Omosessualità e amore

Ho realizzato di essere gay a 17/18 anni circa, quando ho realizzato di essermi preso una cotta per un ragazzo.

L’ho detto ai miei quando avevo 19 anni.

Nel tempo, ho deciso di dirlo solo a un paio di persone (a un amico e a un ragazzo a cui mi sono dichiarato).

Non sono dichiarato per scelta, o comunque per convenienza sociale: non mi va di essere marchiato, né mi va di condividere col mondo le mie preferenze.

Sono un tipo riservato.


Tutto ciò solo per inquadrare la situazione.


Mi domando: come mai finisco sempre per innamorarmi di ragazzi etero?

Tranne un caso (il primo ragazzo, che solo anni dopo ho scoperto essere gay anche lui), mi capita periodicamente di prendere una cotta per (o comunque di essere attratto da) ragazzi che so che non potranno contraccambiare.

Non sono attratto da ragazzi effeminati, mi piacciono i veri uomini, ma mai che mi capiti che uno di questi sia anche gay.

È una questione di percentuale (cioè i gay sono pochi, quindi è statisticamente più probabile innamorarsi di un etero) o ho qualche problema?


La risposta più semplice è che sia omofobo inconsciamente... ma sono alla ricerca di una risposta un po’ meno scontata!
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 183
Gentile utente,
la risposta l'ha formulata da sé: è una questione di percentuale... e non solo, ma tornerò sul punto dopo aver visto quali elementi possono incrementare e quali ridurre un numero già esiguo.
Se lei vivesse in una città molto grande, frequentasse locali gay, social, palestre etc. notoriamente ed esclusivamente per gay, le sue occasioni d'incontro sarebbero più alte. Ugualmente se svolgesse una professione di quelle che mettono in contatto con persone non convenzionali.
Si moltiplicherebbero ancora se lei cercasse attivamente rapporti con chiunque, accettasse partner anche effeminati (tra l'altro più riconoscibili) e rendesse note le sue preferenze.
Mancando tutto questo, ed essendo per di più una persona riservata, come dice nella sua lettera, si trova nella condizione di tutte le persone riservate che hanno difficoltà ad instaurare rapporti anche dove i partner potenziali sono molto più numerosi, con l'ulteriore limitazione di una preferenza non scontata, non immediatamente visibile, e in un mondo dove la tendenza a scegliere un compagno del proprio stesso genere è vista male da moltissime persone, anche da alcune che forse, se lasciassero libere le proprie emozioni, si riconoscerebbero omosessuali o più facilmente "fluide".
E vengo all'altro punto: "La risposta più semplice è che sia omofobo inconsciamente..."
Molte persone omosessuali non sono felici delle loro tendenze; le vivono come condizioni variamente limitanti, e se le loro relazioni coi partner sono particolarmente turbate si sentono sfortunate. Alcune sono persone delicate, colte, piene di sentimento, che considerano volgari e violenti certi luoghi d'incontro.
Qualche volta, è vero, hanno ereditato l'omofobia familiar-ambientale e la riversano su sé stesse, ma più spesso non ce l'hanno con l'omosessualità: piuttosto con le condizioni di vita difficili che questa condizione può comportare.
Per altro, uno stato d'animo di condanna delle proprie tendenze e condizioni di vita ricorre in tutti gli esseri umani, quali che siano le loro preferenza sessuali, quando le cose vanno male a lungo e non si ha modo o coraggio di attuare un cambiamento. Allora uno si lamenterà di essersi sposato, un altro di non essersi sposato; un altro di essere gay e un altro ancora di essere vittima della propria passione per l'altro sesso!
Lei scrive: "Non sono dichiarato per scelta, o comunque per convenienza sociale: non mi va di essere marchiato, né mi va di condividere col mondo le mie preferenze".
Una posizione condivisibile, sia per il naturale riserbo col quale ciascuno dovrebbe proteggere la propria sfera sentimental-sessuale, sia per non esporsi masochisticamente a restrizioni sociali etc.
Ma rimane il problema: come incontrare un partner?
Io non so quanto coraggio lei abbia fin qui manifestato nel dichiararsi agli uomini che la interessavano. Se si è scoraggiato subito, forse si sta condannando senza ragione alla solitudine. Esistono siti social frequentabili in anonimato, dove cominciare a conoscersi. Ci ha già provato?
Auguri. Ci tenga al corrente.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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dopo
Utente
Utente
Grazie di cuore, gentile dottoressa, per il suo parere, che ha c’entrato le questioni salienti.
Ha ragione, mancano tutte le cose che ha detto: e le percentuali lavorano contro di me.
Non l’ho aggiunto, per non complicare il quadro, che sono credente... e non sarebbe male trovare un ragazzo come me (anzi, questo è quel che cerco). Ma comprenderà bene la difficoltà.

Lei mi scrive che qualche volta, è vero, hanno ereditato l'omofobia familiar-ambientale e la riversano su sé stesse, ma più spesso non ce l'hanno con l'omosessualità: piuttosto con le condizioni di vita difficili che questa condizione può comportare .
Non ho ancora un pensiero definito sull’omosessualità.
Penso che oramai sia accertato che non è un dato genetico, probabilmente vi saranno milioni di fattori che conducono a questo genere di preferenze.
Ma non mi interessa indagarli, anche perché non ne troverei l’utilità.
Sono anche convinto che non sia una patologia, ma una variabile con cui fare i conti.
Penso di aver accettato, come lei ha intuito, che non vi è nulla di male nell’amare un uomo.
Al contempo, però, non reputo l’omosessualità una condizione da augurarsi: gli svantaggi non sono pochi... e i vantaggi, se ci sono, non mi sono chiari!
Lei ha centrato il punto: non ce l’ho con l’omosessualità in sé, ma con quel che porta con sé.

Domanda infine: Ma rimane il problema: come incontrare un partner?
Io non so quanto coraggio lei abbia fin qui manifestato nel dichiararsi agli uomini che la interessavano. Se si è scoraggiato subito, forse si sta condannando senza ragione alla solitudine. Esistono siti social frequentabili in anonimato, dove cominciare a conoscersi. Ci ha già provato?
Auguri. Ci tenga al corrente .

Come scrivevo, sono riservato, ma anche selettivo: non mi basta che un ragazzo sia attraente, perché provi un interesse per lui.
Anzi, lavoro in senso inverso.
Del ragazzo di cui ho preso una cotta di recente apprezzo la semplicità, l’umiltà, la bontà, l’attaccamento alla famiglia.
Sono più questi aspetti che poi mi hanno portato ad apprezzare anche la sua bellezza fisica.
Ma ha avuto ragazze in passato... quindi sto perdendo tempo e tranquillità a fantasticare!

Col penultimo ragazzo mi sono dichiarato: non l’ha presa bene, perché pensava fossimo solo amici (e lui era etero). I rapporti si sono poi ricomposti, ma non ci vediamo più.
Sospettavo fosse etero, ma erano 8 mesi che avevo perso la testa, e dovevo dirglielo!

Con quelli precedenti non ho trovato il coraggio: ma ero giovane e non sapevo ancora scegliere.
Quindi non mi pento: avrei consegnato questa informazione a persone che magari non ne avrebbero fatto buon uso.

Ho provato Grindr, Romeo e un forum, ma la cosa non funziona. Sarei disposto a incontrare solo dopo che sono certo che abbiano alcune caratteristiche: ma non si può valutare il cv per incontrare un ragazzo.
E poi quei luoghi attirano per lo più persone che cercano rapporti occasionali, che non fanno per me.
Mi auguro sempre di incontrare l’uomo per me nella vita quotidiana, nei luoghi che frequento.
Ma per ora non succede.

Le confesso che la mia richiesta di consulto nasce da un recente interesse per un ragazzo - evidentemente eterosessuale - e non mi accadeva da ben 5 anni di provare sentimenti per qualcuno conosciuto dal vivo. E la cosa mi disturba non poco, perché so che sarò distratto e mi ci vorrà del tempo per fare pace col fatto che lui non può ricambiare ciò che provo (e che quindi non può amarmi non perché non gli piaccio, ma perché ontologicamente c’è qualcosa che ce lo impedisce).
Aspetterò che il tempo faccia la sua parte: non conosco altre medicine.

Grazie ancora.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 183
Gentile utente,
lei coglie benissimo tutti passaggi di una condizione percentualmente minoritaria, ma si arresta alla malinconia della rinuncia.
Di questo suo innamoramento recente... perché dire subito no? Ha prove conclusive che il ragazzo sia irriducibilmente etero? Certo, lei non vuole costellare la sua vita di dichiarazioni d'amore respinte, che oltretutto la espongono alle difficoltà sociali note.
Tante cose in lei mi ricordano Umberto Saba; anche il sentimento religioso, che lo spinse a convertirsi al cristianesimo in età avanzata. Legge le sue poesie e le sue prose?
Venendo proprio alla sua natura di credente, perché non apre una pagina facebook rivolta ai credenti omosessuali?
Credo, se limiterà i post pubblicabili e censurerà gli haters, che potrebbe offrire un servizio molto utile e selezionare un livello di partecipanti a lei congeniale.
Mi ha colpito una sua frase (anche questa ispirata a rinunciataria malinconia?): "non si può valutare il cv per incontrare un ragazzo".
Chi lo ha stabilito? Ci sono persone che si sono incontrate dopo un anno di chat. Al posto di un formale cv ci sono le sincere dichiarazioni delle proprie idee, dei propri sentimenti e desideri, tanto più esternabili in quanto il vero nome è nascosto da pseudonimo.
Le faccio tanti auguri per un po' di coraggio e di iniziativa in più, ma anche per quel pizzico di fortuna che a volte fa la differenza.
[#4]
dopo
Utente
Utente
Grazie per la sua risposta.
Le scrivo ancora, sperando di non abusare della sua disponibilità.

Di questo suo innamoramento recente... perché dire subito no? Ha prove conclusive che il ragazzo sia irriducibilmente etero? .
Ho capito che ha avuto parecchie ragazze. Direi che è certo che è etero.
Ciò che mi fa star male è che vorrei evitare queste situazioni, vorrei evitare di finire in questo vortice di emozioni sostanzialmente inutile.
E so già che durerà a lungo, che fantasticherò per mesi, e che quando ci troveremo con i nostri amici comuni potrei finire per avere un’attenzione di troppo...
Non mi piace perdere la testa dietro a chi mai potrà ricambiare.
Poi, vabbè, penso che non è molto diverso dall’innamorarsi di una persona già occupata .
Solo che però tendo a valorizzare la mia specialità e a vederci un limite.
Non penso: lui non starà mai con me perché non gli piaccio. Ma penso: lui non potrà mai stare con me perché gli piacciono le ragazze.
E la prospettiva cambia.
Da: capita a tutti di innamorarsi di chi non ricambia. A: capita solo a me di innamorarmi di ragazzi etero.

"non si può valutare il cv per incontrare un ragazzo".
Sa perché scrivevo così? Perché ho la tendenza a idealizzare l’uomo dei miei sogni (professionalmente affermato, amante della cultura in senso ampio...).
E poi finisco per essere colpito da tutt’altro, finisco per invaghirmi di uomini che mi colpiscono per avere dei bei legami con la loro famiglia, che magari sanno essere divertenti, o umili...
Insomma, poi sono tutt’altre le caratteristiche che mi suscitano interesse.

E poi, lo ripeto, ci sto male per mesi, ci penso per tanto tempo, questi pensieri mi accompagnano quando prendo sonno e sono lì al risveglio.
Insomma: perché non riesco a razionalizzare questa cotta in tempi normali, a farmene una ragione e a tornare alla mia vita?
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 183
Caro utente,
come a volte accade, guardando dentro sé stesso sta scoprendo le anfrattuosità di una personalità complessa.
Sarebbe interessante sapere perché, dei suggerimenti che le ho dato, lei non raccoglie quello relativo alla creazione di una pagina per gay religiosi.
In questa sua ultima email emergono però due interessanti indizi: uno è la sua visione dell'amore negato, per cui preferisce sostituire alla semplice incompatibilità tra persone quella impossibilità fatale che in un'altra lettera ha definito "ontologica". Il secondo indizio è il suo doppio modello di partner: l'uno affermato, sicuro, amante della cultura; l'altro semplice, tenero, naif.
Ma siccome lei stima il primo ed è attratto dal secondo, alla fine resiste all'incontro vero, si crea ostacoli per non realizzarlo, oppure le mancano quelle antenne che guidano gli amanti verso l'oggetto che può ricambiare il loro desiderio.
Di fatto rifugge un po' troppo da tutti i luoghi dove la differenza "ontologica" non dovrebbe manifestarsi. Io non credo ad un'essenza omo o etero, quanto piuttosto a una tendenza con moltissime sfumature, altrimenti come si spiegano i costumi sessuali degli antichi? E nella nostra epoca, le persone che si definiscono fluide? Usciti da questa cesura, l'eventuale mancato incontro non ha più caratteri ontologici, anche se ne ha di sociali, di costume.
Ma al di là di questi innamoramenti dolorosi, forse costruiti apposta per restare nella nebbia dell'impossibile, lei come vive la sfera sessuale? Come riesce a dialogare, in questo campo, con le persone che incontra? O rinuncia anche a questo?
Mi scriva ancora, se le è utile. Hai già tentato un'esperienza psicoanalitica?
[#6]
dopo
Utente
Utente
Gentile dottoressa,
sì, mi è utile scriverle, la ringrazio.

Sarebbe interessante sapere perché, dei suggerimenti che le ho dato, lei non raccoglie quello relativo alla creazione di una pagina per gay religiosi .
Ne esistono molte, in realtà. Ma l’idea del gruppo lgbt non fa per me: preferirei veramente incontrare il mio partner nella vita quotidiana.

l'eventuale mancato incontro non ha più caratteri ontologici, anche se ne ha di sociali, di costume .
Ha ragione, è così: sono io a estremizzare il problema e a renderlo una questione sull’orientamento. Questo c’entra per le statistiche, ma non per altro. Il resto è compatibilità: magari farei altrettanta fatica a trovare una ragazza che fa per me.
Ecco, in questo caso non avrei l’impiccio di dovermi nascondere.

lei come vive la sfera sessuale? Come riesce a dialogare, in questo campo, con le persone che incontra? O rinuncia anche a questo?
Mi sa che non mi è chiara la domanda: se e come parlo di sesso con chi mi sta accanto? È questo che mi chiede?

Hai già tentato un'esperienza psicoanalitica?
No, a dire il vero no. Forse dovrei.

Magari dovrei indagare il mio doppio modello di partner: l'uno affermato, sicuro, amante della cultura; l'altro semplice, tenero, naif .
È un aspetto di me che non mi spiego: razionalmente sceglierei un tipo di uomo, nella pratica finisco per innamorarmi di altri, più teneri e naif, come dice lei...
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 183
Gentile utente,
quando parlavo della sfera sessuale immaginavo (forse a torto) un'altra dicotomia nella sua prassi esistenziale: amore vagheggiato e impossibile da una parte, e dall'altra incontri al solo scopo sessuale. Mi chiedevo, se ha questo tipo di esperienze, come si rapporta con l'eventuale compagno di un incontro occasionale.
La saluto.
[#8]
dopo
Utente
Utente
No no, evito incontri a questo scopo, non mi interessano: penso mi sentirei usato e magari finirei per coinvolgermi sentimentalmente con una persona che non ne vuole sapere.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 183
Caro utente,
certo il coinvolgimento sentimentale è quello che si può temere.
D'altra parte questa sua scelta è un ulteriore isolamento volontario...
Qualcosa dovrebbe venire a rompere le mura di ghiaccio del castello, e liberarla.
Rileggendo la sua, vedo che la paura di fondo è quella di amare senza essere amato. Che sia questa la chiave per interpretare il suo isolamento?
Di nuovo penso che un bravo psicoanalista potrebbe farle ripercorrere le tappe attraverso cui si è formata questa sua visione negativa dei rapporti d'amore.
Ci pensi.
[#10]
dopo
Utente
Utente
Però, mi scusi, non può essere un problema non cercare sesso occasionale!
Non lo cercherei in ogni caso, neanche se fossi etero, neanche se avessi tante storie d’amore: semplicemente perché non mi sembra un modo sano di intessere relazioni.

Ad ogni modo, volevo chiederle un’ultima cosa: cosa ne pensa del fatto che abbia un doppio modello di partner?
Uno ideale (affermato, sicuro, amante della cultura), l'altro reale (semplice, tenero, naif), o comunque di cui mi capita di prendermi una cotta.
Come le dicevo, è un aspetto di me che non mi spiego: razionalmente sceglierei un tipo di uomo, nella pratica finisco per innamorarmi di altri, più teneri e naif, come dice lei...
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 183
Caro utente,
certo non può essere un problema non cercare sesso occasionale. La mia domanda voleva sondare un altro eventuale "doppio legame" nelle sue relazioni umane.
Uso il termine tra virgolette perché in psicologia il doppio legame, studiato come comunicazione distorta, ha avuto grande risonanza.
Nella prassi, molte persone vagheggiano un ideale amoroso e poi cedono alla pressione del desiderio sessuale, intorbidando le acque delle relazioni.
Nel suo caso, lei dice: "magari finirei per coinvolgermi sentimentalmente con una persona che non ne vuole sapere", tornando ancora una volta al timore di venir rifiutato.
C'è qualcosa che non è ancora emerso, che non ha detto.
Questo rende difficile rispondere alla domanda sulla ragione per cui "razionalmente sceglierei un tipo di uomo, nella pratica finisco per innamorarmi di altri, più teneri e naif".
Intanto non si sceglie il partner "razionalmente"; non a priori, almeno. E poi, senza una serie di colloqui è impossibile sapere se fin da piccolo le hanno prospettato un modello di uomo "stimabile" che in modo alterno lei si impone e rifiuta.
Quello che sembra emergere nella sua vicenda, con forza, è il non vissuto.
Per quale ragione non ebbe seguito il suo primo innamoramento? Quanto la ferì quella storia? Potrebbe ripartire da lì.
Buone cose.