Noi figli ci sentivamo profondamente in colpa

Voglio provare a raccontare come mi sento.
La mattina mi sveglio e non riesco ad alzarmi, ci metto dai 20 ai 30 minuti per mettermi in piedi. La vita che faccio non mi piace. Non lavoro ( sto preparando concorsi, sono laureata e il percorso scelto richiede la frequenza di corsi e ulteriore studio per continuare sulla strada intrapresa), la mia famiglia non mi aiuta, loro sono tranquilli perché fanno affidamento sul mio attuale compagno che, senza fare troppi giri di parole, mi mantiene.
Mi sento sempre in debito con lui proprio per questo motivo, non sento che il nostro rapporto sia alla pari, anche se lui cerca di non farmi pesare la situazione.
Non era questa la vita che volevo per me, in effetti non sono quasi mai stata libera di scegliere cosa volessi fare.
Detesto la mia attuale situazione e non so nemmeno se ne uscirò mai, anche se lo vorrei tanto.
Durante il giorno devo sforzarmi tanto per avere un po' di entusiasmo nel fare le cose ma, anche quando lo raggiungo, mi rendo conto che è una sensazione temporanea.
È umiliante avere avuto un padre che non si è mai preso cura di me. È altrettanto umiliante avere una madre che fa lo stesso facendo finta di non vedere i miei problemi. Preciso che i miei sono separati e che, durante il matrimonio, hanno avuto un pessimo rapporto. Litigavano spesso davanti a noi figli, si offendevano reciprocamente e poi facevano finta che non fosse accaduto niente. Mia madre non lavorava e mio padre si rifiutava di mantenerla. Più precisamente lei disponeva di 10€ al giorno per fare la spesa ma non poteva comprarsi niente per sé. Quanto a noi figli, ogni nostra richiesta ( una visita medica, comprare una maglietta) ci veniva fatta estremamente pesare.
Mia madre non ha mai fatto niente per far sì che questa situazione cambiasse. Noi figli ci sentivamo profondamente in colpa.
Ciò che attualmente ritengo essere ugualmente umiliante è farsi mantenere dal mio compagno.
Vorrei precisare che i miei sentimenti nei suoi confronti sono decisamente altalenanti e penso che sia lo stesso da parte sua.
Il desiderio sessuale è scarso. Non è più come prima, tutto è diventato routine.
Mi chiedo ogni giorno cosa stia concludendo in questa mia triste vita, è deprimente stare così.
Non sopporto di essere mantenuta e non è così facile trovare lavoro, nonostante faccia di tutto per avetne uno.
Vi prego, una Vostra parola potrebbe essermi di aiuto.

Grazie
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Dr.ssa Valentina Sciubba Psicologo, Psicoterapeuta 1.6k 38 9
Gentile ragazza,
sa che i genitori hanno l'obbligo di mantenere i figli finché non siano indipendenti? potrebbe consultare un legale per maggiori chiarimenti.
Ciò forse diminuirebbe i suoi sensi di colpa o magari riattribuirebbe più giustamente a chi di dovere l'onere del suo mantenimento.

Per quanto riguarda invece i vissuti depressivi, i rapporti familiari o con il partner, dovrebbe consultare uno/a psicologa psicoterapeuta, perché essi sono in genere facilmente risolvibili.

Può recarsi anche all'ASL, tramite o non il medico di base o scegliere un professionista privato.

Cordiali saluti

Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Servizi on line
Breve Strategica-Gestalt-Seduta Singola
Disturbi psicologici e mente-corpo

[#2]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
L'aiuto di cui ha bisogno potrà trovarlo, eventualmente, solo attraverso consulti di persona. La semplice richiesta online è troppo limitata.

Dopo tale doverosa premessa, l'impressione che si ha leggendola è quella di una persona rimasta a metà del proprio sviluppo affettivo/emotivo:

>>> È umiliante avere avuto un padre che non si è mai preso cura di me. È altrettanto umiliante avere una madre che fa lo stesso facendo finta di non vedere i miei problemi
>>>

A 31 anni - se l'età è corretta - si presume che uno dovrebbe ormai essere largamente indipendente da ciò che fanno, pensano o dicono i genitori. Se non economicamente, perlomeno dal punto di vista affettivo. Invece sembra come se lei ancora stesse aspettando di essere compresa, aiutata, capita, supporttata da loro. Prolungando tale atteggiamento di assoluta passività anche nel rapporto dipendente che ha con il suo compagno.

Finché non riuscirà a convincersi che ormai è ora di pensare a se stessa e per se stessa, ho paura che sarà difficile qualsiasi progresso. Si faccia aiutare, come suggerito.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#3]
dopo
Utente
Utente
Ringrazio entrambi per le risposte.
Vorrei precisare che mio padre è stato obbligato a corrispondere un mantenimento nei miei confronti. Si tratta comunque di una cifra irrisoria. Se il mio compagno non lavorasse, non potrei vivere con all'incirca 300 €. Mia madre non lavora ma, a sua volta, è mantenuta dalla propria famiglia di origine.
Per quanto riguarda l'osservazione fatta dal dott. Santonocito, mi ritrovo esattamente nella situazione da Lei indicata. Non riesco a concepire come i miei genitori abbiano avuto questo atteggiamento di estrema indifferenza nei miei confronti, sento di essere stata rinnegata. Preciso inoltre di essere stata una figlia non voluta. I miei si precipitarono ad organizzare un matrimonio riparatore non appena seppero della gravidanza.
Vorrei capire in che modo potrei diventare finalmente indipendente dalle mie figure genitoriali, ciò mi era già stato detto da una psicologa - purtroppo però ho interrotto il percorso che seguivo-.
Preciso che con mio padre non ho più alcun tipo di rapporto da diversi anni. Nei confronti di mia madre sussiste ancora un minimo di contatto soprattutto in ragione della presenza della famiglia, appunto, materna ( nonni, zie ecc che mi hanno tanto amata, rappresentano la parte di famiglia funzionante ).
Ciò che non sopporto è che mia madre si è sempre rifiutata di separarsi ( l'ho costretta io quando avevo 20 anni, la portai da un avvocato e la seguii durante il processo). Inoltre, recentemente durante una discussione, lei stessa mi ha rinfacciato i pochi soldi a me prestati in questi anni. Preciso che ha avuto questa reazione dopo che le ho fatto notare il suo atteggiamento di continuo vittimismo e pessimismo. È una persona che si è sempre lamentata ma non ha mai reagito per cambiare le cose.
Vorrei inoltre ribadire che mia madre può contare sul l'aiuto dei familiari e non ha mai avuto intenzione di lavorare da quando si è separata. Anzi preciso che ha addirittura rifiutato delle offerte in quanto non le sembravano adeguate ( pulizie ecc ).