro sono davvero legati a "me", e sono un tassello fondamentale della mia famiglia, che alle volte mi da l ímpressione di essere comletamente "appoggiata" da un punto di vista della coesione sulle mie spalle.

Cordiali saluti
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Gentile utente
Dal punto di vista delle esperienze che non ha ancora fatto, mi corregga se sbaglio, potremmo dire che lei si trova in una condizione simile all'adolescente che ancora deve muovere i primi passi nel mondo degli affetti.

Per questo, piuttosto che aspettarsi da subito una storia importante, credo che in questo momento forse sarebbe prioritario per lei capire meglio come muoversi, un passettino alla volta. Altrimenti rischia di fare come il giovane in terza media, che perde la testa per un cotta inaspettata, senza sapere cosa fare perché è la prima volta che gli capita.

È corretto restare distesi, aspettare e non forzare la mano, non c'è alcun bisogno di andare a rimorchiare in un gay club. Ma d'altra parte tenga presente che se le capitasse l'occasione della sua vita, senza sapere bene come comportarsi, poi potrebbe trovarsi in difficoltà.

In altri termini, ha senso organizzare la propria vita solo intorno a ciò che già si conosce. E questa conoscenza può essere acquisita gradualmente, con il proprio ritmo.

L'esistenza del suo personaggio è dovuta esclusivamente al fatto che sinora lei ha condotto una sorta di doppia vita, fingendo con se stesso prima che con gli altri. È comprensibile come si sente. Ma tenga presente che ciò che adesso la spaventa così tanto, ossia il dopo, la paura di deludere i suoi cari, ecc. è tale solo perché ancora lei sta ragionando "per ipotesi", ossia senza sapere a cosa contrapporlo, perché ancora non lo conosce.

Per inciso, il fatto che la sua famiglia le vuole bene e si appoggia così tanto a lei è positivo, perché significa che lei è in grado di dar loro ciò di cui hanno bisogno. Ed è molto probabile che, se continuerà a darglielo anche dopo, capiranno.

Quando avrà fatto le sue esperienze, e avrà finalmente trovato una persona con la quale stare bene, tutto il resto assumerà una luce molto diversa, e probabilmente si ridimensionerà.

Cordiali saluti