Credo di avere un grave problema con le relazioni sentimentali

Sono una ragazza di 23 anni che vive quasi sempre relazioni molto brevi e poco soddisfacenti. Desidero qualcosa di vero e autentico: l'amore, che non riesco mai ad ottenere. Ricerco, tuttavia, sempre situazioni con delle difficoltà in partenza: partner con fobie sociali, lontani, con difficoltà ad affrontare il proprio passato e a mettersi in gioco in una relazione, ecc. Inoltre, mi affeziono molto in fretta, finendo col caricare le cose di aspettative prima ancora che comincino, con lo spaventare l'altra persona che inevitabilmente, scappa. Così, succede spesso che vengo lasciata dopo poco tempo. L'ultima relazione sembrava procedere per il meglio: per la prima volta avevo trovato una situazione normale, salvo poi scoprire che questa persona avesse una lunga relazione alle spalle e non volesse un rapporto serio di alcun tipo. Ora coltiviamo quest'amicizia ambigua, dato che c'è interesse da entrambe le parti, ma gli intenti sono diversi: ci uniscono però stima ed affetto reciproco e non riusciamo ad allontanarci l'uno dall'altra. Girovagando su internet ho trovato vari articoli psicologici che descrivono il mio problema come un pattern di attaccamento ansioso causato da difficoltà nella sfera familiare durante l'infanzia, o ancora come paura passiva del legame, dovuta sempre da una situazione familiare difficile. Ciò che mi lascia scettica è che io ho sempre avuto una famiglia molto sana, i miei genitori si amano tanto, si rispettano, mi hanno sempre rispettata ed amata. Mi sento strana, perché il mio problema dovrebbe derivare da una situazione familiare difficile, ma a quanto pare non è così. E' invece possibile che, avendo subito violenze psicologiche e fisiche nel corso della mia primissima relazione da adolescente, abbia sviluppato questa paura? Ho avuto solo una relazione lunga dopo quella relazione, le altre brevissime, ma anche la mia seconda relazione aveva difficoltà in partenza, la persona in questione aveva fobie sociali e sapevo, inconsciamente, che prima o poi sarebbe finita. Mi sento una stupida, perché mi ritrovo sempre ad affezionarmi, o a innamorarmi, sempre a soffrire con le stesse canzoni, ecc. ma probabilmente mi fa più comodo la sofferenza a cui sono abituata che una relazione in cui dovrei mettermi in gioco e non ho il coraggio. Ogni volta provo a non affezionarmi in fretta, a non cercare più situazioni complicate, ma puntualmente ci ricado. Ho paura che mi chiuderò del tutto per paura che questo copione si ripeta ancora, e per non soffrire più, né mettermi in gioco se invece le cose dovessero andare diversamente... Insomma ho paura che mi chiuderò per non affrontare le conseguenze dell'amore...
Ringrazio tanto anticipatamente per le eventuali risposte.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile ragazza,

per prima cosa voglio rassicurarti su quanto hai letto sulla teoria dell'attaccamento e cioè: "un pattern di attaccamento ansioso causato da difficoltà nella sfera familiare durante l'infanzia, o ancora come paura passiva del legame, dovuta sempre da una situazione familiare difficile."

Il fatto di aver oggi una difficoltà relazionale (da capire, in ogni caso, più che da etichettare!) NON significa nella maniera più assoluta che in passato sia successo qualcosa che ha posto le basi per una difficoltà relazionale.

Vale anche l'opposto, e cioè che nell'infanzia un bambino ha avuto un certo tipo di accudimento (es mamma ansiosa o evitante) NON significa che il destino di questo adulto è già segnato!

Se così fosse, saremmo tutti messi male, dal momento che nessuno di noi ha avuto genitori perfetti, nè siamo a nostra volta genitori perfetti!

Esiste, è vero, una correlazione molto alta che emerge solo per un disturbo di personalità (borderline) con un certo tipo di accudimento, ma chiaramente non è il Suo caso.

Bisogna poi anche dire che all'età di soli 12 mesi un bimbo ha già spostato il tiro nella relazione con la mamma o con chi lo accudisce. Infatti, tra i 12 e 18 mesi di vita, un bimbo sa già regolarsi nelle risposte espulse nella relazione con la mamma. PERO' è vero che questo bimbo non vivrà isolato dal mondo, ma frequenterà un asilo, la scuola, avrà delle relazioni (nel bene e nel male) e quindi potrà inevitabilmente apprendere e modificare le proprie modalità relazionali.

Quindi, quello della famiglia è solo il primo luogo degli apprendimenti. Senz'altro importante, ma non esclusivo.
Basti pensare poi all'adolescenza.

Per rispondere poi alla Sua richiesta principale, cioè come mai accade che nelle Sue relazioni ci sia sempre lo stesso copione, possiamo ipotizzare molte risposte.

Forse da qualche parte ha imparato questo modello e in qualche modo Le torna anche funzionale (ma bisognerebbe capire a che cosa).

Tenga anche presente che questi copioni sono automatici e quindi inconsapevoli e pertanto non è semplice da qui dare una risposta corretta.

Ma l'aspetto più importante è il cambiamento: evidentemente questo script non funziona, quindi è il caso di capire cosa nello specifico non funziona e cambiare.

Altra idea è dove e come cerca il partner, perchè è singolare che nessuno di questi sia interessato ad una storia, ma che tutti siano in qualche modo ragazzi problematici.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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