Una normale vita sociale

Buongiorno, sono una ragazza di 29 anni, e da tantissimi anni, da quando ero piccola in pratica, soffro di ansia.
L' ansia mi ha impedito in questi anni di avere una normale vita sociale.
L' idea di andare in discoteca o anche solo di uscire e dover guidare di notte mi terrorizzava, per esempio, così per dover evitare certe situazioni anche le amicizie ne hanno risentito. Ho poche amiche che frequento sporadicamente. Qualsiasi situazione che esca dalla mia quotidianità o comunque dalla mia confort zone mi mette ansia. Ho comunque un bel lavoro, tante persone che mi vogliono bene, persone incontrate grazie al mio lavoro che posso definire amiche, anche se ovviamente cerco di limitare al minimo le uscite serali o qualsiasi cosa che si possa fare alla mia età. Mi reputo comunque una persona fortunata e contenta di se. Scusate la lunga premessa, ma ho pensato fosse necessaria per inquadrare bene il problema. Ma veniamo al punto. Il mese prossimo dovrò viaggiare per lavoro a Milano, non è la prima volta che mi capita di andare fuori per lavoro, ma ogni volta la stessa cosa. Mi assale una fortissima ansia, sento il mondo cadermi addosso, guardo alla mia vita e penso quanto sarei stata felice se non avessi dovuto affrontare questa cosa. Evito di parlarne in famiglia fino all' ultimo minuto perché anche loro sarebbero presi dall' ansia. Aggiungo che non affronteró questo viaggio da sola e che sul luogo incontrerò altre persone che però non conosco. Ma non è questa la mia più grande ansia. Non riesco a capire che cosa veramente mi faccia star male, se la paura di stare lontana da casa, di lasciare la mia famiglia o di non sapermela  cavare. Nei giorni che precedono questi viaggi sento come se l' amore per la mia famiglia e la mia vita in generale crescesse a dismisura, proprio per l' ansia che provo a per dover partire. Cerco di non litigare mai in famiglia perché altrimenti potrei avere rimorsi.
Sono stanca di questa situazione, sono consapevole che l' ansia sia un sentimento del tutto normale in certe situazioni, ma credo che la mia decisamente non lo sia.
Grazie per l'aiuto.
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Dr. Francesco Ziglioli Psicologo 1k 36
Gentile utente,

Effettivamente sembra esserci un problema di ansia elevata nella sua situazione. Tuttavia, l'ansia è uno stato di attivazione psicofisico in seguito ad un segnale di pericolo. Si configura come una reazione naturale.
Nel suo caso, sembra esagerato.
Mi sembra ci siano dei punti in comune nel suo racconto: andare in una discoteca, fare qualcosa che va al di ladellq sua quotidianità, il viaggio fuori città, che culmina con il tentativo di lasciare la situazione familiare più serena possibile perche altrimenti...
Provi a domandarsi: come vive le situazioni incerte, dubbie, in cui non sa cosa aspettarsi?
Cosa teme potrebbe succedere andando in discoteca?
Cosa, invece, viaggiando per lavoro fuori città?

Può leggere anche questo articolo, Se vuole:

https://www.psicologobs.it/diagnosi/ansia-sintomi-e-cura/

Cordiali saluti
Dr. Francesco Ziglioli
Psicologo - Brescia, Desenzano, Montichiari
Www.psicologobs.it

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dopo
Utente
Utente
Gentile dottore, grazie mille per la risposta. Non riesco a identificare la paura che mi colpisce...forse quella che mi succeda qualcosa di brutto? Dando così dolore alla mia famiglia? Non lo so...forse è così...in generale sono spaventata da tutto ciò che non sono abituata a fare normalmente...guidare per strade che non conosco, frequentare posti che non conosco, paura di rientrare a casa da sola la sera e molti altri...la soluzione a tutto ciò è stata quella di evitare queste situazioni, comunissime, così il risultato
è di non avere una vita che vada oltre il lavoro...come può immaginare anche avere un fidanzato è impossibile..non mi sopporterebbe!.e poi si torna sempre alla mia famiglia...penso che se mi facessi una vita e li lasciassi li farei soffrire...
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Dr. Francesco Ziglioli Psicologo 1k 36
Da questa postazione è impossibile, oltre che deontologicamente corretto, indagare quale paura la colpisce. Tuttavia, le sue supposizioni potrebbero essere un buon punto di partenza per riflettere.

Evitare le situazioni temute, purtroppo, ha effetto contrario allo stare bene. Questo concetto è ben chiaro ai professionisti del settore, che sanno come l'evitamento possa, in primo luogo, dare sollievo, ma poi a lungo termine non fa altro che mantere il problema e cronicizzarlo, rendendolo via via sempre più resistente al cambiamento.

Per concludere, sia il primo punto (paure), sia il secondo (soluzione, evitamento) possonoessere trattati con efficaci in psicoterapia.
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dopo
Utente
Utente
Gentile dottore, mi permetto di chiederle un' ultima cosa proprio riguardo al fatto di evitare le situazioni che mi preoccupano. Prendendo sempre come esempio il fatto di dover viaggiare per lavoro. La prima volta che mi sono trovata a farlo ero terrorizzata, il giorno prima avrei voluto piangere, ma ovviamente mi mostravo serena. La seconda volta stessa situazione. La terza e la quarta l' ho invece affrontata con più serenità. Ci tengo a precisare che tutti questi viaggi si sono svolti nella stessa città e che ogni volta l' ansia spariva non appena mi mettevo in viaggio. Perché questa volta secondo lei sono tornata alle stesse paure del primo viaggio? Solo perché dovrò recarmi in una città nuova e più lontana? Ed ancora, non è strano che ogni volta, appena parto l' ansia dei giorni prima sparisca completamente? Meglio così ovviamente, ma non sarebbe più logico durasse per tutta la durata della trasferta?
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Dr. Francesco Ziglioli Psicologo 1k 36
Dipende dal nuclel centrale della sua ansia. Tenga presente che l'ansia è uno stato fisiologico e cognitivo "anticipatorio". Ciò significa che serve per preparare il corpo e la mente a reagire a qualcosa di minaccioso. Anche se non sempre, ne consegue che nel momento in cui la situazione si verifica, poi effettivamente si capisce che non si corrono pericoli. Questo per spiegarla in termini molto generici. Per il caso più specifico, occorre approfondire.
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dopo
Utente
Utente
Grazie mille dottore, la sua consulenza è stata molto utile.