Elaborazione lutto

Buonasera.Sono una donna di 43 anni e poco più di 6anni fa ho perso il mio compagno, scomparso a seguito di un cancro. Non eravamo sposati, nn abbiamo figli. Abbiamo vissuto una storia lunghissimo,dal 95, fatta di tanti tira e molla,mai finalizzata nel matrimonio(io nn credo nel vincolo,lui,invece,pur credendoci molto mi ha assecondata), troppo profonda per lasciarsi andare. Perderlo è stato molto più che devastante, azzerante. Ho perso la voglia di vivere. Sono stata da una psicologa che, man mano, è riuscita a tirarmi fuori dal buco nero dove mi ero ficcata. Oggi conduco una vita abbastanza normale: lavoro (insegno e qst mi ha aiutata tantissimo), vedo qlc amica e vivo per i miei nipoti. Ma, in certi momenti, devo impiegare una forza enorme per trattenere le lacrime che stringono la gola, come se lo sforzo impiegato,per ricacciare dentro il male, d'un tratto nn bastasse. E lo sogno, nn spesso ormai, ma sogno sempre che ci baciamo...e sembra vero, al mattino, peró, resta solo una enorme tristezza, che si prolunga per tutto il giorno. Cmq scambierei mille giorni tristi per sognarlo ancora.
A volte incontro i suoi,ma sua madre non è proprio il massimo dell'accoglienza nei miei confronti. Resto l'estranea che ero. E anche questo mi fa soffrire.
A volte penso di non voler star bene...ma so che non è così. Vorrei,ma nn posso strapparmelo da dentro, come non fosse mai esistito. Lui è oltre metà della mia vita.
Mi chiedo, però, se tutto ciò non significhi che, nonostante 5anni di analisi, questo lutto non sia stato mai elaborato. Per quanto ognuno abbia tempi e modi diversi di affrontare questa cosa enorme...sarà il caso di tornare in analisi?
Grazie in anticipo per i pareri che potrete offrirmi.
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66
Gentile utente,

comprendo profondamente il Suo dolore.

"dolore", dicevo; non depressione.
Dolore che è "causa di un investimento nostalgico sull'oggetto" (per dirla con Galimberti).
Il modo in cui viene vissuta l'esperienza del dolore è strettamente soggettiva, così come anche la sua durata e pervasività.

Non è da escludere un ulteriore percorso con la Psicologa;
non perchè il dolore sia in sè una patologia (mentre la depressione sì), è unicamente una delle tonalità emotive fondamentali nell'umano;
bensì per permetterLe di parlarne, di esaminarlo, di comprendere il significato che ha per Lei e nella Sua vita. Di accettarlo, se dovesse essere una presenza costante.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/