Disturbo evitante

Buongiorno,
da circa un anno sto insieme a un ragazzo di qualche anno più vecchio di me.
lui è sempre stato distante e poco affettivo ma mi ha sempre dimostrato amore in altri modi.
fino a che imporvvisamente non mi ha detto di essere confuso sulla nostra relazione.
io, nel tentativo di capire cosa non andasse e, eventualmente, risolverlo ho cercato di parlare con lui ma più io cercavo il dialogo più lui diventava freddo e distante fino a che non mi ha mollata dicendo che lui sta meglio senza una fidanzata perchè incapace di gestire una relazione.
Ho cercato di consigliargli una consulenza psicologica ma non ne vuole sapere, continua a ripetere che lui sta bene così.
Non più di di un mese fa si parlava addirittura di vivere insieme.
A me sembra che soffra di disturbo evitante, e lui me lo ha parzialmente confermato anche se non lo riconosce come problema.
A cosa devo pensare?
Cosa devo fare?
Come devo agire?
Devo forse lasciare che se ne vada così?
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
gentile ragazza se lui NON sente il problema, non lo vive e non ha necessità di risolverlo c'è poco che possa fare.
Forse lei ha fatto tutto ciò che andava fatto (dialogo , consigli) quindi perchè continuare a lottare?

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
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dopo
Utente
Utente
Vorrei trovare la maniera giusta per cercare di riavvicinarlo
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Dr.ssa Ilaria La Manna Psicologo, Psicoterapeuta 282 8 9
Gentile Ragazza,

effettivamente rispetto a quello che ci ha detto sembra che lei abbia davvero fatto tutto quanto in suo potere per aiutarlo a capire cosa stesse succedendo e che lo abbia fatto con sensibilità e delicatezza, e che tutti questi suoi tentativi lo abbiano anzi allontanato di più; come se la vicinanza con lei innescasse in lui il "bisogno" di mettere una distanza e più cerca di stargli accanto più lui si allontana.

E' comprensibile la sua voglia, dettata anche dal bene che gli vuole, di cercare di riavvicinarlo, ma lei ha già fatto molto.

Penso che un modo di stargli accanto e mantenere con lui un contatto, almeno in questo momento, sia dargli spazio, assecondare questo suo bisogno di stare da solo e allontanarsi e come dice lei "lasciare che se ne vada così", anche se nelle sue parole leggevo un po' di rassegnazione. Non con rassegnazione, piuttosto rispettare questo suo momento, dargli spazio, ma dicendogli anche che quando vorrà parlarle, vederla, ecc... ad esempio lei ci sarà cioè standogli comunque accanto, ma non "addosso"( se posso usare questo termine forse un po' forte), se lei naturalmente se la sente.

Cosa ne pensa?

Cordialmente

Dott.ssa Ilaria La Manna
Psicologa Psicoterapeuta - Padova

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Utente
Utente
Penso possa essere la cosa migliore anche se non riesco a non sentirmi in colpa per aver sbagliato "approccio" alle sue confusioni e averlo allontanato.
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Dr.ssa Ilaria La Manna Psicologo, Psicoterapeuta 282 8 9
Perché sentirsi in colpa per aver sbagliato approccio?
Si sente forse la causa del suo allontanamento?

Se fosse così credo innanzitutto che dovrebbe fare pace con se stessa su questo aspetto, perché se no vivrà male ogni cosa, gesto, parola ... che non va come lei desidera.

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Utente
Utente
Perchè probabilmente se lo avessi lasciato in pace quando mi disse che era confuso e non l'avessi "assillato" nel cercare di capire quale fosse il problema non mi avrebbe allontanata così.
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Dr.ssa Ilaria La Manna Psicologo, Psicoterapeuta 282 8 9
Lei voleva capire cosa stava succedendo, aiutarlo, ora ha fatto il possibile.
Quando prima chiedeva "come devo agire?" mi verrebbe da dire forse è proprio "non agire".
Il bene che possiamo dare agli altri è anche nel rispetto delle loro scelte e dei loro tempi.

Un cordiale saluto
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Grazie mille!