Che decisione devo prendere?

Buonasera, vi scrivo per ricevere un consiglio.
È da un anno che abito in una nuova città, distante circa 15 minuti dal posto in cui ho sempre vissuto.
Ora sono un po'più vicina al lavoro, parto mezz'ora prima anzichè un'ora prima.
All'inizio ero contenta ma poi ho iniziato ad intristirmi.
Sinceramente prima vivevo in un bel posto tranquillo col mio cane ed ora siamo in centro.
Trovo fastidiosi i rumori della città e il fatto di vedere tanta gente in giro.
Mi sento sempre triste e nervosa con un perenne senso di ansia.
Da quando non posso più portare il cane ai giardini sotto casa sto ancora peggio.
L'altra sera sono tornata nella zona dove abitavo prima e ho provato una nostalgia fortissima.
Ho il pensiero fisso di cambiare ma sono sempre indecisa e non so che fare.
Se in un anno non mi sono adattata penso che stare qui non mi piacerà mai.
Un giorno penso vado e un giorno penso resto.
Ho guardato altri posti nei dintorni del mio posto di lavoro ma nessuno mi sembra adatto.
Dov'ero prima era perfetto ma un po'più lontano, non vedevo molta gente mentre qui ho conosciuto più persone ma sinceramente non mi va neanche di fare mai un giro in centro.
Mi sento più insicura in tutto e ogni piccolo problema diventa come una montagna.
È brutto non stare bene in casa propria.
Pensavo di sentirmi più libera di girare col cane in posti diversi, invece trovo più impedimenti.
Pensavo di sentirmi libera visto che sono tornata single invece non sto bene, ho semore l'ansia e mi sento meno sicura di me stessa nella vita da affrontare ogni giorno.
Vi chiedo gentilmente un consiglio, grazie.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.7k 180
Gentile utente,
lo psicologo non consiglia, altrimenti la persona che si rivolge a lui finirebbe per essere -o quanto meno sentirsi- eterodiretta, cioè diretta dall'esterno.
Quello che invece facciamo è aiutare il cliente a guardare da diversi punti di vista i fatti esterni e fargli comprendere in maniera più corretta e approfondita i suoi stati d'animo.
Nel suo caso, a mio parere, un disagio più generale si sta concentrando su un luogo fisico. Oltre che un ambiente materiale, lei si è lasciata alle spalle un partner, ha fatto nuove conoscenze, e soprattutto si è trovata in mezzo all'esperienza della pandemia, e sarebbe ingenuo sottovalutarne l'impatto sulla vita di noi tutti.
Ciò detto, esistono senz'altro luoghi più vivibili, panorami più rasserenanti, ambienti fisici e umani più o meno congeniali; ma cambiare casa in un periodo di incertezza, quando ancora non si è sicuri che la casa in cui si vive sia la vera origine del disagio, potrebbe creare ulteriore stress.
In ogni caso, valuti con ottimismo il fatto che ha la possibilità di scegliere.
Ci tenga al corrente.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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dopo
Utente
Utente
Grazie per la risposta.Sinceramente cambiare città non è stato facile,all'inizio la novità mi dava entusiasmo ora davvero non esco di casa se non per esigenza,invece prima col cane uscivamo spesso.eravamo in un luogo silenzioso e tranquillo,guardavamo i tramonti e raccoglievamo legnetti per giocare.mi piaceva stare in giardino.ora sul balcone sto poco.l'unica cosa che apprezzo è incontrare qualcuno con cui fare due parole,tipo i vicini di casa.da quando ai giardinetti non si può più andare col cane mi sento arrabbiata e privata della nostra libertà perchè quella era la nostra zona confort.vivo in stato confusionale e spesso ansioso come chiusa in gabbia e ho perso entusiasmo.prima avevo voglia di fare sport o studiare,leggere.in questo momento mi sento giù,so che dovrei cercare di essere più su di morale e pensare che tutto si può aggiustare ma non riesco a sentirmi diversamente,non riesco ad allontanarmi da questo stato d'animo triste e apatico.forse vivere in centro non fa per me,anzi per noi.un saluto
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.7k 180
Gentile utente,
come immaginavo, forse non è solo il cambiamento di casa ad averla scoraggiata.
Il fatto che lei non dica nulla del compagno/a con cui non sta più, fa pensare che non abbia elaborato il lutto della separazione.
Tra l'altro, perché scrive "da quando ai giardinetti non si può più andare col cane"? Qui dove vivo, ai giardini pubblici vedo molti cani coi padroni.
Provi a pensare ad un'attività che la diverta, prima di scegliere un nuovo trasloco, ma soprattutto trovi qualcosa da fare col cane.
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dopo
Utente
Utente
Buongiorno,la ringrazio come sempre per la risposta.Non parlo del mio ex perchè non è lui il problema e visto che l'ho lasciato io non credo di dover elaborare un qualche lutto.Vivo qui perchè non ho trovato altro,i giardinetti vicino casa erano comodi fino a quando non hanno vietato l'ingresso ai cani.Quindi addio zona confort e addio tranquillità.Ovviamente lo porto a divertirsi in altri posti quando ne ho il tempo.Col passare dei giorni comincio a capire quello di cui ho bisogno:un posto tranquillo dove stare,come era prima che mi trasferissi qui.Attendo soltanto che arrivi da me il coraggio di cambiare o una qualche ispirazione.Grazie comunque per le sue considerazioni,le ho lette con piacere.Un saluto
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.7k 180
Prego, cara utente.
Le auguro di trovare presto una soluzione.
Le segnalo che il lutto della perdita va elaborato in ogni caso, anche se si è i responsabili della scelta di separarsi. In ogni caso un'abitudine, un affetto, una serie di speranze e di aspettative sono stati spezzati.
Non rendersene conto può dipendere dal meccanismo di difesa chiamato "rimozione", che ci impedisce l'accesso alle nostre emozioni profonde.
Più in generale, precludersi di elaborare un lutto è un modo per "farsi forza" prima del tempo; in pratica è scambiare per coraggio l'incuria verso i propri sentimenti.
Auguri.