Doc, paura omosessualità fidanzato

Buongiorno,
cercherò di esporre chiaramente il mio problema. Premetto che da poco più di un mese sono in cura per DOC, prendo 150 mg di sertralina al giorno e due mezze compresse di Lorazepam. Avevo delle resistenze circa l'assunzione di psicofarmaci, ma mi sono resa conto che il malessere era diventato troppo intenso e minava la mia vita e la mia salute. In sostanza, dopo anni di solitudine sentimentale, ho finalmente incontrato un uomo con cui mi trovo a meraviglia sotto tutti i punti di vista. Premetto che sono spesso fuggita dalle relazioni in quanto dopo un certo periodo di tempo iniziava ad assalirmi un'ansia con pensieri ossessivi e continui che diventava via via insostenibile, al punto di dover troncare la relazione. Adesso che le cose stavano andando ottimamente, l'ansia è piombata di nuovo come un macigno in una storia fino a quel momento idilliaca, manifestandosi col pensiero ossessivo che il mio fidanzato possa essere omosessuale. Lui non è effeminato ma si distacca dai tipici stereotipi maschili, è molto sensibile, romantico, con un senso estetico spiccato gusti delicati e interessi che, solitamente, si addicono più al genere femminile; non risparmia giudizi positivi se vede un uomo avvenente (lo fa anche con le donne, a onor del vero), sostenendo che sono solo giudizi estetici senza alcuna attrazione; in ambito sessuale, la predilezione per posizioni "da dietro" mi ha fatto scattare il campanello di allarme, e da lì è stato uno sprofondare continuo in rimuginazioni sulla sua presunta omosessualità, che nella mia visione è assolutamente certa perché "il sesto senso non sbaglia" (ma spero in questo caso di sì...). Ne ho parlato con lui, che ha reagito con grande tranquillità negando di essere omosessuale e anche di respingere il pensiero, che se lo fosse stato se ne sarebbe accorto ben prima (ha più di 40 anni), che riconosce di avere un lato femminile ma che questo non riguarda la sua sessualità.
Io sono molto confusa, in passato ho avuto una storia con un uomo poi risultato realmente gay che mi ha turbata molto; sto andando avanti perché con lui sto molto bene e vedo che ci tiene a me, mi cerca sempre, prova attrazione, sta programmando viaggi e una vita insieme, ma questo pensiero è sempre presente: ieri sera, parlandone, voleva dire "a me piacciono le donne" ma per un lapsus ha detto "a me piacciono gli uomini", correggendosi subito. Naturalmente, consapevole delle teorie freudiane al riguardo io sono andata in totale paranoia...
Non voglio lasciarlo, ne sono innamorata, ma vorrei capire se queste paure sono solo nella mia mente, se è possibile coniugare eterosessualità e lato femminile in un uomo, o se debba semplicemente fidarmi di lui e di quel che mi dice senza sovraccaricare tutto con questi pensieri intrusivi e continui...
Grazie e scusate la lunghezza
[#1]
Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Gentile utente, penso che Lei rischia di tormentarsi per sfumature che possono essere ricondotte alla storia passata di tutti e due, forse preferirebe un uomo meno gentile, ma sbrigativo, aggressivo, decisionista ? come mai ha di queste paure ? ci parli della sua infanzia , delle figure genitoriali ,del rapporto con suo padre e con le figure maschili nella sua vita.. Gli uomini sono di molti tipi, stanno cambiando e quindi è anche un fatto culturale.. certo che pressarlo così non è il massimo, per essere sereni anche nel rapporto fisico .. rifletta bene e si domandi cosa vuole da un uomo, e cosa è disposta a dare , anche in termini di reale disponibilità emotiva oltre che fisica.. a nessuno di noi piace avere l'impressione di dover passare un esame.. ci riscriva se crede, ci parli meglio di sè , restiamo in ascolto con molti auguri..intanto parlatevi, non solo d'amore, ma dei vostri sogni, delle aspettative, del lavoro, dello sguardo che avete sulla vita..

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it