Imparare a gestire lo stress

Buonasera,

Sono una ragazza di 20 anni e ultimamente sto pensando di volermi rivolgere ad uno specialista per imparare a gestire lo stress e placare il nervosismo, che mi causano sfoghi acneici sul viso, mal di stomaco frequenti e nausee.
Ho fatto diverse visite con esito negativo, per cui ogni volta il mio medico ha detto che evidentemente è colpa dello stress.
Non vivo situazioni difficili, se non alcuni problemi forse irrisolti con me stessa.
La voglia di fare sempre tutto bene mi causa molto stress, come voler prendere sempre voti alti agli esami universitari, non accettare di essere mediocre...
Da qualche anno sono diventata molto ansiosa per quanto riguarda lo studio. Non capisco quale possa essere il motivo, perché prima non lo sono mai stata.
A volte non so come comportarmi con le persone, non so cosa dire, come muovere la bocca, quale frase dire.
Mi sento spesso in imbarazzo nonostante voglia dimostrare il contrario.
Ovviamente non posso spiegarvi in poche righe che persona sono, ma questi più o meno sono i "disagi" che sento di vivere.
Ho pensato di rivolgermi allo psicologo dell'università, per cercare di migliorare, di sconfiggere la timidezza e lo stress.
In casa mi dipingono per quella che non sono. Fuori ho tanti amici e tutti mi vogliono bene. Sono fidanzata da due anni e sto benissimo con lui.
Mi dareste un consiglio? Rivolgermi ad uno specialista mi aiuterebbe?
Non so se è semplicemente il mio modo di essere e di reagire alle cose, o se potrei cambiare. Inoltre non conosco le procedure, ma quelle tecniche di convincimento di essere in un modo sono sicura che si di me non funzionerebbero (es. ripetersi di potercela fare, essere bellissima, ecc...)
Non ho il coraggio di parlarne con nessuno, perché con i pregiudizi che ci sono in giro penserebbero che ho qualche problema...
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Gentile ragazza,

molti studi e ricerche scientifiche in campo medico/psicologico, hanno dimostrato come:
tanto la pelle quanto il sistema gastrointestinale, rappresentano alcuni dei "bersagli" preferiti dallo stress. In questi casi si parla di somatizzazioni
* Pensi che la pelle è già, da un punto di vista fisiologico, uno degli organi espressivi essenziali delle normali emozioni; per esempio il rossore, il pallore, la “pelle d’oca”, la sudorazione, l'acne etc etc. Addirittura è stato evidenziato come alcune forme di psoriasi siano stress- correlate.
* dal canto suo, l'intestino e lo stomaco non sono da meno. Lo sa che in tutto il nostro apparato gastrointestinale è presente una quantità e qualità simile di cellule neuronali, esattamente identiche a quelle del nostro sistema nervoso centrale? Ecco il motivo per cui l'intestino è chiamato "secondo cervello".

Benissimo ha fatto a pensare di rivolgersi al collega psicologo dell'università. E consideri che lo psicologo non è un motivatore né un mental coach... quindi non ci sarà nulla da ripetersi e ripetersi "es. ripetersi di potercela fare, essere bellissima, ecc...".
Il nostro compito è quello di valutare la situazione di chi ci chiede aiuto e, sulla base di questa, trovare strategie funzionali che permettano a quella persona di poter star meglio con sé stessa. Quindi tranquilla: niente "ripetizioni"...

"La voglia di fare sempre tutto bene mi causa molto stress, come voler prendere sempre voti alti agli esami universitari, non accettare di essere mediocre...". Probabilmente (siamo online e non possiamo fare altro che ipotesi) potrebbe trattarsi di una sua tendenza al perfezionismo: Ovvero la tendenza costante ad esigere da sé stessi performance di qualità maggiore, rispetto a quella richiesta dalla situazione. Molte ricerche scientifiche hanno evidenziato come queste tendenze perfezionistiche, conducono a vivere in un costante stato di ansia causato proprio dal bisogno di fare sempre meglio senza mai accontentarsi. Prenda però quest'ultima ipotesi proprio come una ipotesi. Sarà poi il collega dell'università o un altro a cui deciderà di rivolgersi, che potrà prendere in esame anche questo aspetto.

Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.

[#2]
dopo
Utente
Utente
Gent.mo Dr. Pizzoleo,

La ringrazio tantissimo per avermi dedicato un po' del suo tempo rispondendomi.
Mi scuso per aver fatto l'esempio sbagliato (mi riferisco alle "ripetizioni"), più che altro, intendevo che mi sento poco plasmabile psicologicamente, e ho paura di non riuscire mai a cambiare.

Per quanto riguarda la probabile tendenza al perfezionismo, non le so dire. Naturalmente è lei lo specialista, io ho fatto solo una ricerca su internet appena l'ho letto, perchè non sapevo nello specifico a cosa potesse riferirsi.
Non so se defirmi tale, in quanto, per alcune cose, sono molto disordinata. Non so spiegarmi e forse non saprei farlo neanche "dal vivo". E' come se dentro di me ci fossero due persone diverse ma completamente in armonia. Mentre per certe cose sono disordinatissima, per altre non riesco a sopportare il disordine (come, ad esempio, sulle pagine dei quaderni). A volte ho opinioni contrastanti sullo stesso argomento, per altre sono un'indecisa cronica.
Il mio voler fare sempre tutto bene, si riferisce all'ambito accademico. Per il resto, le ripeto, tendo ad essere molto pigra.
E' che ho sempre ottenuto massimi risultati con il minimo sforzo, in tutte le cose che ho fatto. Per cui non riesco ad accettare troppo felicemente gli sbagli o i fallimenti (ma non sono neanche una di quelle che non sa perdere, che è viziata, ecc).

Il mio problema principale è che in casa, con la mia famiglia, sono una persona completamente diversa rispetto a quando sto con gli amici. Sono sempre irascibile, nervosa, rispondo male. Con gli amici o con gli estranei mai.
Se un mio familiare o un mio conoscente dovessero descrivermi, direbbero due cose assolutamente opposte.
Anni fa ho pensato di poter essere bipolare/borderline, ma tutti questi disturbi psicologici (che ho cercato in passato, per vedere se mi ritrovassi in qualcosa) mi sembrano esagerati per me.
Quando prendo un voto basso all'università non è che mi sento un fallimento umano. Fa niente, può capitare. Rifiuto e lo rifaccio meglio.
Mi sento abbastanza equilibrata nelle reazioni, ma negli ultimi anni sono diventata stranamente fragile, emotiva...sto male se so che qualcuno sta male, provo dolore per gli altri o mi viene da piangere anche solo vedendo qualcuno piangere in tv. Soffro d'ansia quando devo fare qualcosa di importante, prima non mi succedeva mai. Ma per altre cose sono estremamente razionale.
Non so, magari sono cambiamenti normali con la crescita.
[#3]
Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Gentile ragazza,

In psicoterapia e psicologia, il cambiamento non è inteso (come spesso accade nel senso comune) come una totale rivoluzione di noi, ma come l'acquisizione di consapevolezza emotiva e cognitiva affinché si possa imparare a gestire meglio stati mentali connotati da emozioni negative come la rabbia, la tristezza, l'ansia, il senso di colpa (solo per citarne alcune), con il fine ultimo di ri-appropriarsi di una serenità che manca e alla quale tutti noi dovremmo tendere.

È anche normale, data anche la sua giovane età, che lei si "senta" e si percepisca poco propensa ad un "cambiamento" ma... se non ci proviamo, non possiamo sapere come andrà. A cambiare si impara cambiando innanzitutto il modo di essere consapevoli di sé stessi.

È altresi, frequente che ragazzi e ragazze della sua età, sperimentino emozioni, pensieri e comportamenti incoerenti e/o altalenanti. Tenga conto che oggi il periodo dell'adolescenza, si protrae fino quasi ai 30anni; un adolescente non sa bene come, dove e quando collocarsi cognitivamente (pensieri ed emozioni) nel tempo e nello spazio reale. Si vive si sogni, di primi amori che nascono e muoiono, di speranze, di "pazzie" adolescenziali, di emozioni altalenanti. Insomma si vive in un marasma di confusione. E questo è proprio tipico dell'adolescenza.

Non si metta alla ricerca di patologie psicologiche. Si affidi piuttosto ad un/una brava/o collega che si prenda cura di tutto quello che descrive e lei, grazie all'aiuto del/della collega, inizierà a prendersi cura di sé stessa. Lo faccia. Non ha effetti collaterali... anzi... scommetto che le servirà tanto.

Molti auguri!
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