I miei fidanzati alla mia famiglia

Buongiorno,
vi scrivo perché sento di avere un problema.
Ho quasi 28 anni e ho un nuovo ragazzo da circa 8 mesi.
Sono molto felice con lui, stiamo benissimo insieme, abbiamo litigato qualche volta, ma siamo sempre riusciti a superare le nostre difficoltà. Il problema sta nella mia famiglia: mia madre in particolare sembra che non accetti il rapporto che ho con questa persona, non vuole quasi che gliene parli, non mi fa mai domande e mi tratta come se fossi una "poco di buono" (tanto per dire) perché sono stata in vacanza con lui e abbiamo dormito insieme. Non solo: visto che io ho già conosciuto i suoi genitori, mi piacerebbe ogni tanto invitarlo a casa mia, ma i miei si inventano sempre una scusa perché questo non accada. Ho avuto altre relazioni prima di questa e ho presentato entrambi i miei fidanzati alla mia famiglia: la mia ipotesi è che, siccome tutte e due queste relazioni sono andate male, loro non vogliano più saperne di con chi sto. Mi fanno sentire una persona cattiva, sbagliata e, per l'età che ho, avrei tanta voglia di andarmene di casa e farmi la mia vita, anche se purtroppo non ho i mezzi economici per farlo (ho da poco perso il lavoro).
Vorrei sapere se sbaglio qualcosa: vorrei sinceramente rendere partecipi i miei di questa relazione che per me significa molto, ma non mi sento presa sul serio, come se fossi una ragazzina con le sue cotte passeggere, e, magari, chissà, secondo loro sono talmente una ragazza facile che presto questa relazione finirà e ce ne sarà subito un'altra, anche se per me non è così.
Vi chiederei un consiglio: vorrei vivere serenamente questa storia, vorrei che non fosse un peso per i miei.
Non so cosa fare, anche perché forse non c'è molto da fare, soltanto da vivere la propria vita a quasi 30 anni.
Grazie,
M.
[#1]
Dr.ssa Arcangela Annarita Savino Psicologo 49 3
Gent.le M.,
La sua risposta finale è quella più consona ma io aggiungerei solo una osservazione che può esserle di aiuto. Quando dice loro mi considerano come se fossi una ragazzina con delle cotte non pensa che è proprio lei a comportarsi da "ragazzina", tanto da avere il bisogno e la necessità di condividere le sue storie con i genitori e implicitamente da richiedere un loro plauso?
Sviluppi maggiormente i suoi punti di riferimento interiori condividendo la sua vita con i suoi genitori senza attendere un continuo loro appoggio.

Cordialmente, dott.ssa ARCANGELA ANNARITA SAVINO

Dr.ssa Arcangelaannarita Savino

[#2]
dopo
Attivo dal 2015 al 2017
Ex utente
Gentile dott.ssa,
la ringrazio per la sua risposta, le sue parole mi hanno fatto riflettere molto.
Ma secondo lei perché mia madre si comporta così? Non le ho mai causato problemi (massimo dei voti a scuola e all'università, amicizie tranquille), è proprio ultimamente che sembra avere questa pessima opinione di me (mi ha dato anche della t**a) e si comporta come se volesse evitare l'argomento, sminuendo anche ciò che tutto questo significa per me ("cos'è tutto questa tua foga, è soltanto un ragazzo").
Sono d'accordo con lei che a un certo punto sia giusto affrancarsi dal giudizio di genitori che non hanno la nostra stessa mentalità e sono cresciuti in altri contesti. Quello che non riesco a capire (o forse ad accettare) è la sua rabbia nei miei confronti.
Grazie
[#3]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66

Gentile utente,

Lei ammette - ed accetta - che
".. sia giusto affrancarsi dal giudizio di genitori che non hanno la nostra stessa mentalità e sono cresciuti in altri contesti."
Ma ".. non riesco a capire (o forse ad accettare) è la sua rabbia nei miei confronti..."

Le pare che chi si trova a "rimanere indietro", a "far parte della vita precedente" - la madre - , sia contento di tale dato di fatto?
Che, accettandolo come fisiologico, ne sia lieto?

Solo raramente succede.
Al contrario,
in molta parte dei casi i genitori "resistono"
fino al punto di far desiderare ai figli di andar via dalla casa d'origine.

Talvolta padre e/o madre lo giustificano come "rispetto dei valori",
ma a quasi 30 anni una persona è libera di scegliersi i propri.
Certamente però - finchè è ospitata dai suoi - non può comportarsi come desidera.

Equilibrio difficile...










Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#4]
dopo
Attivo dal 2015 al 2017
Ex utente
Gentile dott.ssa,
grazie molte per la sua risposta.
Esattamente, però, cosa intende per "comportarsi come desidera"? Che cosa dovrei fare per non far insorgere comportamenti del genere? E poi, un impegno in questo senso da parte mia potrebbe veramente cambiare la mentalità dei miei o far accettare loro la situazione? (le dico così, perché ci ho già provato, ma senza risultati).

grazie
[#5]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66
"....cosa intende per "comportarsi come desidera"? .."
Non può fare tutto quello che vuole come fosse a casa propria. Negoziare è inevitabile.

Ma non per farli cambiare..,
solo per poter rimanere lì fin quando è necessario (economicamente , ecc.).

Tutti i volatili escono dal nido quando imparano a volare,
si sta troppo stretti tutti insieme,
ci si soffoca a vicenda.
[#6]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> Vorrei sapere se sbaglio qualcosa
>>>

Sì, lo stesso sbaglio che molti ragazzi della sua età fanno: continuare a voler compiacere i genitori.

A 28 anni si è già sufficientemente adulti tanto da non dover più render conto ai propri genitori di molte delle scelte che facciamo. In primo luogo quelle sentimentali.

Perciò la cosa da fare, conclusione a cui mi pare lei stessa sia già arrivata, è andare avanti rinunciando a sforzarsi di far piacere ai suoi genitori il ragazzo in questione. Anzi, più lo farà, e più loro faranno opposizione, perché capiranno che lei è ancora dipendente e, quindi, immatura sotto questo aspetto.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com