Crisi emotive con episodi di autolesionismo

Buongiorno, sono una studentessa di 19 anni.
Non sono qui per una diagnosi, ma è da qualche anno che ho dei problemi emotivi e da quando ho cominciato l'università stanno cominciando a interferire con la mia vita. Non riesco a valutare razionalmente la mia situazione: quando sto bene tendo a negare e sminuire gli episodi, tanto da dimenticare ciò che succede durante le crisi, e a volte penso ancora dovrei cavarmela da sola, ma vorrei un parere professionale sul da farsi, specificando che vorrei rivolgermi a uno specialista solo se necessario.

Ho la continua sensazione di non essere in grado di avere una vita soddisfacente e felice, sotto nessun punto di vista.
Questi pensieri, che mi infestano la mente tanto da non riuscire a concentrarmi su nient'altro, arrivano generalmente quando studio, accompagnati da un panico che mi invade appena non mi quadra qualcosa o sono confusa su ciò che devo sapere. Spesso questi sentimenti diventano eccessivi e comincio a respirare affannosamente, mi viene da disperarmi, mi sale una rabbia immotivata ed eccessiva, causata da continui pensieri come "non riuscirò mai a fare nulla", "rovino la vita a chiunque mi stia attorno". A volte, l'unico modo per calmarmi è l'autolesionismo: generalmente morsi sulle braccia, ma è capitato che cercassi oggetti taglienti per ferirmi le cosce fino a farmi sanguinare.
Altre volte ho queste stesse reazioni in seguito a piccole incomprensioni con il mio fidanzato, in quanto mi convinco che sia cattivo con me, che non mi ami, e contemporaneamente di essere io la matta, che mi ami troppo e di rovinargli la vita. La costante è un profondo senso di colpa misto a una rabbia esagerata verso tutto, non ho più una visione razionale di ciò che mi circonda e vado nel panico, in una totale confusione. Comincio a urlare, piangere, tiro ciò che mi capita sottomano, mi mordo. Se il mio fidanzato è con me non voglio che mi tocchi, ma è capitato che dovesse tenermi ferma mentre mi dimenavo come una matta senza motivo.
Ci sono anche episodi più lievi: per esempio più volte, in serate tranquille con gli amici, è capitato che mi convincessi di essere un'incapace in ciò che stavamo facendo, che andassi nel panico fino a dovermi isolare per del tempo, cercando di resistere all'impulso di ferirmi. Altre volte non ho delle vere e proprie crisi, ma vengo comunque assalita da una sensazione di impotenza, di ansia persistente, di senso di colpa. Questo succede sia in momenti isolati, senza un fattore scatenante, sia in momenti specifici che "risvegliano" quei miei pensieri di eccessiva autocritica, per esempio quando devo chiedere soldi ai miei genitori, o fare acquisti, o semplicemente prendere una decisione anche banale. Questi sentimenti rimangono anche per delle ore, senza che io riesca a "combatterli" e ci sono dei periodi in cui questo succede nella maggior parte dei giorni.
Spero di aver reso al meglio la mia situazione e perché essa costituisce un problema per la mia serenità. Grazie mille.
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Dr. Francesco Ziglioli Psicologo 1k 36
Gentile utente,

come bene ha spiegato, la situazione le sta creando notevoli problemi in tante aree della vita (individuale, sociale, lavorativa, relazionale).
L'insieme di emozioni che si accavallano, di per sé, non è una cosa strana. Però, l'intensità con cui le vive è disfunzionale, apparentemente. I comportamenti autolesionistici vanno sempre inquadrati all'interno di una concettualizzazione del caso specifico, in quanto sono sempre rivolti verso uno scopo (un obiettivo, servono a qualcosa). Da quanto ci racconta, senza andare più nel profondo, sembra che siano dei gesti messi in atto per tollerare l'intensità emotiva sproporzionata. Questo sembra valere per la rabbia e il senso di colpa.

Per quanto riguarda la tristezza, emozione che nasce da una perdita (anche non fisica,ma valoriale), e che spesso è accompagnata da una sensazione di vuoto, sembra che i pensieri che le passano per la mente in svariate occasioni siano perlopiù autocritici verso Sé, gli altri e il futuro. La gestione di questa emozione, ma anche delle altre due sopra citate, le crea angoscia e si trasforma volentieri in sintomi fisici debilitanti.

Non conoscendo meglio la situazione e limitandomi a quanto scritto nel consulto, fatico ad immaginare una prognosi positiva della sua situazione se non adeguatamente seguita. Mi sembra una situazione critica per la quale contattare uno psicologo psicoterapeuta dal vivo sia essenziale, più che consigliato.

Rimaniamo comunque a disposizione per gli aggiornamenti.

Cordiali saluti
Dr. Francesco Ziglioli
Psicologo - Brescia, Desenzano, Montichiari
Www.psicologobs.it

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dopo
Utente
Utente
Caro dottore,
la ringrazio molto per la sua risposta. Questo è stato il mio primo vero passo verso l'accettazione di aver bisogno d'aiuto ed è stato proprio questo il motivo per cui ho chiesto un consulto. Il suo messaggio mi ha convinta di più del percorso che dovrò cominciare, appena sarà possibile (viste le circostanze attuali). Quando potrò mi rivolgerò al consultorio della mia città, cercando di limitare il più possibile le spese (sotto richiesta dei miei genitori, con i quali, però, non sono stata molto esaustiva sull'entità del problema). Mi scusi se le faccio altre domande, ma lei pensa che un consultorio potrà darmi risorse sufficienti per uscire da questa mia situazione?
La ringrazio ancora profondamente del suo aiuto.
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Dr. Francesco Ziglioli Psicologo 1k 36
Dipende da come è organizzato il servizio. Ritengo più opportuno una psicoterapia individuale. Eventualmente potrebbe informarsi presso il CSM
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