Relazione di rapporto rifiutata dalla figlia maggiorenne verso il padre

Buongiorno, sono un uomo separato da 9 anni, per altre scelte sentimentali della mia ex moglie.
Ho due figli, il maschio di 25 anni che vive all'estero con il quale ho un buon rapporto e una figlia di 18 anni che vive con la madre e da quest'anno è al primo anno di università.

Proprio con mia filgia dal 2016 non ho più rapporti relazionali.
Si rifiuta categoricamente di avere qualsiasi contatto con me.

All'inizio mi ero rivolto alla madre chiedendo di intervenire, la quale si è rifiutata adducendo che era una questione tra padre e figlia, avevo provato con mio figlio il quale si è tirato fuori dalla situazione, riferendomi che aveva parlato con la sorella, la quale aveva riferito che non voleva più vedermi.
Sono sempre stato un padre presene e vicino a mia figlia, accompagnandola a scuola, nelle sue attività ludiche e sportive (la madre non guida l'auto).
Mai stato violento nè aggressivo, talvolta burbero per il comportamento di mia figia la quale aveva iniziato ad allontantanarmi già a 13 anni.
Le chiedevo le ragioni dei suoi silenzi e del suo comportamento distaccato, ma mai avuto risposte.
Succcessivamente mi ha bloccato il numero di telefono, WhatApp, e tutti i socialnetwork.
Le ho scritto diverse lettere, e inviato dei regali con mio filgio, le lettere mio figlio mi riferisce che le strappa e i regali sono stati rifiutati.
In questi anni ho ricontattato la madre la quale si è sempre rifiutata di intervenire, anzi mi addossa la responsabilità dell'abbandono dei figli e della famiglia.
(lei aveva una relazione con un altro da 4 anni).
Ho cercato di rifarmi un'altra vita intraprendendo una relazione con una donna, ma non sono stato capace di portarla avanti e dopo due anni ci siamo lasciati, ma ancora oggi abbiamo un buon rapporto di amicizia.
Ho incontarto mia figlia qualche volta per strada la quale ha sempre cambiato marciapiede per evitare di incontarmi, qualche volta è capitato di essere sullo stesso marciapiede ma non mi ha salutato, nonostante l'avessi chiamata ad alta voce e salutata.
Non so se scriverle una ulteriore lettera, oppure aspettare ancora... anni?
Questa situazione sentimentale mi logora profondamente, e mi lacera ancora intensamente, Non riesco a superarla.

Frattanto ho perso il lavoro per difficoltà economiche dell'azienda, non per colma mia.
Nonostante abbia 59 anni sto reagendo e frequento il secondo anno di università per impegnare il tempo.
Altre donne non nè cerco più.
Ma è maggiormente la mancata relazione con mia figlia anzichè il lavoro a destabilizzarmi.
Certo il lavoro mi preoccupa molto, e mi inquieta il prox futuro, anche a causa mancanza lavoro per Covid19.
A proposito di mia figlia inizialmente avevo iniziato con gli antidepressivi, adesso ho sospeso ma quando ho attacchi di panico prendo quotidianamente una compressa di Xanax 0, 50, e ho problemi d'insonnia.
La sogno spesso sopratutto da bambina.

So bene che devo accettare la situazione e vivere la mia vita, ma veramente mi è molto difficile.
Grazie.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 184
Gentile utente,
lei ci scrive di nuovo dopo quattro anni da quando si è creato il problema. Vediamo cosa è cambiato: sua figlia oggi è maggiorenne, e lei forse ha atteso questa condizione sperando che avrebbe modificato le cose.
Nel frattempo ha tenuto il suo dolore sempre vivo, ogni volta che sua figlia le restituiva i regali, ignorava i suoi messaggi, strappava le lettere, la ignorava quando era in ospedale o incontrandola per strada. Per giustificare tutto questo, lei ha dovuto ritenerne responsabile esclusivamente la madre.
In questi anni, da queste pagine le è stato suggerito più volte di iniziare un percorso terapeutico che le permettesse di vedere dove sbaglia.
Capiamoci bene: non dove sbaglia verso sua figlia, non dove ha sbagliato, forse, nel condurre il matrimonio e nel brusco addio a sua moglie, ma proprio dove sbaglia verso la persona più importante della sua vita: lei stesso.
Ha anche vanificato un'altra relazione che poteva darle quel calore, quel supporto di cui abbiamo tutti bisogno.
Questa concezione ostinata -mi perdoni ma non trovo altra parola- per cui le sembra di poter vedere da solo, decidere da solo e condurre da solo la sua vicenda di vita, temo che sua figlia la condivida con lei.
Da ragazzina, chissà quali impulsi le hanno suggerito di ribellarsi alla frequentazione di suo padre, e di seguito non ha saputo uscire dal solco in cui si era andata ad incuneare.
Per la maggior parte degli esseri umani, e figuriamoci per un'adolescente, la cosa più difficile è ammettere: "Devo chiedere scusa, perché ho sbagliato".
Oggi qualcosa è cambiato in lei, caro utente: la maggiore età di sua figlia è arrivata senza portare quella metamorfosi forse inconsciamente attesa da anni. Alla delusione si associa forse un sentimento di liberazione: da qui si riparte.
Ha perso il lavoro, ma ha conquistato un nuovo anelito di vita, comprovato dall'iscrizione all'università, per cui le faccio complimenti e auguri.
E' venuto il momento di rileggere il passato -in vista del presente e del futuro- con l'aiuto di un consulente. I due occhi di uno specialista, aggiunti ai suoi, le permetteranno di diradare le nebbie e di segnare una nuova rotta.
Io la inviterei anche a riflettere sull'eventuale assegno di mantenimento, se lo eroga ancora a sua figlia. A questo punto, se la ragazza lo vuole, forse deve chiederlo direttamente al padre, e anche dire "grazie", credo.
Ci faccia sapere. Ancora auguri.
[#2]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno dott.ssa Potenza,
Le sottopongo alcune osservazioni:
... "Per giustificare tutto questo, lei ha dovuto ritenerne responsabile esclusivamente la madre."
In questi anni ho provato più volte chiedendo alla madre di intervenire per diremere la questione, ma si è sempre rifiutata. Ho suggerito l'iscrizione per la borsa di studio Uni e la madre mi ha risposto che mia figlia era autosufficiente, un'amica mia docente del corso univeristario di mia figlia si era proposta di farle da tutor, la mia ex mi ha risposto che mia figlia era indipendente. Ciò mi fa supporre che mia figlia non è stata mai informata ma che le risposte sono state della madre, anche perchè le risposte erano istantanee. A mia figlia avevo aperto un piccolo libretto bancario, che al compimento del 18^ accompaganta dalla madre presso la mia banca ha ritirato, chiuso il conto e lo ha aperto presso la banca di sua madre.
... "nel condurre il matrimonio e nel brusco addio a sua moglie" mi sono preso un mese di tempo per decidere, ma 4 anni di tradimento sono stati ritenuti troppo per i miei sentimenti e delusione, non ci sarei riuscito a conviverci, sarebbe stato un'ipocrisia e uno svilimento.
... "Alla delusione si associa forse un sentimento di liberazione" da parte mia o dalla parte di mia figlia ?
L'assegno di mantenimento per i figli è erogato per disposizione del giudice alla madre, e per ridurlo e corrisponderlo a mia figlia devo fare ricorso al giudice.
Avevo chiesto il divorzio consensuale, che è stato rifiutato dalla mia ex, pertanto dovrò fare ricorso per divorzio giudiziale, con aggravio di costi e tempi lunghi. Per adesso soprassediamo. Per mia figlia dovrò farmene una ragione, accettare la situazione e per un lungo periodo non scriverle neanche più, considerando che il mese scorso è deceduta mia madre e mia figlia non mi ha mandato neanche un messaggio del tipo (mi dispiace per la nonna). Silenzio assoluto. Concordo con Lei che dovrò iniziare un percorso con uno psico-terapeuta, ma considerando la mia attuale posizione non lavorativa ,non ho i mezzi finaziari per sostenere questo trattamento specialistico. La ringrazio per le Sue complessive considerzioni. Saluti
[#3]
Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 184
Gentile utente,
la ringrazio per la valutazione che ha dato del mio consulto.
In base a quello che scrive anche oggi, le suggerisco di nuovo un percorso terapeutico, meglio se con un cognitivo/comportamentale.
Tenga conto che il medico di famiglia può prescriverle un certo numero di colloqui da farsi gratuitamente alle ASL, al Consultorio, al Centro di Salute Mentale, e ci sono privati che prendono una cifra molto bassa.
I punti essenziali sono due: trovare un bravo terapeuta dell'orientamento idoneo, e soprattutto volere uscire dal circolo vizioso per cui le sembra che nulla possa essere cambiato.
Vediamo alcuni dati: quando dicevo che ha preferito addossare esclusivamente alla madre i modi della ragazza, intendevo che ha voluto giustificare a oltranza quest'ultima.
In occasione della morte della nonna, mi chiedo se sua figlia ne abbia sofferto; non vedeva nemmeno la nonna? Se è così, perché?
Quello che dice sulla borsa di studio rifiutata e anche sulla cifra da lei regalata a sua figlia sul libretto bancario, va riferito al giudice per conteggiarlo. Se partecipa al mantenimento di sua figlia, deve partecipare anche a queste scelte e scalare quanto già elargito.
Le consiglio di sentire un avvocato prima ancora di uno psicologo, chiarendo subito che non può spendere, ma nemmeno continuare come adesso.
Lei sa che si tenta la via della conciliazione prima di alcuni processi, non nel senso che si cerca di ricostruire il matrimonio, ma che si mostra agli ex coniugi l'opportunità di accordarsi, anziché buttare i soldi in un processo dall'esito scontato.
Questi sono atti dovuti alla sua serenità e alla sua funzione pedagogica, badi bene, non vendette. Legga anche in rete su diritto.it la questione dei figli che si rifiutano di vedere il padre e le possibili soluzioni.
Una figlia maggiorenne che non fa nemmeno le condoglianze al padre, che non lo va a trovare quando è in ospedale e lo ignora sempre, potrebbe essere considerata dal giudice non più in condizione di essere da lui mantenuta. Come le ha detto la mia collega dott.ssa Brunialti in un precedente consulto, un padre non è un Bancomat.
A suo tempo, quando sua figlia era minorenne, sarebbe stato possibile chiedere al giudice di farla valutare da uno specialista.
Questa ostilità verso il proprio padre non porta niente di buono, specialmente se è frutto di un rapporto fusionale con la madre.
Del resto, se la sua ex moglie le è ancora ostile, forse l'ha colpita la fulminea rottura del matrimonio: un mese in genere è considerato un tempo troppo breve per decidere un addio definitivo, specie se in seguito l'adulterio non ha portato altro che sconfitte.
Ma queste sono cose da valutare col suo terapeuta, e ormai capire il passato serve a costruire il futuro.
Le faccio le mie condoglianze per la perdita di sua madre, e le auguro di trovare modo di costruire relazioni valide e serene.
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