Fumo di sigaretta

Buongiorno a tutti, da qualche mese sto svolgendo il servizio civile nazionale per una onlus che si occupa di ragazzi disabili, nello specifico il trasporto di questi in un centro dove svolgono delle attività. Oltre a questo a giorni alterni mi reco a casa di un anziano di 94 anni per 2 ore. Il signore in questione è un fumatore (10/12 sigarette al giorno) da quando ne aveva 18.Spesso mi chiede di passargli una delle sigarette che tiene o accanto a lui o in cucina. Tempo fa dopo aver finito di giocare a carte, alzandomi mi è uscito spontaneo chiedergli se avesse voglia di fumare in quel momento o farlo più tardi. Lui ha risposto che voleva fumare subito, quindi gli ho dato una delle sigarette che tiene nella credenza.
Da quel giorno ho un forte senso di colpa per avergli chiesto se volesse un qualcosa che di fatto nuoce fortemente alla salute e la mia paura è che questa sigaretta in qualche modo possa fargli più male delle altre. Ho sbagliato a chiedergli se volesse fumare? Può questo aver contribuito ad aggravare le sue condizioni di salute? Grazie in anticipo per le vostre risposte.
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Gentile utente,

Lei verosimilmente è una persona con predisposizione all’emozione dell’ansia.
Forse tutto ha poco a che vedere con l’anziano fumatore. Il suo senso di colpa le dice di aver forse fattogli un danno ma non ha la certezza di avergli procurato un danno.

Oltretutto, prima che conoscesse lei il vecchietto fumava, fuma quando lei non c’è, continuerà a fumare quando lei avrà finito il servizio civile.
Quindi dove sta la responsabilità?
Non c’è!
Anzi c’è, ma è del nonnino, non sua!
Dove sta la colpa?
Non c’è!
C’è un danno procurato?
No!

Le ripeto: sono verosimilmente ansia e senso di colpa ad investire questa sua richiesta di rassicurazione.

Saluti

Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.

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dopo
Utente
Utente
La ringrazio dottore per la sua tempestiva risposta, so di essere purtroppo vittima della troppa ansia. Per riparare al danno che la mia testa mi diceva di aver fatto ho anche tolto una sigaretta dal suo pacchetto. D'ora in poi comunque non commetterò più l'errore di chiedergli io se vuole fumare. Buona serata.
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Prego!

Oltretutto lei applica quella che si chiama
Inferenza arbitraria: Distorsione cognitiva su base ansiosa attraverso la quale si giunge a trarre conclusioni di pensiero, senza che siano presenti evidenze a supporto dello stesso pensiero.
Eccola qui: “la mia paura è che questa sigaretta in qualche modo possa fargli più male delle altre“.

Detto ciò, le suggerisco vivamente di continuare con serenità a svolgere il suo compito senza presumere di creare danni. Non si autocritichi, non ne vale la pena...

Stia bene.