Isolamento sociale

Gentili dottori. Questa mattina ho avuto appuntamento con un secondo terapeuta, dopo che il primo non mi ha convinto. Mi pare che abbia ascoltato, ed ha provato anche a pormi diverse domande per approfondire. Si è giunti alla conclusione che il primo tassello su cui intervenire è la solitudine e l’umore triste che provo, che tendo ad essere troppo giudicante e questo mi spinge a tagliare i rapporti con troppa facilità, quando talvolta sarebbe opportuno chiudere un occhio. E’ vero, e penso di poter lavorare in tal senso. Non mi ha tuttavia assegnato alcun compito da svolgere a casa, limitandosi a propormi il secondo incontro, il che forse è normale essendo il primo solo conoscitivo. Mi ha detto che sarebbe opportuno sforzarsi ad uscire ed accettare gli eventuali inviti altrui, perché la solitudine non può che portarmi a peggiorare. Ho trascorso l’ultimo anno davanti al Pc, uscendo soltanto occasionalmente. L’isolamento mi ha fatto perdere i contatti con diverse persone, e anche se UN PAIO di amici che m’invitano ancora ci sono, vorrei evitare di uscire con qualcuno solo per bisogno: Vorrei sceglierle io le persone da frequentare. Intendo provare a fidarmi di questo terapeuta, tuttavia il prossimo incontro è tra due settimane, e nel frattempo non posso restare con le mani in mano. Nel concreto il punto è che non so come crearmi l’occasione di entrare in un gruppo CHE MI PIACCIA. Ad esempio stasera ho voglia di uscire, ma non ho chi chiamare. Potenzialmente non avrei problemi ad attaccare bottone con uno sconosciuto, se non che il giudizio sociale pesa, e non è semplice entrare in scena da solo e dal nulla perché è invece facile venire etichettati dal pregiudizio del diverso ( Quanti hanno lo stomaco di conoscere nuove persone anziché restare ancorati al gruppo storico per sempre? ). Come posso cominciare a crearmi un giro sociale dal nulla? Il punto è che voglio reagire in fretta. Potrei iscrivermi in palestra, ad un corso di ballo, di cucina, questo richiede tempo oltre che soldi, che al momento non ho per permettermi sia di svagare che di pagarmi il proseguo della terapia. Dovrei, stasera, prendere ed uscire da solo andando in un locale frequentato ovviamente da gruppi già composti, e tentare di fare "irruzione"? Oppure dovrei mettermi l'anima in pace per stasera e i prossimi giorni accettando con pazienza di restare in casa, e dovrei appunto iscrivermi a qualche attività dove risulta più semplice conoscere? In più penso di non aver usato al meglio l'ora col terapeuta in questione, nel senso che non è semplice descrivere il problema in maniera da esporre i "punti chiave", può essere facile perdersi in punti che in realtà sono secondari, e quindi fornire un dettaglio non nel modo ottimale per aiutarlo ad aiutarmi. E' sua responsabilità farmi le domande giuste per smascherare auto sabotaggi ad esempio? Ed è norma che la prima seduta possa lasciare un senso d'incompletezza, come il sentore di non essere riuscito ad esprimere i punti chiave?
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> Potenzialmente non avrei problemi ad attaccare bottone con uno sconosciuto, se non che il giudizio sociale pesa
>>>

Beh, sembra un po' come dire: non avrei problemi a comprarmi una Ferrari, se non che mi mancano i soldi.

È proprio la paura del giudizio sociale che ti impedisce di attaccare bottone e ottenere ciò che tanto vorresti: nuove amicizie.

Hai tutte le ragioni ad aspettarti che una terapia possa darti indicazioni precise su cosa fare o non fare, ma non tutti gli approcci terapeutici ne danno o si basano principalmente sul darli.

Perciò, mentre una sola seduta è forse troppo poco per decidere se continuare o meno, quello che invece potrebbe aiutarti è sapere l'approccio teorico/pratico adoperato dal terapeuta. Ad esempio: psicodinamico, cognitivista, ecc.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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dopo
Attivo dal 2019 al 2019
Ex utente
La ringrazio per la risposta. Ma converrà con me che andare in piazza centro ed aprirsi al mondo è una skill tutt'altro che media, la maggior parte dei miei coetanei si organizza con gli amici per uscire di casa già in compagnia. Credo che solo una minoranza di persone possa essere capace di uscire di casa DA SOLA per andare in piazza centro ed inserirsi nei gruppi che trova dal nulla. Uno che lo fa, passa attraverso la domanda "Ma come mai sei da solo?", e in base a come si comporta viene etichettato come uno sfigato che non ha amici e vuole unirsi per bisogno, o come un figo che è capace di aprirsi con qualunque essere umano in qualunque contesto senza avvertire alcuna pressione. Sebbene sia ammirevole, non è affatto medio, non conosco persone che sarebbero in grado di farlo a dirla tutta. Diverso è iscriversi in palestra, sala attrezzi, e tra una serie e l'altra e l'espediente di stare in una struttura con l'idea di allenarsi risulta naturale fare due chiacchiere e iniziare a socializzare, il contesto palestra "giustifica questo". Il contesto locale pubblico invece è sempre frequentato da gruppi già formati, di amici che già si frequentano da tempo, e quindi praticamente dovrei avvicinarmi ad un tavolo qualunque e fare "Hey ragazzi, questo genere musicale è davvero forte. Posso unirmi a voi?". Insomma, è roba da filmografia, e sebbene sia attuabile perchè l'ho fatto in passato, ora come ora, dopo un lungo isolamento non avrei la forza ( Che la persona media non ha ) per farlo. E allora sto cercando di mettermi in discussione, per capire.. è questo che devo fare? Elevarmi ad un livello sopra la media, fregarmene delle barriere sociali, della diffidenza che predomina, della gerarchia, e presentarmi a un tavolo di sconosciuti ( Che però si conoscono ) stasera?
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> Credo che solo una minoranza di persone possa essere capace di uscire di casa DA SOLA per andare in piazza centro ed inserirsi nei gruppi che trova dal nulla
>>>

Hai perfettamente ragione.

>>> è questo che devo fare? Elevarmi ad un livello sopra la media, fregarmene delle barriere sociali, della diffidenza che predomina, della gerarchia, e presentarmi a un tavolo di sconosciuti ( Che però si conoscono ) stasera?
>>>

La scelta è tua.

È a te stesso che devi porre la domanda. Voglio essere uno nella media o addirittura sotto? Oppure elevarmi?

Stiamo parlando di abilità sociali decisamente sopra la media, ma che molti miei pazienti ad esempio riescono a raggiungere, SE sufficientemente motivati.

Ti ripeto quanto sopra:

>>> una sola seduta è forse troppo poco per decidere se continuare o meno, quello che invece potrebbe aiutarti è sapere l'approccio teorico/pratico adoperato dal terapeuta. Ad esempio: psicodinamico, cognitivista, ecc.
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