Ansia invalidante e depressione (problemi lavorativi)

Buongiorno,
mi chiamo Fabio De Vito, ho 31 anni ed abito a Como. Ho bisogno d'aiuto.
Ho avuto un passato burrascoso sia a livello familiare (liti frequenti dei miei genitori tra di loro e verso di me) scolastico (non ho finito le superiori) e lavorativo (in 31 anni ho cambiato tanti lavori e sono durati tutti mesi o anche meno).
Ora sono disoccupato, non riesco più a trovare una via d'uscita.

Il mio problema più grande è nel lavoro: ho paura di lavorare, temo il giudizio e lo sguardo delle altre persone, mi deprime la situazione lavorativa quindi sto male sia di umore (faccio anche pensieri brutti, non ho voglia quasi di alzarmi la mattina, scarsa voglia di curarsi, di fare attività normali) e vivo ogni giorno in uno stato di ansia sproporzionata. A volte non riesco da solo neppure ad andare a far la spesa perchè mi sento in ansia, giù di morale ecc.

Ho assunto per quasi un anno Zoloft (ero in cura con uno psichiatra) e preso anche gocce di Lexotan (date da uno psicologo), senza beneficio.
L' ansia perenne d tutti i giorni e la depressione con l'umore nero mi stanno rendendo la vita invalidante. Penso che le 2 cose siano legate tra di loro.
Non riesco più a sorridere ne a sentirmi bene e l'unica cosa che faccio è riversarmi sul cibo spazzatura.

Il fatto di non lavorare, di non trovare un lavoro che faccia al caso mio o che comunque non mi metta ansia o di malumore, mi sta uccidendo.

Potete aiutarmi?

Fabio da Como
[#1]
Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Gentile utente, spiace sentire come la vita sia pesante e difficile per Lei.. Secondo me l'approccio giusto è dato da una psicoterapia che l'aiuti a chiarire la sua storia, i rapporti con la sua famiglia, con la scuola , gli amici, l'adolescenza, la vita affettiva , sostenuta da un supporto farmacologico corretto.
Ci parla di psichiatra e psicologo, ora questi sono rapporti chiusi ? Le consiglio tramite il suo medico curante di prendere contatto con la struttura pubblica, molte cose dovrebbero essere migliorate, il suo rapporto con il cibo , la paura del lavoro, la paura del giudizio degli altri.. Ora come vive e con chi..? Da questa brutta situazione si può uscire, ma deve voler darsi aiuto Lei per primo, telefoni subito al suo medico, qualche pastiglia qua e là non basta.. Lei è giovane vedrà che riuscirà a cambiare la sua vita.. Ci riscriva, restiamo in ascolto..

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno,
grazie per la gentile risposta.

Convivo con una ragazza (siamo insieme da 5 anni) ma abbiamo fatto l'errore poichè quasi costretti (aggravante per la mia posizione) di andare a vivere nello stesso stabile dei suoceri. Quindi ora mi ritrovo senza un lavoro, con i miei problemi di ansia, paure e difficoltà lavorative e loro al piano di sopra.

Sono stato da uno psichiatra per un anno il quale mi aveva prescritto zoloft ed En. Non mi è servito a nulla. Poi da uno psicologo provando il metodo emdr ma anche li non mi sono trovato bene.
Ho avuto come la sensazione che non venissi aiutato nel modo giusto.

Il mio problema principale è che non riesco a lavorare perchè mi faccio prendere da diverse paure e non riesco a concentrarmi. Oppure non riesco a trovare un lavoro "semplice" che mi faccia stare tranquillo o non frustrato per quello che faccio. :-(


Fabio
[#3]
dopo
Utente
Utente
Buonasera,
non riesco a dormire la notte, mi sveglio verso quest'ora e sono tormentato dai pensieri....

Sono arrivato alla conclusione che sono un fallito. Non ho un lavoro, vivo in un posto costretto dove non vorrei, litigo quotidianamente con la mia compagna.

Non trovo un lavoro "semplice" e comunque che mi aiuti con questa ANSIA smisurata ke ho quando tento un lavoro nuovo. Avrei bisogno di star tranquillo, non ci riesco, cosa posso fare...?

Aspetto Vostre risposte, grazie

[#4]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile utente,
La Sua situazione lavorativa potra' gestirla quando stara' meglio a livello fisico.
Quindi una visita psichiatrica come prima cosa.
Se ha la possibilita' di ricontattare lo psichiatra che gia' La conosce sarebbe meglio.
Con lui fare un follow up della terapia medica sara' utilissimo.
Contestualmente cerchi presso la Asl la possibilita' di una psicoterapia.
In quel contesto dato che e' disoccupato potra' avere delle sedute gratuitamente.
Le faccio i miei auguri,
Ci faccia sapere!

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

[#5]
dopo
Utente
Utente
Buonasera, grazie per la risposta.

Non lavorando non posso permettermi di essere "seguito" a pagamento.
Inoltre I mesi che mi ha seguito il dott di mia conoscenza, non sembrano aver portato a nulla.
Prendevo zoloft pastiglie mattino e sera e pastiglie di En.

Il risultato era che diventavo piu nervoso ed irascibile di prima.


[#6]
Dr.ssa Sara Ronchi Psicologo 559 8 14
Gentilissimo

Capisco che non possa essere seguito a pagamento ma si deve recare dal suo medico curante in modo che possa essere preso in cura alla sua asl di appartenenza con il solo pagamento del ticket.
Deve farlo altrimenti in modo da togliersi da questa spirale invalidante.
Vedrà che quando sarà più sereno riuscirà a dare le sue priorità di cambiamento.
Coraggio!

Cordialmente

Dr. Sara  Ronchi
sara71ronchi@gmail.com -3925207768
www.psicologa-mi.it









[#7]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.6k 572 66
Gentile utente,

l'elemento economico non può essere
- nè una causa per non ricorrere alla cura
- ma neanche un ALIBI per la mancata richiesta di cura.

Lei può rivolgersi al consultorio della Sua città,
senza impegnativa del curante,
e trovare validi nostri colleghi che si occupino di Lei.

Pensa di poterlo fare?




Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#8]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno,
grazie per la gentile risposta.

Si, mi sono rivolto al consultorio un anno fa circa e ho usufruito di 10 + 10 sedute se non ricordo male con una dott.essa.
Purtroppo non c'era la possibilità di rinnovare le sedute al consultorio perchè mi dicevano che dopo un tot di sedute non si puo' andare avanti (per un discorso economico loro penso).

Oggi sono stato dal medico curante e mi ha prescritto una ricetta per "colloquio di psicologia clinica" in ospedale dove, dopo un primo incontro e la somministrazione di test, verrò messo in lista di attesa per avere un aiuto.

Ma Vi chiedo,
questa paura ad affrontare o addirittura scappare da un posto di lavoro dopo qualche giorno o settimana ha un nome? Solo io ho questo disturbo? Ho l'umore a terra...



[#9]
Dr.ssa Sara Ronchi Psicologo 559 8 14
Gentilissimo

Bravissimo x essere stato dal medico curante x avete un colloqui clinico.
No non credo sia l'unico ma perché paragonarsi ad altri.
Il disagio e' suo e vedrà che riuscirà a superarlo.
La mancanza di un lavoro e' sicuramente frustrante e tutto ciò ricade inevitabilmente sugli altri rapporto personali che ha.
Vedrà che con una corretta gestione dell'ansia starà meglio

Cordialmente
[#10]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno, ho trovato questo articolo in rete in cui mi rispecchio.
Quando trovo un lavoro scappo dopo pochi giorni o non inizio nemmeno, perche?


ARTICOLO:
Quando dico di soffrire di un disturbo d’ansia, nella maggior parte dei casi la gente si limita ad annuire, e a venirmi a dire che andrà tutto bene. Quando succede che io dica: “Perdonami, oggi per la mia ansia è proprio una brutta giornata, non è che magari possiamo spostare l’appuntamento?”, allora mi sorridono, provando a rassicurarmi del fatto che non ci sia niente di cui preoccuparsi, e che se mi decido ad alzarmi dal letto allora mi renderò conto che in realtà è tutto ok. Quando poi non mi va d’andarmene in giro per locali, essendo consapevole di come l’alcol non faccia altro che peggiorare le mie tendenze ansiose, a quel punto mi sento rispondere: “Ma se stai benissimo. Vedrai che ti divertirai. Andiamo a sfogarci un po’!”.

Intanto il cuore mi batte all’impazzata, tanto che temo che si noti anche da fuori. Ma non è così. In realtà, per quanto mi giri la testa, è sempre ferma al posto suo. I miei occhi non sono storti come mi sembrerebbe che fossero, a giudicare dalla vista appannata. Le mie ginocchia non tremano, nonostante i muscoli fatichino a resistere alla tentazione di cedere. Non sono impallidita tutto a un tratto, e i miei occhi non sono iniettati di sangue. No, dall’esterno non è cambiato niente. Ho i capelli puliti. Indosso capi intonati. Sono viva, vegeta e respiro. Quindi va tutto bene, no?

Ed è proprio questo il problema dei disturbi d’ansia. Dall’esterno sembriamo a posto. È ovvio. Non siamo azzoppati. Non ci hanno tagliato la lingua. Non abbiamo ferite o lividi. Del resto l’ansia non è una disabilità fisica. Il che però non la rende per niente meno debilitante.

L’ansia è un disturbo complesso, e non si risolve con un sorriso, o semplicemente annuendo. Dirci che è tutto okay non ci aiuta, ma ci fa male, perché nessuno sembra prenderla sul serio.

Perciò ecco quel che vorrei farvi sapere su che cosa significhi lottare con l’ansia.

Ci sono giorni in cui riesco ad arrivare a fine giornata senza dovermi fermare a respirare, o a prendermi uno Xanax. Giorni in cui sono in grado di ridere e sorridere. D’esser produttiva e andare al lavoro, uscire a cena, andare a vedere un film cogli amici. E credetemi, mi rendo conto di quanto sia difficile capire come si possa star bene un giorno, e quello dopo non sentirsi neanche in grado d’alzarsi dal letto. Ma è così che funziona.

Il che mi porta al punto successivo:

L’ansia è una strana bestia. Per un paio di giorni lascia che me la spassi, tanto da iniziare a convincermi che, hmm, forse me ne sono finalmente liberata. Trascorre qualche giorno, e poi una mattina mi sveglio incapace di pensare lucidamente dato che, e non si capisce bene il perché, la bestia s’è riaffacciata, e non ho modo d’impedirglielo, perché al mio risveglio me la son già ritrovata acquattata addosso e sorridente, come se le avessi dato il benvenuto.

Può arrivare a paralizzarti del tutto.

Non so se sia così per tutti, ma so che è un aspetto importante del mio disturbo d’ansia. Quando arriva, mi blocco. Posso anche alzarmi e far finta che la giornata proceda come sempre, ma il mio cervello è altrove, prigioniero del mio “demone” di turno. E non riesco a pensare a niente se non alla mia incapacità di pensare, di respirare o di provare alcunché. Provate un attimo a immedesimarvi. Il mio cervello mi sembra letteralmente paralizzato, come se fosse incagliato in una specie di limbo senza porte, finestre o alcuna via d’uscita.

Sapete qual è l’aspetto peggiore? Che là dentro sono completamente sola.

È in grado di rovinare i vostri rapporti.

Non solo quelli sentimentali, ma le relazioni di ogni genere. È un problema in grado di distruggere le vostre amicizie così come le vostre storie. L’ho provato sulla mia pelle in entrambi i casi, e si tratta del tipo peggiore di cesura. Perché, vi chiederete. Perché non è colpa nostra.

È un disturbo che, se non si è preparati a curarlo nel modo adeguato, col tempo può esplodere. E a un certo punto, per un’altra persona, può diventare un peso troppo grande da sopportare. Se diventano tanto intimi da cominciare a vivere sulla propria pelle gli effetti della vostra ansia, per loro può diventare troppo, tanto che a salvaguardia della loro stessa salute mentale possono arrivare a tagliare i ponti. E quando accade, fa male da morire.

Non si può fargli una colpa, perché del resto se mi venisse offerta la possibilità di scegliere di starmene alla larga dall’ansia, io lo farei senza pensarci due volte.

Aver fiducia in qualcuno può diventare quasi impossibile.

Pare brutto scaricare i propri problemi di mancanza di fiducia sull’ansia, ma in tutta onestà non è uno scaricabarile, è solo questione di attribuire le giuste responsabilità. L’ansia non manca mai di farti pensare il peggio ogni volta.

Se qualcuno non risponde a un messaggio, allora è chiaro che io non gli piaccio più. Se qualcuno non mi manda un messaggio per primo, allora significa che a me non ci pensa affatto. Se qualcuno in un determinato momento ha degli impegni? Beh, allora lasciamo proprio perdere. Vorrà dire che ha cose migliori da fare che trascorrere del tempo in mia compagnia. Sembra tutto così assurdo, vero? Benvenuti nella vita ansiosa. Non abbiamo niente da offrirvi, spiacente, ma magari vi andrebbe di sedervi al tavolo per uno, in compagnia di una solitudine debilitante? No? Ecco, mi pareva.

Davvero credete che se potessi scegliere preferirei deludere le persone che mi vogliono bene, visto che non riesco ad affrontare neanche una semplice uscita serale? Credete che mi piaccia sentirmi talmente in apprensione all’idea d’alzarmi dal letto che invece di andare al lavoro finisco per starmene a piangere davanti a Grey’s Anatomy per tredici ore di fila? Magari no. Al posto mio lo fareste? Ne dubito.

Perciò, quando venite a dirci che stiamo solo facendo una scena, per ottenere un po’ d’attenzione, fermatevi un attimo a pensare a ciò che ci state dicendo. Nessuno, e lo ribadisco, nessuno vorrebbe trovarcisi.

Vorrei non esser fatta così, lo desidero ogni giorno.

Non c’è giorno che io non senta quella vocina dentro di me che mi fa notare come sarebbe tutto splendido, nella mia vita, se solo non fossi fatta così. Se solo non soffrissi d’ansia, sarebbe tutto OK. Potrei sentirmi felice sul serio, e convincermi che la felicità non sia solo una barzelletta, o una finzione; che non ci sia una spada di Damocle che pende sopra di me. Il problema è che non c’è alcuna spada. Ma non è così che son fatta.

Per me, indipendentemente da quanto mi possa ripetere che va tutto bene, e che mi sto solo facendo delle complicazioni assurde, non c’è mai niente che vada “per il verso giusto”. Anzi, anche le cose più piccole risultano disastrose.

Ci sono cure, e sono disposta a provarle tutte.

A molti di coloro a cui viene diagnosticata l’ansia vengono prescritti dei medicinali (www.adaa.org/finding-help/treatment/medication) per tenerla sotto controllo. Nella maggior parte dei casi servono a smussarla, rendendomi un po’ più in grado di funzionare nella vita quotidiana. Però limitarsi alle medicine di solito non basta.

Ho provato con la palestra. Le endorfine sono spesso di grande aiuto (www.adaa.org/living-with-anxiety/managing-anxiety/exercise-stress-and-anxiety). Molti frequentano corsi di yoga e di respirazione. In teoria dovrebbero servire, non li ho ancora provati ma sono i prossimi nella mia lista.

Di cose che mi rendono felice ne faccio parecchie. Scrivere, cantare e i miei libri da colorare per adulti sono tutte attività che mi consolano molto. Oltre a queste cose ho scoperto che la terapia del dialogo è l’arma migliore, e vale ogni centesimo. Avere a disposizione un terapista che è sempre dalla tua parte, e a disposizione anche solo per parlare senza mai giudicarti o biasimarti per la condizione in cui ti trovi è un’esperienza liberatoria. Lo raccomando caldamente a chiunque si ritrovi a lottare con l’ansia.

Ma ci vorrà tempo. Lottare con l’ansia può essere una battaglia senza fine, durante la quale si va incontro a frequenti passi indietro e crolli. Personalmente ci sto ancora lavorando, e non è facile. Per niente. Questa in realtà è la cosa più difficile in assoluto che mi sia mai trovata a dover fare in tutta la mia vita. E io ne ho passate tante. Ma l’ansia vince il primo premio.

Imparare a superare l’ansia è il compito più difficile che mi sia mai stato chiesto di portare a termine. Questi pensieri, quelli che non sono davvero miei, per la mia anima sono veleno. Però quando riesco a portare a casa una vittoria, in quei giorni mi pare di poter affrontare tutto il mondo. Vorrei potermi sentire così ogni giorno, e non mi fermerò finché non sarà così.

Perciò le cose stanno così: l’ansia può essere una roba ardua e spaventosa da affrontare. Non è una ferita visibile, ma ciò non la rende meno legittima. Intorno a noi abbiamo bisogno di persone disposte ad aiutarci e a sostenerci, e a capire che abbiamo bisogno di tanto aiuto e sostegno. Se riterrete di non essere in grado di reggere l’impegno necessario a far parte della mia vita, non ve ne farò una colpa, ma ciò che vi chiedo è di non alimentare in me false speranze.

Quando dico che “soffro d’ansia”, dunque, ecco che cosa intendo. Trattatemi con gentilezza. Siate pazienti con me. Sostenetemi. Sappiate che qualunque cosa faccia, rifletto sempre sulle conseguenze cha ha su di voi. Ogni giorno lotto per riprendere il controllo della mia vita, comprendetemi. Sono una bella noia, e ne sono consapevole. Non è sempre facile avermi vicina, ma se me lo permetterete, per voi ci sarò sempre. Non dimenticherò mai il modo in cui siete rimasti al mio fianco, anche nei momenti in cui i più avrebbero mollato.

Quando dico che “soffro d’ansia” il mio è un avvertimento — ecco ciò che vi aspetta — e allo stesso tempo un grazie per avermi scelta comunque.
Nel caso voi o qualcuno che conoscete stiate provando i sintomi dell’ansia, vi prego di mettervi in contatto col vostro medico.


Fabio
[#11]
Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Bellissimo e vera questa pagina, appunto la cura è l'alleanza terapeutica che si crea con lo psicoterapeuta che ti ascolta, non ti giudica, si ricorda, ti vuole anche bene, è dalla tua parte e per te diventa un porto.. un rapporto .. speciale.. a cui molti non credono.. a me tornano i pazienti di dieci, quindici anni fa , perchè succede qualcosa nella loro vita .. e hanno bisogno di parlarne, chiarirsi, ..riflettere insieme..perchè quel filo non si spezza..
[#12]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile Sig. Fabo
Io sono una psicoterapeuta dinamica.
E nella mia *dottrina* c'e una *regola fondamentale*: se un paziente viene, con qualunque motivo, a cercare di attirare la nostra attenzione sul suo *sentirsi male*, e non reagisce, non pone impegno nello stare meglio (in qualunque modo, con terapia, farmarci) , ecco, noi li' dobbiamo *fare il nostro dovere* e non permettergli di compatirsi. In alcun modo. O lo danneggeremo in modo indicibile. Lo condanneremo ad essere *infelice* per essere visibile, per non attivarsi, per farsi compatire.
E non e' questo il lavoro di uno psicoterapeuta come si deve.
Se si vuole essere e sentirsi compatiti ci si puo' rivolgere altrove. Non ad uno psicoterapeuta competente.
Ci sono tanti luoghi ove si specula sulla malattia e non e' difficile trovarne.

Spero di essere stata abbastanza chiara per Lei e per chiunque come Lei voglia cercare la *compassione* degli altri e non la *guarigione*.
I miei auguri!
[#13]
dopo
Utente
Utente
Gentile Dott.essa Franca Esposito,
io cerco la guarigione e la "comprensione", non certo la compassione come dice lei...

Ho copiato ed incollato quell'articolo per far capire come ci si sente. Apparentemente stiamo bene ma non lo siamo.

Come mi avete consigliato,
mi sono recato dal medico curante e all' asl. Ho appuntamento tra una settimana per un 1' incontro e poi sarò messo in lista di attesa.

Nel frattempo sono qui per parlare un po' e cercare il Vs aiuto non per altro....

[#14]
Dr.ssa Sara Ronchi Psicologo 559 8 14
Gentilissimo

Ha perfettamente ragione ed è ovvio che cerca la guarigione e non la compassione.
Può tranquillamente rivolgersi a noi e trovare un minimo di conforto.
Siamo qui per questo e non per giudicare.

Cordialmente
[#15]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.6k 572 66
Gentile utente,

come indicatoLe, riteniamo che Lei abbia fatto la scelta migliore; quella di prendere in mano la Sua situazione, di persona.

Buon percorso!


[#16]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno,
ho scritto questa lettera ad una ragazza psicologa che lavora anche al centro impiego della mia città che forse può aiutarmi.

Vorrei renderVi partecipi e sapere cosa ne pensate di ciò che scrivo a Lei perchè è come se parlassi anche a Voi. Ho sempre la sensazione, quando scrivo, di aggiungere più riferimenti o cose chiave che fanno capire meglio il mio disturbo.

Buongiorno Marianna,
premetto che mi vergogno un po' a scriverti questa email a 31 anni, mi scuso se ti crea disturbo ma avendo letto che lavori nel campo della psicologia ed avendo accettato un percorso orientativo di ricerca di lavoro con te, mi sono fatto forza e te la invio.
Devi sapere che fin dai tempi del Liceo scientifico ma presumibilmente da sempre (ho ricordi brutti anche all'asilo), soffro di un problema/disturbo d'ansia...
Avevo ed ho a tutt'oggi una reazione, un'ansia eccessiva,ingiustificata o sproporzionata rispetto alle situazioni (banali o complesse che siano) che mi rendono difficile la vita di tutti i giorni ed il rapporto sociale con le persone. Non so se chiamarla ansia da prestazione o altro ma so che ce l'ho da anni e da anni ci convivo molto male. Questo problema non mi ha permesso di fare TANTE cose (sopratutto nel lavoro) e sinceramente poche persone mi hanno aiutato nell'affrontarla...
Ho sempre cercato di SVIARE ed EVITARE il problema evitando tutte le situazioni di malessere per me o affrontandole pian piano con qualcuno.
Esempio pratico: quando dovevo prendere la patente B a 18 anni mi sentivo malissimo. I miei pensieri erano che non ce la facevo, che ero cretino, che era difficile per me e mi piangevo addosso. Stavo psicologicamente male. Sudavo tremavo diventavo rosso e mi bloccavo con la testa.
Poi ho trovato una scuola guida gestita da un vecchietto (a San Fermo della Battaglia) che con tanta pazienza mi ha fatto pian piano prendere la patente. Stesso discorso quando ho avuto le mie prime esperienze sessuali (un disastro) o lavorative (un disastro).
Ho sempre cercato l'aiuto di qualcuno (amici o ragazza) per farcela a superare certe situazioni di disagio. Da solo non ce l'ho mai fatta.


Col passare degli anni, questo grosso problema mi ha cambiato notevolmente l'umore,
fino a essere sempre più giù di morale, pessimista, sfiduciato ecc. Ad oggi, in una settimana, sono piu' le giornate che non sto bene che quelle in cui mi sento bene.
Quindi penso e sento interiormente di soffrire anche di depressione da diverso tempo e che comunque mi sia cresciuta col passare del tempo e degli eventi negativi che ho vissuto in questi anni. Questo perchè non ho voglia di fare niente, neanche le attività goliardiche come calcetto o una partita ai videogiochi ecc ma anche delle volte nel curare la mia persona (fare la barba, vestirmi bene ecc)
A pari passo di queste cose, vi è il rapporto che ho con il cibo, mi sfogo con il mangiare. In 4 anni ho messo 30 kg. Oggi peso 108 kg, 4 anni fa ero nella norma pesando circa 75 Kg. Questo perchè come a tutti mi piace mangiare ma managiando fuori pasto schifezze, ingrasso. In tutte le situazioni negative mi sfogavo e mi sfogo tutt'ora con cibo spazzatura extra pasti, Cioè per farti capire, preso dallo sconforto magari alle 16.00 del pomeriggio vado al mc donald (vergognandomi e nascondemi il piu possibile). Non so perchè lo faccio, forse perchè per 20 minuti mi fa star bene, non lo so e non l'ho mai saputo il motivo di questa mia reazione/sfogo.


La cosa che pero' non riesco a superare è il ritrovare un lavoro che faccia per me, piu' che altro che mi aiuti. Sono scappato da tantissimi posti di lavoro in 10 anni e alcuni non li ho neppure affrontati per l'ansia e la paura. Ho fatto magari il colloquio e poi ho detto di no. ( Ho esempio il terrore di maneggiare i soldi tipo in una cassa in un negozio) oppure di lavorare in un ufficio open space con tante persone oppure con qualcuno accanto che mi guarda ecc ecc ecc.).

Sono stato all'ospedale sant'anna in passato e recentemente, sto per essere messo in lista di attesa per un aiuto psicologico. In questi giorni devo contattare anche il Cps ma il problema è:
"nel frattempo cosa fare e come passare le giornate" ? Esiste un lavoro anche di mezza giornata che mi aiuti a tirarmi un po fuori ma che mi aiuti?
Io non so se esiste un ente o qualcosa che aiuti una persona quando ha un problema con ansia e depressione molto forti da rendere la vita cosi invalidante.
Vorrei cercare di capirlo anche da te visto che hai a che fare con tante persone, società, enti ecc. ?
Non so, devo venire venerdi mattina?
Non so più cosa fare....ultimamente sto cercando anche meno perchè sono esaurito, esausto psicologicamente.

Convivo con la mia compagna che però lavora tutto il giorno e non sa come aiutarmi, se non economicamente e standomi vicino, perchè daltronde ha anche lei i suoi problemi di vita quotidiana.
Scusa per la lettera ma dovevo parlarti.


Fabio




Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.

Leggi tutto