Problemi in relazione a distanza

Salve, sono da tre anni in una relazione a distanza: lui vive a Roma e io a Torino per motivi di studio. Da circa un anno ho iniziato a notare dei cambiamenti da parte sua in quelle che erano le normali "dinamiche" di coppia. Alcune attenzioni che prima erano spontanee per lui, come una telefonata di tanto in tanto o un semplice "mi manchi", ormai sono pressoché scomparse. Con lui sono sempre stata molto affettuosa perché è la mia natura, e questo vuol dire che non mi è mai pesato chiamarlo per prima o anche organizzare gli incontri. Finora, infatti, ci ho sempre pensato io ad organizzare i fine settimana in base alle soluzioni più comode per entrambi, anche quando non ero io a dovermi spostare, ma lui. Lo stesso discorso vale per le festività, la maggior parte delle quali le abbiamo trascorse da lui insieme ai suoi amici. Praticamente, senza farglielo mai pesare, gli ho sempre fatto trovare "il piatto pronto". Di questa situazione non me n'ero mai resa conto fino a quando, sentendomi sola per il fatto di vivere in una città a me totalmente estranea e dovendo affrontare tutte le difficoltà dello studio e della "sopravvivenza" da fuori sede, ho avuto il tempo di analizzare la nostra relazione e di notare alcuni aspetti negativi a cui non avevo mai fatto caso. Quello che mi confonde è che nei giorni passati insieme va tutto bene: c'è divertimento e voglia di stare fra di noi, mentre quando siamo lontani ci sono spesso degli attriti. Ad esempio, sono mesi che si pensa a un possibile viaggio insieme, ma ogni volta che tiro fuori l'argomento c'è un problema: se va bene la data, non ha la disponibilità economica (gli ho proposto che gli avrei tranquillamente anticipato la sua parte ma non ha voluto...), se ha la disponibilità economica, non ha la valigia adatta per viaggiare con quella compagnia aerea, e via dicendo. Insomma, mi sembra cerchi delle scuse. Giorni fa l'ho chiamato per fargli capire che questa situazione mi fa male e che vorrei soltanto un po' di partecipazione in più. Nel parlargli non sono riuscita a trattenere le lacrime (forse sbagliando, perché così facendo mi sono dimostrata debole). In conclusione, la sua risposta è stata che dopo tre anni di relazione, determinate cose, come le chiamate, si danno per scontate: per stare bene, a lui basta messaggiare ogni giorno e chiacchierare su come abbiamo trascorso la giornata. Riguardo ai viaggi, invece, mi ha risposto che non la pensa come me e che sono io ad essere sempre in cattiva fede nei suoi confronti. Io non so come comportarmi perché ne sono innamorata e non è facile per me interrompere una relazione di tre anni, ma allo stesso tempo se non capisce di doversi dare una svegliata, finisce per allontanarmi sempre di più. Cosa dovrei fare? Ringrazio in anticipo per la risposta
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 182
Gentile utente, direi che il suo ragazzo sembra un po' indolente e forse non interessato ad alcune delle iniziative che lei propone: il viaggio, per esempio. Molte coppie anche affiatate sono in disaccordo su come e dove trascorrere le vacanze, quanto spendere, etc. Niente di male in questo: se c'è buona volontà e nessuno dei due è un egoista, si trova una soluzione di compromesso oppure si cede di volta in volta ai desideri dell'uno e dell'altro. Ma per ottenere questi opportuni aggiustamenti, nella coppia, è indispensabile che i due parlino e manifestino preferenze, timori, dispiaceri, emozioni. Ed ecco perché mi preoccupano le sue parole: "non sono riuscita a trattenere le lacrime (forse sbagliando, perché così facendo mi sono dimostrata debole)...".
Ma come, deve avere paura a rivelarsi debole, con il suo partner? Scherziamo? Capisco che lei è molto giovane, ma costruire una storia vuol dire valutare le affinità e gli attriti, cercare di capire l'altro, e conoscere sempre più a fondo, non reprimere, sé stessi. Auguri, e ci scriva ancora.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Dr. Francesco Ziglioli Psicologo 1k 36
Buonasera,

Le dico subito che qui non troverà nessuna risposta diretta alla sua domanda "Che cosa dovrei fare?", piuttosto alcuni spunti di riflessione sulla sua situazione.

"Quello che mi confonde è che nei giorni passati insieme va tutto bene: c'è divertimento e voglia di stare fra di noi, mentre quando siamo lontani ci sono spesso degli attriti."
Secondo lei cosa cambia tra le due situazioni? Cosa potrebbe creare gli attriti di cui parla? Cosa potrebbe non crearli, viceversa?

"per stare bene, a lui basta messaggiare ogni giorno e chiacchierare su come abbiamo trascorso la giornata."
Mi sembra di capire che entrambi avete due scopi rispetto alla relazione differenti. Lei vorrebbe qualcosa che per lui non è importante, o almeno non necessario. Come pensa possa essere una buona relazione? Quali limiti può avere una relazione a distanza che si discostano dalla sua visione di relazione ideale? Quali sono, viceversa, i punti che hanno in comune?

"non è facile per me interrompere una relazione di tre anni"
In che senso "non è facile"? Cosa pensa possa succedere se interrompesse la relazione?

"Nel parlargli non sono riuscita a trattenere le lacrime (forse sbagliando, perché così facendo mi sono dimostrata debole)"
Vorrei capire in che modo lei interpreta il fatto di piangere come un segno di debolezza.

Comunque, è sempre auspicabile un colloquio diretto con un collega.

Cordiali saluti
Dr. Francesco Ziglioli
Psicologo - Brescia, Desenzano, Montichiari
Www.psicologobs.it