Pianto, pensieri suicidi, svogliatezza, stanchezza, disinteresse

Da quando avevo 12 anni ho crisi di pianto. Inizialmente le motivazioni c'erano, anche se non le ricordo. E' come se la mia mente cancellasse tutto ciò che ho passato, non ricordo neanche cosa ho fatto l'anno scorso o cosa ho mangiato ieri. Ma questa è un altra storia. Non mi piace parlare di me stessa, soprattutto con persone che non conosco e di cui sono diffidente: non mi piacciono proprio le persone. Sto meglio da sola. Vedo la gente con i loro sorrisi idioti, falsi, le battute ironiche su cazzate tipo l'ultimo video su youtube. Guardo loro e me. Non c'entrano proprio niente con me, e io con loro. Talvolta ne sono contenta. Tanto. Che la gente mi stia fuori dal cazzo. Mi sento indifferente, la maggior parte delle volte. Loro sono indifferenti, per me. Anche io sono indifferente per me stessa. Oddio, su questa cosa non saprei. Ci sono delle volte che mi sento in questo modo, e altre mi sento prettamente migliore di loro. Altra cosa: non so se tutto quello che ho scritto è vero. A volte lo sento, non so prendere decisioni, non ho un punto fisso. Tutto ciò che mi riguarda è mutevole, talvolta pure le mie sensazioni e le mie idee. Però no, le mie idee sono ferree. Ho quelle e basta. Sono svogliata, tutto mi è indifferente. Sono stata stuprata due volte. La prima a sedici anni da un passante per strada, mi ha trascinato in un luogo buio e pieno di archi. La seconda a 19 da una persona con cui stavo iniziando a fare amicizia, mi ha invitata a una festa, mi ha messo nel bicchiere qualche droga strana, e ci ha dato dentro con un amico suo mentre io non riuscivo a muovermi. Ma questa è un altra storia ancora.
Come avrete capito, non ho amici. Non ne ho bisogno.
La gente porta solo rotture di cazzo e io ho già abbastanza problemi da sola, con me stessa.
La vera ragione per cui sto scrivendo qui sono le mie crisi di pianto.
Io so già la causa.
E' stata la mia vita fino a ora.
E quella dei due stupri sono solo due piccoli punti fermi nella mia vita.
Inizio a piangere, pure senza motivo, anche se talvolta sono un pò sensibile.
Ma le riconosco subito le mie crisi di pianto: sono come catrame nero, liquido, caldissimo che dal centro del petto inizia a dilagarsi in tutto il corpo. Mi stritola, mi blocca completamente la voce e qualsiasi movimento corporeo io voglia fare, a meno che non faccia molto sforzo. Sto lì, a piangere. E' tutto surreale, sento tutto ovattato, voci comprese. Non vedo niente, tutto grigio o nero. Più va avanti e più si complica, 1, 2, 3 minuti.
Sento un dolore fortissimo. E' come il simbionte di Spider-man, quasi. E' come un entità che stà sempre lì, pronta ad attaccare. La sento.
E quando scende la prima lacrima è una lotta contro l'entità. Per muovermi, chiedere aiuto o non soffocare del tutto.
A volte mi parla. Vedo il mio ragazzo che mi abbraccia preoccupato e l'entità mi dice cose, in modo ripetuto. Solitamente è solo una frase "LASCIALO ANDARE".
Dolore freddo.
Poi ho immagini nella testa, in cui io mi suicido in più modi.
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Dr. Fernando Bellizzi Psicologo, Psicoterapeuta 1.1k 37 6
Cara ragazza,

se le lacrime escono è perchè una parte di lei deve piangere, e far uscire quel dolore che le genera. Ma le lacrime sono anche acqua, acqua che purifica. Forse le lacrime Le servono anche per vedere chi le asciuga.
Le lacrime sono anche qualcosa che va, che esce e si allontana. Qualcosa che lascia andare, un poco alla volta.

Certo, esperienze forti ne ha vissute. E le ha condivise con queste parole. Forse ha lasciato andare anche queste parole.

Per il momento Le scrivo che ho letto le Sue parole.
E aspetto una Sua richiesta... e si, perchè queste parole lasciano andare i suoi pensieri, ma non contengono una richiesta esplicita.

Sbaglio? Mi corregga se sbaglio.

Dr. Fernando Bellizzi
Albo Psicologi Lazio matr. 10492

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dopo
Utente
Utente
La ringrazio. Volevo sapere se ho un qualche sintomo approssimativo.
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Dr. Fernando Bellizzi Psicologo, Psicoterapeuta 1.1k 37 6
Che cosa intende con "sintomo approssimativo"?

Sicuramente di cose da elaborare ne ha, come chiunque. Indubbiamente ha avuto esperienze forti che forse è bene esplorare con un collega in rapporto meglio definito in tempi e obiettivi.