Sessualità, rappoti

Gentili,
è molto tempo che aspettavo l’occasione di poter parlare con persone competenti di come negl’ultimi anni sia mutato il mio rapporto con le donne. Io ho trentatre anni, e non posso negarvi che l’occasione l’ho sempre e solo aspettata, perché coscientemente mi risulta complicato affrontare questo aspetto di me prendendolo di polso: il distacco ha forse qualche lato positivo. Mia madre è sempre stata casalinga, fortemente cattolica e praticante. Mio padre ha sempre lavorato in cantiere, era un uomo di poche parole, infatti ma il suo ricordo in me è sfuocato, il suo carattere non riesco a definirlo perché abbiamo sempre comunicato poco, e non c’è più da un pò di anni. Tutta questa situazione ve la racconto perché nella crescita sono uscito dai canoni di ciò che la mia famiglia ha sempre vissuto: non mi sono sposato e non ho figli, a differenza dei miei fratelli e delle mie sorelle . Da adulto sono molte le cose del mio passato che rimbombano spesso occupando il mio presente. La mia vita scolastica per esempio, con una maestra di vecchissimo stampo che ancora usava le bacchette e metteva in castigo, non dietro la lavagna, ma dentro l’armadio, prontamente privato delle mensole interne per fare queste cose, tral’altro solo a me e a un’altra bambina. Nessuno si rendeva conto del fatto che la mia resa disastrosa esisteva perché dovevo difendermi dalla guerra che quella donna scatenava nei miei confronti, causando in me una chiusura irremovibile. Le medie per scelta di mia madre le passai in collegio dai frati. Ora sono tre anni che vivo fuori casa. Nella mia vita ho avuto un rapporto che durò molto, con una ragazza che mi ha voluto molto bene ma che prese la sua strada. Dopo questa delusione sono partito per qualche mese in asia, viaggiando con zaino e uno spirito d’avventura che non avrei mai pensato di avere. Infatti tornato da quell’esperienza ero carico, positivo e propositivo. Mi iscrissi alle scuole serali terminando il percoso di studi e, sempre con stupore, conobbi in quel periodo molte persone a me care tutt’ora, gran parte donne. Ho iniziato una relazione che io non presi in considerazione per il giusto valore che aveva, con una ragazza conosciuta sui banchi e che spinse fortemente alla costruzione di qualcosa che potesse durare e appagare nel tempo. Con lei il rapporto intimo era passionale, mi attraeva. L’unica cosa che mi lasciava perplesso è che nei classici periodi in cui magari lei aveva la casa libera, io non vivevo questa cosa serenamente, come se preferissi di gran lunga unirmi a lei nella scomodità dell’automobile. Ora sono tre anni che non ho rapporti, desiderandoli intimamente, ma mai esprimendoli nella realtà. Questo pur avendo occasione, possibilità di conoscere intimamente persone molto belle, che mi darebbero molto. Magari frequento per tempo donne, scambiandoci anche pensieri molto intimi, leggendo da parte loro attrazione e provando il desiderio di essere amato, ma mai riuscendo a fare nulla. Poi, dall’altra parte, la mia rigidezza in quelle situazioni penso sia evidente, quindi la paura si fa contagiosa. Alcune volte l’amore che ci si trasferiva con la comprensione e il dialogo mi appagava, senza desiderare null’altro. Devo dirvi che recentemente mi sono spinto oltre, ma creando delle situazioni imbarazzanti, per tutti e due. La mia incapacità non è fisiologica, l’erezione avviene, ma non so come avvicinarmi, mi sento molto impacciato, e a livelli colossali. Il contatto con il corpo mi rende rigido, innaturale. Mi rendo conto che la gioia che deve caratterizzare il rapporto e l’unione viene via via offuscata, perché questa consapevolezza prende sempre più piede mettendomi alle strette, ma non sapendo nella realtà che cosa fare. Tutte queste mancanze le ho colmate con rapporti platonici, una grande comunicazione scritta, dialoghi profondi. Spesso cerco di reagire e darmi uno scossone, ma è capitato di rovinare rapporti tendendo all’approfondimento amoroso in situazioni in cui non era il caso, e dimostrandomi impreparato, pauroso, sempre meno volenteroso di affrontare una cosa che sta divenendo fonte di dispiacere. Ho come la sensazione di sentirmi non all’altezza, di non essere capace di amare. È veramente difficile spiegare questa cosa. Ora mi sento nella confusione più totale, quella di non capire i miei gusti, di aver offuscato anche la capacità di conoscere che tipo di partner possa soddisfare i miei bisogni nella vita, e cosa io posso offrire. Ci tenevo a precisare che provo curiosità e passione per molte cose: amo gli stimoli e ho molti interessi che mi portano spesso alla conoscenza. Mi piacerebbe avere un parere, consapevole di quanto possa essere complicato. Vi ringrazio moltissimo, e mi scuso se sono stato lungo. paolo
[#1]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Gentile utente
Lei sembra un uomo sensibile e intelligente e, come spesso capita agli uomini sensibili e intelligenti, trova difficile fare e ottenere cose che uomini meno intelligenti e più istintivi non trovano troppo difficile né fare né ottenere.

Forse anche perché, essendo meno sensibili, si fanno meno problemi.

Credo che lei abbia bisogno d'apprendere quelle abilità relazionali che le consentirebbero di ottenere ciò che desidera, in campo affettivo.

Potrebbe ricercare uno psicologo, magari uomo, che sia in grado di potergliele insegnare. Non è una cosa così risaputa, ma il compito dello psicologo è anche questo.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#2]
dopo
Attivo dal 2008 al 2008
Ex utente
Grazie, credo di aver colto. Sono sempre stato un solitario, nel senso che, pur avendo contatti, amicizie bellissime e presenti, nella mia vita ho sempre avuto la forte necessità di stare solo, di ricavare tempo per me. é in quei momenti che ricreo situazioni, che muto rapporti nel modo in cui la mia mente si sente appagata, il fatto è che non corrispondono affatto con la realtà! Questa cosa finchè si è ragazzi l'ho sempre vissuta come un sereno rapporto con me stesso, ma ora spesso mi sento come un eretico, che interpreta le cose che esistono trasformandole in cose che non esistono, rimanendo fortemente deluso. Capisco l'istinto, e lo invidio spesso, chiedendomi se sia possibile dissotterrarlo! è possibile?La spontaneità nei rapporti è una mancanza che sento, ma quando magari riesco a cogliere questa cosa, non riesco a superarla.Per esempio, qualche mese fa, per vicende quotidiane, ho avuto modo di avere contatto con una ragazza con cui sono stato per quasi dieci anni, e con cui non avevo avuto più contatto da almeno sette. Quando ci siamo visti-solo una volta- non sono riuscito a godermi l'incontro, come se fossi andato lì con chissà quali presupposti, chiaramente non condivisi minimamente da lei. tutto per dirle che la relazione per me si manifesta in questo modo non solo in campo affettivo, perchè penso che per lei io non provi alcun sentimento, a parte forse l'affetto e la curiosità. Seguirò il suo consiglio intraprendendo un percorso, magari se fosse possibile qualche consiglio per la scelta, sapere quali elementi devo considerare, se ci sono. Il pensiero comunque mi frulla da un pò, e la cosa nella sua risposta che mi ha colpito è il fatto che istintivamente mi sarei orientato su una dottoressa.
grazie infinite per l'attenzione, una buona giornata. paolo
[#3]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Gentile utente
L'istinto si può dissotterrare, quando c'è. E nel suo caso, mi sembra che ci sia sotto un istinto bello grosso che non aspetta altro che di essere liberato.

Si tratta più che altro di fare esperienze a piccoli passi, piccole cose inusuali, dilatando gradualmente la propria zona di comfort. In tal modo ci si allena e si costruiscono a poco a poco la propria esperienza e la propria sicurezza.

Il suggerimento che vorrei darle è di far presente in anticipo quello di cui ha bisogno, ai professionisti che la riceveranno, e di farsi ragionevolmente assicurare che siano in grado di poterglielo insegnare.

Cordiali saluti
[#4]
Dr. Cristian Livolsi Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 100 5
Gentile Utente,

ho letto la sua richiesta e condivido i consigli forniti dal collega.

Volevo solo sottolineare che persone come lei ce ne sono tante e che una persona si mette dei problemi, quando è in grado di pensare, come nel suo caso.

Vorrei sottolineare con forza quanto detto dal collega:
"Lei sembra un uomo sensibile e intelligente e, come spesso capita agli uomini sensibili e intelligenti, trova difficile fare e ottenere cose che uomini meno intelligenti e più istintivi non trovano troppo difficile né fare né ottenere".

Su questo punto si dovrebbe soffermare molto. Rifletta e vedrà che riuscirà a capire che ha semplicemente un modo differente di approcciarsi ma non per questo sbagliato.

Cordialmente,

Dr. Cristian Livolsi
Psicologo/Psicoterapeuta e Ipnologo
www.cristianlivolsi.com
cell. 3387425971

[#5]
dopo
Attivo dal 2008 al 2008
Ex utente
Domani ho il primo incontro con un professionista, seguirò i vostri consigli stringendo il campo a ciò di cui ho veramente bisogno, senza amplificare impicci che spero andranno via, aprendomi pian piano, con una giusta guida. Volevo solo dirvi che questo aspetto, di pensare troppo, non mi risulta semplice da governare, se è da governare.
Volevo ringraziarvi molto. paolo
[#6]
Dr.ssa Flavia Ilaria Passoni Psicologo, Psicoterapeuta 163 1

Gentile Paolo,
in effetti dalla sua mail si rileva una notevole sensibilità e capacità introspettaiva. Traspare inoltre una certa di difficoltà di contatto e gestione delle proprie emozioni e pulsioni, aspetto di cui peraltro denota una certa consapevolezza.
Potrebbe essere prorpio questo un utile punto di partenza per il suo percorso, che contempli congiuntamente l'aspetto relazionale, andando nella direzione di uno "sblocco" progressivo.
Dottore o dottoressa? Entrambi hanno aspetti che possono risultare utili in questo senso (il professionista del sesso omologo facilita il contatto con le proprie dinamiche interne, mentre quello del sesso opposto favorisce la conoscenza e la relazione dell'altra porzione del mondo..),non vi sono pertanto indicazioni in questo senso, l'importante è che sperimenti un clima di apertura, empatia e comprensione.
Ci tenga aggiornati.


Con i migliori auguri

F.I.Passoni
Dir. di SYNESIS, Centro di Consulenza Psicologica, Psicoterapia & Ipnosi Clinica

studiopsicologia@hotmail.it

[#7]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Gentile utente
La collega Passoni mi perdonerà se mi trovo in disaccordo, ma il suo problema non è "facilitare il contatto con le sue dinamiche interne", perché questo lo sa già fare fin troppo bene.

Ciò di cui lei ha bisogno è imparare a riflettere un po' di meno e a sperimentare un po' di più. Quando avrà imparato a fare questo, partendo quindi dall'azione piuttosto che dalla riflessione, vedrà che i dubbi e le "dinamiche interne" problematiche svaniranno da sole.

E dato che, se non ho capito male, il suo è lo stesso problema che molti uomini hanno, credo che il modo più adatto per risolverlo sia proprio attraverso il punto di vista di un altro uomo, che ha già imparato a farlo.

Cordiali saluti
[#8]
Dr. Cristian Livolsi Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 100 5
Gentile utente,

mi trovo perfettamente in linea con quanto scritto dal collega Santocito. Segua quanto le dice.

Cordialmente,
[#9]
Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
Gentile Paolo,
anche io mi trovo d'accordo con quanto indicatole dal Collega Santonocito.

Direi intanto che l'importante è fare il primo passo, per poi poter effettuare la valutazione del passo stesso, valutazioni che da quanto abbiamo letto le riescono piuttosto bene

Però sarebbe meglio avere dei dati a disposizione, per cui

buona visita

Cordialmente

Daniel Bulla

dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_

[#10]
dopo
Attivo dal 2008 al 2008
Ex utente
buongiorno. Come vi avevo detto sono andato da uno psicologo psicoterapeuta, due volte. Ora, so che ci vuole tempo, ma volevo avere un parere. Mi sono presentato con sotto braccio il consiglio del dottor Santonocito, ma…non ho parlato della mia sessualità, e soprattutto dopo il secondo incontro non sto bene, mi vengono spesso crisi di pianto e mi sento tiratissimo. Ha la mia età-33- e per quanto possa essere poco importante, a me ha fatto alzare le antenne e non mi sono sentito sicuro a esprimere la mia difficoltà nel dare e ricevere calore. Ero tornato da una bella vacanza al mare e stavo abbastanza bene.
Ora, sento in lui tanta scuola e poca saggezza, questo sinceramente. Io questa cosa l’ho buttata fuori e implicitamente timidamente anche il fatto che non sono propenso a fare scavi nel passatoremoto, perché sono anni che ci vivo e ora vorrei il presente!la sua risposta è stata che i percorsi sono molti, come le scuole ecc, ma il punto di arrivo sarà sempre quello, lui ritiene che si possa fare un percorso costruttivo. Secondo voi posso però essere perplesso su questa cosa, più che altro perché la strada poi la devo percorrere io…?
Dottor Santonocito, ho visitato la sua pagina, e …non voglio essere troppo critico, ma ho trovato una filosofia che mi piace, più esperienza e meno tecnica di poltrona..vorrei risolverli i miei problemi, non continuare a struggermi
Comunque ho deciso di tornare da lui ancora la settimana prossima, non voglio prendere decisioni senza essere sicuro di non fuggire da una scomodità.
Ma, voglio guardarmi in giro e mi chiedevo se lei potesse indicarmi qualcuno di sua conoscenza, che stia qui a milano..
Grazie, e buona giornata

[#11]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Gentile utente
Prendere una decisione assicurandosi prima di non stare fuggendo da una scomodità mi sembra la cosa più saggia. È ciò che suggerisco anche nel mio articolo:
http://www.giuseppesantonocito.it/art_psicoterapia.htm

Quindi a mio avviso fa bene ad aspettare ancora qualche seduta per esserne certo. E farebbe ancora meglio a riportare ciò che sta sentendo al terapeuta se ancora non l'avesse fatto.

Infatti, anche se non sono sicuro d'aver capito che cosa gli avrebbe riferito e cosa invece starebbe ancora tenendo per sé, cosa peraltro del tutto normale all'inizio di una terapia, il terapeuta potrebbe aver bisogno di sapere come si sta sentendo lei per aggiustare il tiro.

Ma se fra due o tre sedute dovesse rendersi conto che il professionista scelto non fa al caso suo, allora potrebbe essere il caso di cambiare.

Se vuole, può contattarmi privatamente per indicazioni di un professionista nella sua zona.

Cordiali saluti
[#12]
Dr. Antonio Vita Psicologo, Psicoterapeuta 707 23 51
Gentile utente

Ritengo che sia molto illuminante un suo periodo che suona così:
“”Ora, sento in lui (nel terapeuta) tanta scuola e poca saggezza, questo sinceramente. Io questa cosa l’ho buttata fuori e implicitamente timidamente anche il fatto che non sono propenso a fare scavi nel passato remoto, perché sono anni che ci vivo e ora vorrei il presente!la sua risposta è stata che i percorsi sono molti, come le scuole ecc, ma il punto di arrivo sarà…””””” Etc.

È vero questo, spesso noi psicoterapeuti mostriamo troppa scuola e poca “saggezza”.

Peraltro, in psicoterapia, tornare indietro nel tempo spesso è difficile e doloroso, ma a volte è indispensabile.
Lei giustamente si sente impreparato a tornare indietro, lei dice di vivere già nel passato, e tornare al passato del passato non le aggrada molto.
Ma ci sono anche delle psicoterapie che non si fondano sulle cause, cioè sul passato, ma sulle finalità che una persona vuole raggiungere. E che non riesce a raggiungere. Spesso i malesseri psichici non hanno una base causale, ma finalistica.
Tenga presente tuttavia che la psicoterapia, sia quella che le fa analizzare gli episodi della sua vita e della realtà dell’”anima” passata , sia quella che dovesse prendere in esame "che cosa " lei si aspetta dalla vita, è sempre dolorosa.

Comunque nella sua situazione la tecnica non c' entra, a mio modo di vedere.
La sua libido è come se fosse prigioniera, come se non trovasse la vera via di sfogo. E quindi si è rintanata nelle pieghe del suo inconscio. Da lì bisogna stanarla e trasformarla in forma e dinamismo di vita.
L’indagine tuttavia non potrà prescindere dal suo inconscio. C’è qualcosa che l’ha bloccata e lei con un misto di stupore assiste a questa sua “impotenza” di dare un significato attivo alla sua vita. È come se lei fosse rinchiuso in un cerchio magico e stregato, da cui lei non può uscire, ma entro il quale gli altri non possono entrare. Ha presente il famoso serpente che si morde la cosa? È l’uroboro: una figura magica egiziana.

Verrà una ragazza che ….. con le sua carica femminile di intuizione, di leggerezza , di grazia, di amorevolezza, di aspetti materni, femminili, saprà trovare la strada per raggiungerla nel suo mondo di emozioni, un mondo isolato dagli altri. La prenderà per mano e la farà uscire nella notte (la donna è lunare…..) stellata. Allora ritroverà gli aspetti nascosti della sua “anima” e riuscirà a strapparsi da quella specie di “autismo” emozionale che lo immobilizza.

Intanto provi con la psicoterapia. Ma che non sia tecnica, ma che sia molto ma molto umana.

Auguri vivissimi.

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