Ansia paralizzante

Gentile dottore,
sono una ragazza di 20 anni e sono una studentessa al secondo anno di università. Ho iniziato a nutrire dubbi sul mio percorso universitario fin dall'anno scorso, per cui non ricordo un solo giorno di università senza un persistente senso di angoscia. Tuttavia lo scorso anno sono riuscita a fare tutti gli esami con una buona media e così mi sono convinta di andare avanti. Il problema è poi peggiorato seriamente quando questo stress e sensazione di non prendermi abbastanza cura del mio futuro si è sommato all'essere stata lasciata dal mio ex fidanzato a luglio scorso dopo 5 anni di relazione. Da lì in poi, la vecchia me non è più esistita. Ho perso 10 chili in due mesi, e sono riuscita a riacquistarli solo adesso, non con tranquillità. Mi sono resa conto di voler fare un corso diverso, perché non ce la faccio più a vivere con questo profondo senso di angoscia di non riuscire a fare abbastanza. La mia vita è un incubo, i sensi di colpa nel mangiare e nutrirmi, nel concedermi uno sfizio, un gelato, nel comprare un vestito, sono tornati. Ho sensi di colpa persino ad uscire di casa perché ho la sensazione di essere una irresponsabile. Ho smesso di mangiare perdendo quei chili perché sentivo che dovessi scontare questa colpa in quel modo, ovvero smettendo di nutrirmi. Poi ho dovuto rimetterli, perché i danni in salute purtroppo sono arrivati: leucopenia e amenorrea da 7 mesi. Vorrei tanto cambiare la mia strada, perché ogni volta che mi metto sui libri il mio cervello inizia a pensare un turbinio di cose orribili, tra cui il fatto che non mi laureerò mai, che non è la mia strada, che non sento il percorso mio. Mi prende il panico, inizio a sudare e alla fine mi sento male, con tachicardia, crisi di pianto, nausea e brividi. Tremo anche nel sonno per il panico. Ho acufeni da un anno. Mi sento la testa ovattata quando sono nel panico. A volte questo pensiero mi assilla talmente tanto che non non riesco a capire quello che mi dice la gente, a leggere, a studiare e capire. È come se non riuscissi a concentrarmi.
Purtroppo alla base c'è il fatto che i miei genitori non vogliono cambi strada, che oramai ho deciso e così deve essere, che devo solo studiare e poi il futuro si vedrà. Se riuscissi a convincerli potrei fare il test di ammissione con la possibilità di accedere al secondo anno di coeso, perdendo un solo anno che in confronto alla tortura psicologica che sto vivendo ora davvero per me è nulla. La cosa si è aggravata da quando un collega di corso mi ha rubato il portafoglio, ho raggiunto ogni limite di sopportazione.
La mia vita sta diventando sempre più nera, non sorrido più, non riesco a trovare uno sfogo, un senso, un qualcosa che mi faccia sentire fiera di me stessa. La strada che vorrei fare c'è, ma ne sono impedita.. E io ho paura di andare in depressione.
Non so come fare.
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Dr. Daniele Rondanini Psicologo, Psicoterapeuta 109 4 4
Gentile ragazza. Ci descrive una situazione di grande disagio, densa di segnali sintomatici, sia psichici che somatici, che indicano e suggeriscono la necessità di un aiuto psicoterapeutico. Da quanto racconta e dal grado di consapevolezza che rivela è ben presumibile che tali sofferenze derivino da difficoltà di radice relazionale, in altri termini da problematiche indotte da intrusioni o espropriazioni che il mondo degli adulti spesso crea, inconsciamente e seguendo modelli normativi discutibili, in quei bambini con indoli "non refrattarie", ossia di buona disposizione. Questa situazione tuttavia è proprio quella che, soprattutto in un'età così giovanile, si giova del supporto psicoterapeutico.

Dr. DANIELE RONDANINI- Dirig. Psicologo ASL RM 2- Psicoterapeuta - Psicoanalista Junghiano Didatta e Supervisore- Docente - CIPA Roma
3384703937

[#2]
dopo
Utente
Utente
Gentile dottore,
la ringrazio per avermi risposto tempestivamente. Purtroppo le confermo che ho subito tante intrusioni da parte dei miei genitori, se ben ho compreso quanto intendesse. Il mio ex fidanzato mi ha lasciata proprio per la situazione in casa: i miei genitori non hanno mai voluto che io mi innamorassi e stessi con qualcuno perché ero troppo piccola (e per loro lo sarei ancora probabilmente) e mi impedivano di vedere il mio ex fidanzato perché per loro era una distrazione dallo studio, per cui lo vedevo di nascosto, con sensi di colpa incredibili perché ho mentito tanto ai miei genitori. Io volevo solo amare qualcuno, sono sempre stata una ragazza tranquilla e combatto tuttora con la mancanza che provo per aver perso questa persona.
La mia vita è costellata da scelte imposte e non mie, da un fingere perenne di star bene, che sia tutto perfetto e io sono stanca, davvero esausta.
Sto maturando da un mese l'idea di farmi seguire da uno psicologo presso il consultorio della mia città, perché è gratuito. I miei genitori non accetterebbero mai purtroppo l'idea che la figlia necessiti di un aiuto psicoterapeutico.
Se c'è una cosa che davvero desidero è il sollievo. Sollievo da tutte queste situazioni angoscianti che vivo, la sera mi addormento sempre con un costante senso di insoddisfazione e la notte è dura con gli incubi.
La ringrazio ancora,
Cordiali saluti.
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Dr. Daniele Rondanini Psicologo, Psicoterapeuta 109 4 4
Sono d'accordo e insisto con l'idea di farsi aiutare, anche presso un consultorio. Ricordi che una propria parte, un primo passo va fatto perché ciò che è fuori ci venga in aiuto. Non è pensabile che con la sua sensibilità e lucidità non sviluppi al meglio la sua personalità, anche grazie, se possibile, alle sofferenze vissute. Auguri.
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