Problemi all università

Buongiorno, sono una studentessa universitaria iscritta al 3 anno della facoltà di farmacia.

Vi chiedo un consulto riguardo la situazione (superando di essere il più esaustiva possibile) che sto vivendo ormai da diversi anni.
Precisamente da quando ho concluso il mio percorso di studi superiori.

Una volta preso il diploma ho tentato il test per entrare all università ma non avendolo superato mi sono presa un anno intero per prepararmi al meglio, anche se in quel periodo le pressioni da parte della mia famiglia non sono mancate.
Costringendomi a trovare un lavoro qualunque, pur di guadagnare qualcosa e continuando a rinfacciarmi il fatto di non aver passato il test.

È stato un periodo molto difficile sotto molti punti di vista e mi sono rivolta a uno psicologo per un certo periodo.

Entrata all università le cose sono peggiorate, ho scelto quella facoltà perché mi sembrava interessante anche se era la prima volta che mi buttavo in studi del genere.
Ho trovato tantissime difficoltà a dare esami, non sapevo come studiare, non ne avevo voglia e avevo una vergogna terribile di dare esami orali davanti ai prof, in più essendo timidissima non sono riuscita a trovare aiuto nemmeno dai colleghi.
Con la DAD le cose sono leggermente migliorate, in quanto non avevo il terrore di trovarmi dal vivo davanti il prof, ero leggermente più calma e sono riuscita a recuperare alcuni esami.

Ora che tutto è tornato in presenza, il problema si ripresenta nuovamente, ho di nuovo il terrore, non riesco a mettermi sui libri, so di essere in ritardo con gli studi, so che la mia famiglia me lo ricorda costantemente assieme ai sacrifici che fanno per mantenermi.

Passo le giornate chiusa in camera sul letto, pensando a tutto ciò e non riesco a fare più nulla, non ho voglia di uscire, di vedere nessuno.

Anche se lasciassi gli studi non saprei cosa fare, non sono specializzata in nulla, non ho molte possibilità di trovare un lavoro.

Attendo una vostra risposta, grazie.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Come si è svolto il precedente lavoro con lo psicologo e che benefici ne hai tratto? Hai portato anche il problema della timidezza oppure avete parlato solo del problema dello studio/lavoro e dei rapporti con la tua famiglia?

Questo è il link a un mio video che parla di timidezza, credo che dovresti innanzitutto risolvere questo, altrimenti tutto il resto ti riuscirà meno facile:

https://youtu.be/NbbFSfM7j2A
(cliccare sul link e poi su "Ok")

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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dopo
Utente
Utente
Ho avuto pochi incontri con lo psicologo quel periodo, che poi non ho più continuato in quanto lui è andato in pensione e io tra i vari impegni non ho avuto modo di continuare le sedute con un altro. Non abbiamo affrontato i problemi universitari a quel tempo in quanto non avevo Ancora cominciato, ma abbiamo affrontato la mia insicurezza , i miei problemi alimentari e il rapporto con la mia famiglia. Voleva che anche i miei genitori partecipassero insieme a me a quelle sedute ma avevo preferito di no . Stavo un po' meglio dopo che mi ero sfogata con lo psicologo ma non credo di averne tratto molti benefici .
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Se il percorso terapeutico è stato interrotto prematuramente, è possibile che non abbia prodotto gli effetti desiderati. Se sono i rapporti sociali il problema - e la difficoltà a sostenere gli esami, i rapporti con la tua famiglia e anche i disturbi del comportamento alimentare ne possono essere sintomi - probabilmente ti gioverebbe più una psicoterapia individuale, innanzitutto, prima di una familiare. Perciò ti raccomando di trovare il modo di iniziare un nuovo percorso, magari con un terapeuta pronto ad aiutarti proprio per la difficoltà nelle relazioni sociali. La psicoterapia non è questione di sfogarsi, ma di ricevere indicazioni sui comportamenti appropriati da attuare e che ti portino a esercitarti nell'avere relazioni soddisfacenti con gli altri.

L'aspetto rinunciatario e tendenzialmente depressivo che descrivi è probabilmente conseguenza dell'esaurimento per aver lottato per tanto tempo con un problema con cui non sei ancora riuscita a venire a capo.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
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