Dipendenza da soldi e menzogne di famiglia

Ciao a tutti... Il consulto richiesto sarà un po' lungo, ma spero cmq di ottenere risposta visto che nei miei consulti nessuno ha detto una parola.
Il discorso e un po' complicato.
Ho 27 anni, il mio primo lavoro fu a 13.
Da quando ho iniziato a lavorare e gestire due soldini, i miei genitori hanno iniziato a chiedermi soldi.
Prima erano cifre piccole, poi sono diventate alte alte.
300/400/500... E io, come una stupida, ho sempre detto di sì.
Sono stata disoccupata molti anni a causa di un mio viavai in ospedale x problemi di salute.
Ho trovato lavoro qualche mese, un contratto determinato solo x coprire i saldi.
La paga non è molto alta, ma nonostante questo i miei continuano a chiedermi soldi, fino a che sono rimasta con qualche centinaia di euro.
Avevano il vizio del gioco una volta.
Mia madre perlopiù, mio padre è acconsente ad ogni volere di mia madre mentre io... Sono sola.
Ho il mio compagno, il mio angelo protettore, ma non basta... In casa, specialmente ultimamente dato che sono a pochi giorni dalla scadenza di contratto, ci sono continuamente litigi su litigi per questo.
Perché sono stanca.
Non ce la faccio davvero più, non ho mai soldini x fare niente, vorrei un futuro col mio fidanzato ma mi e impossibile... Voi direte "basta dire no".
No non è così... È nato una sorta di circolo vizioso che mi sta annientando.
Mia madre ogni volta che abbiamo queste liti mi accusa di non capire, di essere diventata attaccata ai soldi, di non pensare a loro, che ogni figlio farebbe quello che faccio io per poi piangere in modo quasi innaturale, ed io finisco col sentirmi un fallimento dj figli, succube della situazione, succube di mia madre.
Inizio a dirmi di non valere nulla, xké non ho polso ne spina dorsale.
I soldi loro me li restituiscono, x poi chiedermeli di nuovo subito dopo.
Me li chiedono ogni manciata di giorni x spesa, medicine o sigarette e io cerco di crederci.
Non so cosa fare.
Non riesco più a uscire da questo.
Dicono di non chiedermeli più, fanno promesse e giuramento che regolarmente non mantengono mai.
Magari poi fanno scene di non chiederli direttamente ma girandoci intorno con pianti, esaurimento e crisi.
Ed io non so cosa fare... Perché finisco inevitabilmente col sentirmi una figlia sbagliata, inadatta, che non aiuta... È come se avessi perso la percezione della realtà.
Non so cosa fare, non se sbaglio io, se sbagliano loro, non so come uscire da questa storia.
Sto male.
Sto davvero tanto male xké sono i miei genitori.
E la situazione in casa e diventata insostenibile, l'argomento principale ormai sono quasi sempre i soldi e sono discorsi che vengono solo quando ci sono io...
Vi prego aiutatemi.
Datemi qualche consiglio.
Non mi è possibile vivere da sola...
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Dr. Gino Aldi Psicoterapeuta, Neurologo 11 2
Un professore di Neuropsichiatria Infantile diceva che l'adolescenza, tecnicamente, termina quando si va via di casa. Voleva intendere che il processo di maturazione di una persona si completa quando si raggiunge un autonomia psicologica ed economica dalle figure parentali.
Alcune volte questo normale processo evolutivo si inceppa e qualcosa impedisce il normale distacco che permette ad un figlio di essere critici ed indipendenti piscologicamente rispetto ai propri genitori. Il fatto è più frequente di quanto sembri e spesso anche dopo essersi sposati e perfino diventati a propria volta genitori continua una dipendenza innaturale e perfino dannosa dalle figure genitoriali.
Se questo accade non bisogna farsene una colpa ma nemmeno restare con le mani in mano. Specie se da tutto ciò deriva un malessere psicologico e, come in questo caso, anche materiale. Occorre risolvere quelle situazioni interiori, spesso caratterizzati da insicurezza e sensi di colpa, che impediscono una presa di posizione chiara e netta rispetto alle richieste genitoriali.
Se non si riesce da soli valutare un aiuto da uno psicologo o uno psicoterapeuta. Crescere è un diritto ma anche un dovere verso sè stessi e progettare la propria esistenza è un atto imprescindibile del benessere psicologico. Saltare queste tappe può essere una franca condanna alla infelicità. E non ci guadagnerà nessuno: mamma continuerà ad essere un genitore irresponsabile e lei una figlia infelice.

Dr. gino aldi