Potrò avere rapporti sessuali completi ?

Salve.

Ho 31 anni e sono feticista dei piedi sin dall’infanzia.
Mi trovo in una condizione di estenuante frustrazione perché non riesco ad eccitarmi se non in presenza del suddetto feticcio.
In poche parole il corpo della donna per me può essere considerato bello ma non eccitante ad esclusione della vagina che non mi è mai piaciuta...nonostante tutto io vorrei essere in grado di soddisfare una donna perché tutto questo mi sta portando molta insicurezza e incapacità di progettare un futuro, in quanto abbassa la mia autostima e mi fa perdere lo scatto al miglioramento.
Esiste un metodo psicoterapeutico specifico che destrutturi il feticismo in me radicato e lo faccia rientrare, al massimo, nell’insieme della pratiche sessuali utili ad un rapporto completo?
Aggiungo che sto vivendo male questa situazione da quando ho deciso di curarmi (Credo sono bipolare perché nessuno me l’ha detto con certezza o se l’ha fatto, solo dopo averlo supposto io dai sintomi che ho) e che prima tra stati maniacali e psicotici non avvertivo il disagio allo stesso modo, mentre da quando ho iniziato a idealizzare sotto il controllo dei farmaci mi trovo però più depresso e sconfitto dalle vicessitudini.
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 578 66
Gentile utente,

Innanzi tutto alcuni chiarimenti su una tematica che solitamente risveglia grande interesse nei nostri lettori.

Per FETICISMO si intende quella parafilia che consiste nello spostare la meta sessuale
- dalla persona nella sua interezza
- ad un suo sostituto, ad es. una parte del corpo.
Il "feticismo del piede" fa parte delle parafilie.

Il DSM-5 ha introdotto un importante cambiamento in tema di "diagnosi" relativa alla parafilia/comportamento parafilico di cui il feticismo del piede fa parte.
Secondo la nuova recente classificazione internazionale,
le PARAFILIE,
pur essendo pulsioni erotiche "atipiche" per le quali il soggetto sente una forte e persistente eccitazione erotico-sessuale,
sono egosintoniche.
Quando il comportamento parafilico diventa invece
- una forma di dipendenza
- e il soggetto accusa un certo disagio (egodistonia),
che Lei esprime così "..condizione di estenuante frustrazione..",
allora si introduce il concetto di "DISTURBO parafilico".

Se le "parafilie" quindi sono in sintonia con il sè,
il "disturbo parafilico" rappresenta un vissuto di disagio, che va diagnosticato e curato.
Infatti ci si trova di fronte ad una patologia quando "il sostituto" (nel Suo caso il piede)
- giunge a sostituirsi completamente al rapporto sessuale,
e a maggior ragione,
- quando esso si distacca da qualsiasi determinata persona e diventa per sé solo l’oggetto sessuale.

So di essere stata un po' tecnica,
ma è l'unico modo per evitare "la chiacchiera" su un argomento che viene percepito come "pruriginoso",
ma che in realtà è poco conosciuto nei suoi ultimo aggiornamenti.

Per il resto,
per tutto quello che riguarda
- sia la Sua persona e gli interrogativi che Lei si pone al proposito (modalità, evoluzione, patologia psichiatrica in trattamento, ecc.),
- sia le Sue relazioni con l'altro genere (.. la vagina non mi è mai piaciuta...) e le modalità di rapportarsi tenendo conto delle proprie esigenze ma anche di quelle dell'altra,
è necessario un consulto *di persona* con una/o Psicologa/o che sia - Le raccomando - anche Psicoterapeuta, meglio se perfezionata in sessuologia clinica e con esperienza. E probabilmente un percorso.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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