Psicoterapia tcc

Soffro di attacchi di panico da circa 12 anni, con le cure dello psichiatra sono sempre stato bene, mentre senza farmaci no.
Ho fatto psicoterapia cognitivo comportamentale qualche anno fa riuscendo a togliere i farmaci ma dopo pochi mesi, 9, ho riavuto attacchi di panico e ansia quotidiana. Ho ripreso la cura farmacologica e tutto si è sistemato, fino all'anno scorso quando ho cominciato ad avere disturbi sessuali.
Da un paio di mesi mi sono deciso di ritornare a fare psicoterapia perché devo eliminare i farmaci che mi hanno rovinato la sessualità, attualmente prendo trittico 150 mg, ma sporadicamente ho qualche problema di ansia/panico.
Secondo voi, posso guarire definitivamente da questi attacchi di panico? I farmaci mi hanno rovinato, prenderli anche in futuro è una condanna, che me ne faccio di una vita senza sessualità?
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Gentile Utente,

purtroppo può accadere che gli psicofarmaci abbiano effetti collaterali sgradevoli sulla vita sessuale, ma bisogna sempre valutare costi e benefici di ogni cura.

Nel dettaglio, come si sente senza farmaci e quali limitazioni ricompaiono quando li sospende?

Quanti anni fa e per quanto tempo ha effettuato la Terapia Cognitivo-Comportamentale?
Ha deciso lei di interrompere il trattamento?
Si è poi più rivolto a quel terapeuta?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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dopo
Utente
Utente
Senza farmaci ricompaiono gli attacchi di panico, gli evitamenti (o comunque se faccio una cosa è perché insisto io ma c'è malessere), l'ansia con diarrea, palpitazioni, ecc...
La psicoterapia la feci nel 2011 per 8 mesi, 4 sedute al mese, gli ultimi due mesi 2 sedute settimanali.
Non ho deciso io di interrompere, ma di comune accordo con lo psicoterapeuta. In quel periodo riuscii a togliere l'antidepressivo, ma dopo 9 mesi ricaddi nel vortice.
Ora mi sono rivolto nuovamente a lui, ho fatto 5 sedute, però lui ora mi ha detto che bisogna lavorare non sul sintomo ma sul contorno, su quello che alimenta e/o favorisce il malessere.
Io ho dei dubbi perché non vedo come poter gestire la cosa, so cos'è l'attacco e quindi non vado al pronto soccorso, ma questi malesseri vengono all'improvviso e non sempre c'è un pensiero che riesco a cogliere.
Molto fastidiosa poi è l'ansia generalizzata, una cosa è riuscire a gestire l'ansia anticipatoria, altro gestire l'ansia generalizzata.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

a mio avviso ha fatto bene a tornare in terapia, ma credo ci siano alcuni aspetti che dovrebbe chiarire con il terapeuta.
Ad esempio, Lei dice: "se faccio una cosa è perché insisto io ma c'è malessere". E' ovvio che sia così, perché altrimenti, se non avesse difficoltà e non percepisse un senso di malessere inizialmente, non avrebbe bisogno di una terapia, né parlerebbe di evitamenti.
Immagino che il terapeuta Le avrà già spiegato che tale malessere si riduce fino a scomparire nel momento in cui l'evitamento non è più tra le condotte messe in atto dal pz. In altre parole, deve creare una sorta di abitudine a fare ciò che attualmente evita.
L'attacco di panico e il disturbo d'ansia in genere sono piuttosto semplici da trattare, quindi è indispensabile seguire le prescrizioni del terapeuta.
Posso chiedere quali sono gli obiettivi terapeutici?
Quali sono le prescrizioni del terapeuta?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#4]
dopo
Utente
Utente
L'obiettivo è riuscire a togliere il farmaco, questo è quello che ho detto al medico quando ho cominciato.
Cosa intende per obiettivi? Scusi ma non ho compreso appieno la domanda.
Le prescrizioni del terapeuta sono:
- fare attività fisica anche se ho malessere
- fare mindfulness
- cercare di fare le cose che mi creano ansia
- fare le ristrutturazioni cognitive (Abc).
Ultimamente ho fatto un test per individuare cosa per me è importante, per darci una direzione, e sono:
- allargare la cerchia di amicizie
- migliorare il benessere psicofisico
- conoscere un potenziale partner
- essere più apprezzato
Il punto è questo:
- io esco, ho una vita sociale, non sto rinchiuso in casa, viaggio all'estero, prendo l'aereo, tram, metro, ecc..., quindi allargare la cerchia di amicizie non vedo a cosa porti;
- non mi va di conoscere ragazze per il semplice fatto che ho seri problemi sessuali, molti mesi fa avevo una fidanzata, e in passato pure, cosa ci faccio con una ragazza? Le racconto dei miei problemi? Non credo, l'ultima mia storia è finita a causa dei miei problemi sessuali;
- essere più apprezzato e migliorare il benessere psicofisico ci si può lavorare, cosa che in parte faccio da quando ho deciso di rimettermi in gioco con lo psicoterapeuta.
Mi illumini lei, perché magari sbaglio io.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
In pratica, se ho capito bene, dopo aver effettuato quei mesi di TCC e aver tolto i farmaci è stato bene per un periodo, ma poi è tornato tutto come prima.

Ha quindi ripreso gli psicofarmaci per altri anni ed è tornato in psicoterapia solo quando sono comparsi effetti collaterali della terapia farmacologica che inficiano la qualità della sua vita sessuale, con l'obiettivo di fare di nuovo a meno delle medicine.

Perché non ha ripreso la TCC anni fa, alla ricomparsa dei sintomi?
Se l'ha ritenuta utile, perché riprenderla solo adesso?
E se non l'ha ripresa prima perché è rimasto deluso e contrariato dal ritorno dei sintomi, perché non ha cambiato terapia o terapeuta?
[#6]
dopo
Utente
Utente
Si, sono stato 9 mesi bene, solo 2 singoli attacchi di panico che sono rimasti isolati.
Quando sono ricomparsi gli attacchi di panico non sono andato dallo psicoterapeuta per una questione economica.
Non ho cambiato tipo di psicoterapia perché la TCC è la migliore per le problematiche inerenti ansia e attacchi di panico, e perché quella volta penso abbia funzionato.
Le mie perplessità sono ora, il fatto di non lavorare sul sintomo mi crea dubbi, è come se non avessi mezzi per affrontare il disagio o comunque mi aspettavo un continuo, un qualcosa in più per affrontare i malesseri, tutto qui.
Il mio timore è di non riuscire a guarire, cioè a stare senza farmaci, un conto è prendere l'ansiolitico qualche volta, un'altro è prendere sempre l'antidepressivo che causa danni.
Forse 12 anni sono troppi per sperare in una guarigione? Una risposta sincera non guasterebbe dottoressa, ormai ne ho viste tante in questi anni!
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Non è detto che nel suo caso la TCC sia la terapia migliore: ogni paziente è diverso dagli altri e non per tutti funzionano gli stessi metodi.

Anche se a lei questo non fa piacere vedrei positivamente il fatto che il suo terapeuta le abbia comunicato che non intende lavorare più solo sul sintomo, visto che l'avete già fatto in precedenza e che dopo un periodo tranquillo lei è stato male di nuovo.
Se ormai ha acquisito gli strumenti utilizzati in TCC e non sono più sufficienti a consentirle un miglioramento è insomma un bene che si cambi strategia.

Se vuole il mio parere personale posso dirle che, dal punto di vista psicodinamico, sarebbe essenziale capire perché lei sta male e risalire alla causa del problema, piuttosto che occuparsi solo delle conseguenze.
Chiaramente si tratta di un approccio diverso da quello che sta seguendo, ma le consiglieri comunque di riflettere almeno fra sé e sé su cosa può aver provocato il suo malessere, se non l'ha già fatto, per dare un senso a tutto quello che ha passato.
[#8]
dopo
Utente
Utente
Per quanto riguarda la causa del malessere, siamo arrivati alla conclusione che i miei genitori iperprotettivi hanno favorito l'insorgenza del malessere.
In cosa consiste la terapia psicodinamica?
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Le psicoterapie del gruppo psicodinamico si basano sulle teorie di orientamento psicoanalitico e assegnano generalmente molta importanza all'esplorazione dell'inconscio e all'analisi del passato, all'interpretazione di sogni e fantasie (oltre che di fenomeni rivelatori di contenuti inconsci come i lapsus), alla relazione paziente-terapeuta come strumento di lavoro psicologico (transfert-controtransfert).

Anche se esistono differenze fra le singole terapie di questo gruppo (come fra le diverse terapie del gruppo TCC) il focus più che sul sintomo è generalmente sui nodi che bisogna sciogliere per eliminarlo.
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dopo
Utente
Utente
Ok grazie mille per le risposte.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente

Con i limiti della distanza mi pare che il lavoro impostato fin qui sia buono e quindi non comprendo le sue perplessità.

Bisogna anche dire che si può lavorare sia sul sintomo che su ciò che lo mantiene in vita e cioè le idee, i pensieri ma anche le emozioni. In realtà mentre ci si occupa di tutto ciò si riduce fino a scomparire anche la sintomatologia proprio perché il sintomo è mantenuto da cognizioni e comportamenti disfunzionali.

L ' aver intercettato il tipo di accudimento ricevuto dai suoi genitori va bene ma non è sufficiente a stare bene perché è vero che il paziente apprende che il mondo è pericoloso e minaccioso ma poi è necessario fare tutto ciò che il terapeuta le indicherà per poter superare la problematica.

In ogni caso, dal momento che si è trovato bene col terapeuta dovrebbe esprimere a lui tutti i suoi dubbi, ricordando che utilizza bene la terapia solo se si apre mettendo al corrente il terapeuta di tutte le perplessità e difficoltà. Se ad esempio fa fatica a svolgere un compito o non riesce, lo dica e si faccia aiutare dal terapeuta.

Cordiali saluti
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dopo
Utente
Utente
Ok dottoressa, mi è stata d'aiuto, grazie mille.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Chiarisca con il terapeuta quello che pensa e sente e gli dica quello che ha detto a noi.
Se si trova bene dia ancora una chance a questo percorso, ma se si rendesse conto che non riesce a ritrovare la piena fiducia di un tempo valuti anche altre opzioni.

Ci aggiorni quando vuole, tanti auguri di buon anno
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dopo
Utente
Utente
Ook.
Auguri di buon anno a lei!
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